lunedì 17 febbraio 2014

QUANDO A MILIONI NELLE STRADE?


Nel pomeriggio di sabato 15 febbraio all'Angolo abbiamo discusso del film di Giovanni Panozzo nato da un'idea di Bruno Liverani. “Voci e volti della Fim-Cisl” è una rassegna degli eventi del dopoguerra italiano osservati adottando il punto di vista del movimento sindacale con le sue avanzate, i grandi sacrifici dei suoi militanti, i suoi errori e le sue sconfitte.
Un'occasione di emancipazione, di istruzione e di libertà per tanti di noi. Aldo dice: l'ho visto con nostalgia e con malinconia, date le conquiste raggiunte e le precipitose ritirate alle quali siamo stati obbligati. Il confronto tra ieri e oggi è sorto inesorabile e spietato: Valentina ha poco più di trent'anni e dice che la nostra generazione ha saputo lottare e dovrebbe prendere a legnate i giovani d'oggi che sono tanto arrabbiati ma anche tanto allineati e coperti.
So che cosa è la passività di tanti arrabbiati (spesso per finta), ma per una forma strana di cautela o di rispetto, resisto alla tentazione di condannare i ragazzi di oggi. La verità è che non so se noi siamo meglio. Abbiamo un bel denunciare oggi gli effetti micidiali del consumismo, ma la lavatrice per le donne e la Vespa e poi la Cinquecento per gli uomini sono state una grande spinta di progresso, benessere e libertà. D'altra parte, continua Adriano Serafino, chi si è trovato in fabbrica negli anni Sessanta era più fortunato: l'impresa doveva venire a patti con i lavoratori che se organizzati potevano strappare diritto ad associarsi, a trattare e a firmare accordi migliorativi.
Prima il padrone aveva bisogno degli operai – dice Giovanni Garabello – oggi è il contrario. Anzi, aggiunge Adriano Serafino, se con le delocalizzazioni una fabbrica chiude a causa della grande libertà di movimento dei capitali, gli operai sono portati a dire che il padrone non può fare diversamente.
Mario Ruggieri nota che è scomparsa la controparte. Al movimento sindacale è stato sottratto il nemico fisico da cui sorgeva la sua forza. Contro la precarietà dei contratti le forme di lotta sperimentate in altri tempi oggi hanno perso ogni efficacia. Io penso che le lotte sindacali hanno successo e estensione nei cicli dello sviluppo economico, non negli anni di recessione economica. Tuttavia, ci sono oggi molte ragioni per scendere nelle strade a milioni e per chiedere redistribuzione del lavoro e della ricchezza.
Adriano Serafino mi toglie le parole di bocca e dice che l'Italia è uno dei paesi più diseguali al mondo. Dunque bisogna colpire gli alti redditi, gli alti stipendi, i patrimoni, le pensioni d'oro se si vuole un piano capace di dare lavoro ai giovani. Ma quello delle disuguaglianze non è il solo osso da mordere, dice Mario Ruggieri, sono i rapporti con l'Europa delle banche che vanno urgentemente rimessi in discussione negoziando accordi più favorevoli all'economia reale e alla ripresa produttiva dei paesi strangolati dal debito e dalla speculazione finanziaria..
Era buio, la gente usciva da messa e all'angolo si alzavano le voci. Secondo me, se vogliamo riformare l'Europa, mettere l'ecologia nell'economia e dare lavoro ai giovani dovremo farci sentire nelle piazze, ma quando discutiamo tra di noi è meglio parlare uno per volta. Anche chi sta zitto ha qualcosa da dire. Va rispettato e incoraggiato a prendere la parola.

Ancora l'anarchico, tuttavia scribacchino

P.S E' stato per me emozionante scoprire che il filmato comprende un'intervista a Tiziana Salmistraro, delegata Fim-Cisl allo stabilimento 6 dell'Indesit di None. Sono riprese alcune assemblee sindacali alle quali ha partecipato il mio amico Salvatore Romano, il papà di Valentina, anche lei operaia Indesit ora allontanata dal suo lavoro. Anche a None, nel nostro piccolo, abbiamo partecipato ad una stagione di lotte operaie importanti nella storia del movimento sindacale italiano.

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