martedì 14 gennaio 2014

Francesco e il lupo della crisi socio/economica. Intervista/colloquio con Papa Bergoglio



La scorsa settimana, in occasione di una vacanza a Roma, ho chiesto informazioni sull’udienza settimanale riservata ai fedeli, per poterne scrivere alla nostra piccola comunità della provincia torinese. Ieri squilla il mio telefono e: “Pronto, sono Francesco ……”
-          Santità, mi permetta di riferirmi al suo discorso di inizio anno in occasione della giornata della pace. In particolare al sesto dei dieci punti da Lei trattati: la scoperta della fraternità nell’economia. Il suo dire - la “globalizzazione dell’indifferenza” che ci fa lentamente “abituare” alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi”- è un atto di accusa alla politica?

-          E’ un chiamarla in causa. Personalmente penso che il cosiddetto liberismo selvaggio non faccia che rendere i forti più forti, i deboli più deboli e gli esclusi più esclusi. Ci vogliono regole di comportamento e anche, se fosse necessario, interventi diretti dello Stato per correggere le disuguaglianze più intollerabili.
-          Possiamo considerare i primi tra gli esclusi i disoccupati che sono ormai il 12,5% della popolazione italiana e tra questi i giovani per oltre il 41%?
-          Gli espulsi dal mondo del lavoro anzitempo, i giovani espulsi ancor prima di esservi ammessi, la solitudine dei vecchi, ci offre un mondo schiacciato sul presente , senza memoria del passato e senza il desiderio di proiettarsi sul futuro. Questo, secondo me, è un problema che riguarda anche la Chiesa, anzi soprattutto la Chiesa, perché questa situazione non ferisce solo i corpi ma anche le anime.
-          Lei Santità fa un preciso atto d’accusa evidenziando un eccessiva spinta all’individualismo. Spesso si confonda meritorietà con meritocrazia. E’ certo giusto che chi merita di più ottenga di più, ma non tanto da porlo in grado di disegnare regole del gioco – economico e/o politico – capaci poi di avvantaggiarlo. Al netto dei principi etici che ciò può comportare, non pensa che la democrazia ceda in tal maniera il passo alla tecnocrazia? La recente esperienza in Italia, La Finanza mondiale che detta le regole alla politica anziché il contrario, sono esempi di tale degenerazione?.
-          Non solo, ma molte nuove ideologie, caratterizzate da diffuso individualismo, egocentrismo e consumismo materialistico, indeboliscono i legami sociali, alimentando quella mentalità dello “scarto”, che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati “inutili”. Tanto più ci si allontana dalla democrazia politica tanto più emerge la distanza dalla democrazia sociale.
-          Non ritiene che l’egocentrismo: cioè la tendenza a considerare il proprio modo di essere, di sentire e di giudicare come l'unico possibile e valido in assoluto, sia una situazione che ormai è più di “costume” che di morale. Mi riferisco agli evasori fiscali, ai corrotti e ai corruttori ed alla loro bandiera di estrema ratio per la sopravvivenza.
-          La mia condanna verso costoro è stata chiara e netta. Capisco e perdono cento volte il peccatore ma non loro. Il corrotto, invece, scandalizza e “continua a peccare e fa finta di essere cristiano: ecco la doppia vita. E la doppia vita di un cristiano fa tanto male. C’è chi dice: ‘Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’. Ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. È un ingiusto. Questa è la doppia vita. E questo merita, lo dice Gesù non lo dico io, – che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare-. Non parla di perdono, qui Gesù”. 
-          Possiamo affermare che i malesseri della nostra società nascono anche dal germe di un narcisismo sfrenato?
-           Un amore smodato verso se stessi che produce danni gravi non solo all’anima di chi ne è affetto ma anche nel rapporto con gli altri, con la società in cui vive. Il vero guaio è che i più colpiti da questo che in realtà è una sorta di disturbo mentale sono persone che hanno molto potere. Spesso i Capi sono narcisi. Anche i Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani. C’è in taluni, nella cura degli interessi del Vaticano, che sono in gran parte ancora interessi temporali, una visione Vaticano-centrica. Questa visione trascura il mondo che ci circonda. Non la condivido e farò di tutto per cambiarla.
-          Il suo monito sull’eccessivo consumismo materialistico richiama un fatto ormai appurato : le analisi economiche basate esclusivamente sul PIL sono sovente fuorvianti. Il PIL, pur rimanendo una buona misura della crescita economica, non è infatti adatto a cogliere gli aspetti legati al progresso e al benessere delle persone, esse tralasciano l’aspetto psico-fisico, comportamentale, materiale ambientale, educativo, sociale e politico della vita degli individui. Una misurazione del benessere più strutturata ha riservato una classificazione di retroguardia a paesi che, pur essendo grandi potenze economiche hanno forti ritardi in fattori come la sostenibilità ambientale, la salute e gli stili di vita. Per contro gli stati scandinavi in forza di un corretto rapporto tra Stato e cittadino primeggiano queste particolari classifiche. Qual è il suo pensiero in merito?
-          Servono anche politiche efficaci allo sviluppo del benessere che assicurino alle persone – eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali – la possibilità di accedere ai “capitali”, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona. Le gravi crisi finanziarie ed economiche contemporanee – che trovano la loro origine nella ricerca avida di beni materiali, da un lato, e nel depauperamento delle relazioni interpersonali e comunitarie dall’altro – hanno spinto molti a ricercare la soddisfazione, la felicità e la sicurezza nel consumo e nel guadagno oltre ogni logica di una sana economia. Politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito.
-          L’Istat evidenzia un dato drammatico: una larga fascia della popolazione ha quasi eliminato dal suo budget le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie. Negli ultimi cinque anni, la crisi sta modificando profondamente i modelli di consumo delle famiglie: più di sei famiglie su dieci, per esempio, fanno la spesa al discount..
-          Occorre fermare questa deriva. Il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita a questo devono tendere le politiche efficaci a cui mi riferisco.
-          L’attuale assetto sociale chiuso al nuovo, fedele alle consuetudini, che emargina e non coinvolge, che esalta l’esibizione e il principio della prestazione crea sofferenza nell’individuo e lo condiziona fino a fargli accettare questa sua precarietà come “normale” ed un giudizio “sociale” positivo nei suoi confronti in funzione del suo adattamento a tale condizione. Assistiamo alla prevaricazione della dignità dell’individuo a favore dei dettami sociali che provocano disaffezione e apatia sociale o contestazione non propositiva o ancora delega passiva al carisma di una forte personalità.
-          A questo tende il mio richiamo all’esistenza di “un reale e percettibile pericolo che, mentre progredisce enormemente il dominio da parte dell’uomo sul mondo delle cose, di questo suo dominio egli perda i fili essenziali, e in vari modi la sua umanità sia sottomessa a quel mondo, ed egli stesso divenga oggetto di multiforme manipolazione, anche se spesso non direttamente percettibile, mediante tutta l’organizzazione della vita comunitaria, mediante il sistema di produzione, mediante la pressione dei mezzi di comunicazione sociale”.
-          Santo Padre la ringrazio per il tempo che ci accordato.
-          Ringrazio voi per l’ospitalità che avete concesso al mio pensiero e salutandovi vi auguro buon pranzo.

Mario Ruggieri

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