lunedì 21 settembre 2015

PRIMA GLI ITALIANI, MA CIAO VENDEMMIA



Il Presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi ha dato la prova di buon senso che non ci aspettavamo. Ha detto: “Prima gli italiani”, ma non è chiaro quando e chi stabilisce l'inizio del secondo tempo. E non è chiaro perchè, dopo aver detto: “Prima gli italiani”, non si debba dire “Prima il nord”, come sosteneva Roberto Cota. E poi, “Prima i piemontesi” e poi “Prima i torinesi” e, naturalmente, “Prima i nonesi”, una volta arrivati sulle rive del Chisola.
 
Squinzi non osa dire “Fuori tutti gli stranieri” e allora usa il linguaggio del buon senso come Don Abbondio usava il latinorum per imbrogliare il povero Renzo Tramaglino.
Il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha dichiarato: "Sono 53mila le imprese agricole condotte da immigrati. Del milione e 200mila lavoratori occupati nel settore agricolo, il 25% sono stranieri, 320mila non sono nati in Italia". "Senza il quotidiano lavoro di 322mila migranti nelle campagne italiane non ci sarebbe il made in Italy a tavola che ha permesso al nostro paese di ottenere primati in tutto il mondo (..) Veri e propri distretti produttivi di eccellenza possono sopravvivere solo grazie al lavoro di 322mila immigrati regolari, dalle stalle del nord dove si munge il latte per il Parmigiano Reggiano alla raccolta delle mele in Val di Non, dal pomodoro del meridione alle grandi uve del Piemonte”.


Vedi “Il Coltivatore piemontese”, 1.10 novembre 2014 e 1-31 agosto 2015.
Dall'angolo di via Roma 11 Mario Dellacqua
COMUNICATO N. 56, 22 settembre 2015



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