domenica 20 settembre 2015

UN'EUROPA DEL CACIO



Strano, ma in Italia ci sono anche buone leggi. Una di queste è certamente la legge numero 138 dell'11 aprile 1974 che vieta la detenzione e l'utilizzo di latte in polvere per la produzione di formaggi, yogurt e latte alimentare. Questa norma garantisce da 40 anni la tutela dei consumatori e previene possibili frodi assicurando il primato italiano nella produzione casearia.
Ora l'Unione Europea, sollecitata dall'Assolatte, cioè dall'Associazione italiana delle industrie lattiero-casearie, ha inviato all'Italia una lettera di diffida che obbliga a eliminare tale divieto perchè esso impedirebbe la libera circolazione delle merci nel mercato europeo.

E' il caso di ricordare che con un chilo di polvere di latte dal costo di due euro si possono produrre 15 mozzarelle o 64 confezioni di yogurt e 10 litri di latte al prezzo di 20 centesimi: la metà di quanto costa produrlo ai nostri allevatori. Il tutto con lo stesso sapore.
Dare via libera alla polvere di latte darebbe altro spazio alle frodi, abbatterebbe e appiattirebbe la qualità dei prodotti, distruggerebbe la specificità dei sapori che solo il latte alla stalla con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi e agli yogurt. Sono dunque in pericolo, secondo la Coldiretti, 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane e sin qui ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo grazie a una professionalità trasmessa di generazione in generazione.
Per ogni centomila quintali di latte in polvere importato in più scompaiono 17mila mucche e 1200 occupati solo in agricoltura. Accettare di rimuovere il divieto e lasciare libera la circolazione della polvere di latte significherebbe aumentare la dipendenza dall'estero con la chiusura di altre stalle, perdere altri posti di lavoro e abbandonare le montagne dove il formaggio si fa con il latte vero.
La Coldiretti ha promosso a luglio e a settembre manifestazioni e petizioni per fermare la mano delle lobby. Sui cartelli portati davanti a Montecitorio stava scritto: “Gli industriali che vogliono fare il formaggio senza latte sono gli stessi sono gli stessi che sottopagano il latte italiano”. “Oggi mandano in polvere il latte, domani il Paese”. “No a formaggi e yogurt senza latte. Difendiamo il made in Italy”. “Mamme, attente alle schifezze”.

Di questi problemi, però, in giro si parla troppo poco per non dire niente.

Dall'angolo di via Roma 11  COMUNICATO N. 55, 16 SETTEMBRE 2015

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