mercoledì 4 dicembre 2013

SMAT pubblica o privata: il Consiglio comunale nonese cosa ne pensa?


Nichelino capofila dei Comuni torinesi
per la trasformazione di SMAT SpA
in Azienda speciale consortile di diritto pubblico

Il 30 novembre 2013 il Consiglio comunale di Nichelino ha deciso di rispettare il voto del 96 % dei suoi cittadini al  referendum del 12 -13 giugno 2011.

È il primo degli oltre 280 Comuni soci SMAT che delibera formalmente la trasformazione della nostra azienda dell’acqua SMAT SpA in Azienda speciale consortile di diritto pubblico in applicazione del referendum, per metterla al riparo dalla privatizzazione.

Sono attese altre deliberazioni dello stesso orientamento da parte di altri Consigli comunali a partire dal Consiglio comunale di Torino, che nel marzo scorso aveva manifestato un indirizzo analogo, ma è poi rimasto in mezzo al guado.

Ai consiglieri proponenti, al Sindaco e ai gruppi consiliari che hanno approvato la delibera, va il nostro riconoscimento di aver rispettato  la volontà popolare e di aver onorato il loro compito istituzionale ignorando la lettera dei vertici SMAT che li invitava a “sospendere la votazione sulla proposta di delibera” in attesa del testo che il Consiglio di Amministrazione SMAT stava elaborando.

Qui di seguito il nostro comunicato sul grave gesto di SMAT che stravolge il rapporto di mandato che la vincola  ai Comuni soci proprietari  e dimostra ancora una volta che la questione sottostante alla difesa dell'acqua pubblica è la democrazia. 
Torino, 1 dicembre 2013

L’avventatezza di SMAT

La lettera di SMAT al Comune di Nichelino,  fatta pervenire prima della votazione del 30 novembre 2013  in Consiglio Comunale sulla trasformazione di Smat SpA in Azienda Speciale Consortile, è a dir poco sconcertante.
In questa lettera, indirizzata al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale e ai Capigruppo, SMAT chiede  “di sospendere la votazione su una proposta di delibera” .

È veramente sconcertante che gli amministratori di una SpA pretendano di imporre la propria volontà alla proprietà (o parte di essa pro quota), stravolgendo il rapporto di mandato che li vincola  ai soci proprietari.

Sfidiamo chiunque a trovare simili precedenti nella vita delle società per azioni, che per molti, troppi, pubblici  amministratori sono l'alfa e l'omega della modalità di gestione dei pubblici servizi.

Per inciso saremmo curiosi di conoscere il parere di Confindustria su questa visione fantasiosamente innovativa della modalità di funzionamento delle SpA.

La lettera di SMAT è grave anche sotto lo specifico profilo della gestione dei servizi pubblici, poichè a Smat SpA è stata  affidatasenza gara la gestione del servizio idrico in quanto su di essa i Comuni esercitano (o dovrebbero esercitare) quel “controllo analogo”  a quello esercitato sui propri uffici, che il diritto comunitario reputa indispensabile presupposto per l'affidamento diretto, cosiddetto in house providing.
La lettera di SMAT è un esempio lampante di come questo controllo analogo sia non solo evaporato ma addirittura rovesciato: è il controllato che controlla il controllore.

Viene spontaneo chiedersi se, al vertice di Smat, si è consapevoli della pericolosità di questo gioco a rimpiattino con il diritto comunitario la cui posta è l'affidamento diretto del servizio.

Occorre ricordare che l'in house, come applicato in Italia, è frutto più della giurisprudenza della Corte di Giustizia che di esplicite prescrizioni normative.

Tutto questo dimostra ancora una volta che la questione sottostante alla difesa dell'acqua pubblica è la democrazia.

La rappresentanza della volontà dei cittadini attraverso istituzioni democratiche, come i Consigli Comunali, viene delegittima da gesti come quello di SMAT, contribuendo alla perdita di credibilità delle istituzioni nella coscienza dei cittadini.
Torino, 1 dicembre 2013

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua - Comitato Provinciale Acqua Pubblica Torino
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