martedì 4 febbraio 2014

MAFIA E LATITANZA DELL'INFORMAZIONE

Gigi Richetto
Sabato 18, a Torino, al convegno in solidarietà al magistrato Antonino Di Matteo, minacciato di morte dalla mafia, e in ricordo di Paolo Borsellino, non c'erano giornalisti delle principali testate nazionali e della RAI. Tra i relatori c'era Salvatore, il fratello di Paolo, Marco Travaglio, Sonia Alfano (presidente della Commissione parlamentare antimafia europea). Era prevista la presenza di Antonino Di Matteo e Roberto Scarpinato, procuratore generale della Repubblica di Palermo.
Per motivi di sicurezza, sia dei relatori che nostra, la conferenza è iniziata, invece che alle 16, alle 17. Scarpinato e Di Matteo hanno parlato solo in collegamento televisivo. Questo la dice lunga sul Nord Italia, perchè Di Matteo non ha potuto deporre al tribunale di Milano e neppure presentarsi fisicamente a Torino...
Intensissime le emozioni suscitate nelle migliaia di presenti, senza contare la lunga coda sotto la pioggia e le centinaia ancora rimasti fuori, al centro incontri de “il santo volto” di via Borgaro, di fronte all'area dove sorgevano le Ferriere Fiat...
Il fratello di Borsellino ha demolito politicamente il comportamento di Napolitano e ha ricordato l'eroismo di Paolo, che non abbandonò la Sicilia perchè la sua lotta contro la mafia era anche, e soprattutto, “una lotta per amore della sua terra”. Più volte gli applausi scroscianti e prolungati hanno interrotto i suoi passaggi più incisivi. Le persone presenti spontaneamente si alzavano ad applaudire per dimostrare condivisione e partecipazione alle sue parole.
Alla fine siamo saliti sul palco per abbracciarlo e ringraziarlo, donandogli il fazzoletto No Tav, che ha ricevuto molto volentieri. Ci ha raccontato che ha partecipato alle manifestazioni No Muos e che segue sempre le vicende della lotta No Tav. Ci siamo confermati la vicinanza reciproca e abbiamo consegnato ai relatori un documento-promemoria, che esprime solidarietà a Di Matteo, magistrato coraggioso, e insieme riassume e ricostruisce vent'anni di silenzi, provocazioni, menzogne, minacce e violenze contro il movimento No Tav.
Il giorno dopo sui giornali torinesi non un rigo. Anche così si uccide la democrazia.


Gigi Richetto e Maria Chirio

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