venerdì 13 dicembre 2013

FORCONI, DUE PESI E DUE MISURE?

Mi sembra di avere il diritto di far sommessamente notare che nel pur lontano 1984, per un blocco stradale a sostegno dei lavoratori dell’Indesit, insieme con altri quattro amici dipendenti degli stabilimenti di None già allora in crisi, sono stato condannato a dieci mesi con la condizionale.
Il blocco stradale durò un’ora e mezza o due ore e consisteva in un volantinaggio agli automobilisti di passaggio che effettivamente rallentò davvero il traffico. Le forze dell’ordine intervennero con efficiente celerità. Ci presero per la collottola, ci caricarono sul loro mezzo e poi ci scaricarono perché quel mezzo fu circondato dai lavoratori in sciopero che chiesero e ottennero la nostra liberazione.
Ma i carabinieri avevano le nostre generalità. La giustizia fece il suo corso e ci dettero quel che ci meritavamo.
Ora, le lotte sociali possono anche comportare momenti di rottura della legalità. Come ci ricorda ogni tanto Gianni Alasia, le assemblee di fabbrica erano violazione di domicilio prima di entrare nei contratti e nello Statuto dei Lavoratori. Tuttavia, se si sceglie consapevolmente di sfidare la legalità infrangendola con gesti esemplari e dimostrativi, secondo me bisogna saperne sopportare le conseguenze sulla propria persona e bisogna saperne assumere la responsabilità.
Racconto il fatterello personale non per sollecitare ora sui forconi (che orribile termine!) una risarcitoria repressione fatta di manganelli, tintinnare di manette, processi e condanne. Semplicemente, vorrei condividere una riflessione che ho maturato fin dal luglio 1979 con i blocchi stradali dei metalmeccanici in lotta per il rinnovo del loro contratto nazionale. La riflessione è questa: l’incisività e l’efficacia delle lotte sociali non si misura con i danni inflitti all’utenza, ma con il consenso e le alleanze sociali che si riescono a costruire attorno ad obiettivi democraticamente condivisi (con comprensibile fatica) di equità sociale, di riforma fiscale progressiva, di riduzione dei privilegi e degli sprechi, di istruzione e di lavoro per i giovani, di salute e serenità per gli anziani.
Mario Dellacqua

10 dicembre 2013

Nessun commento:

Posta un commento