domenica 3 novembre 2013

SALME E SOLDI

L'ambasciatore dell'Eritrea in Italia, Zemede Tekle Woldetatios ha reclamato le salme dei profughi inghiottite dalle acque del Canale di Sicilia. “Vogliamo rimpatriarle. Il governo eritreo ha deciso di prendere tutte le salme e di portarle in Eritrea. A sue spese”.
Le associazioni umanitarie impegnate nell'assistenza ai superstiti della strage di Lampedusa denunciano la malcelata intenzione, dietro la richiesta, di procedere all'identificazione delle vittime, così da poter risalire alle famiglie in patria, per una ritorsione.
Alganesh Fessaha, presidente della ong Gandhi, da giorni vicina agli eritrei sbarcati a Lampedusa, ha dichiarato: “Non si capisce per quale motivo la rivendicazione delle salme venga fatta a dieci giorni dalla strage, quando quei corpi sono stati trasferiti e tumulati. Non si vede per quale motivo il governo eritreo dovrebbe riservare onori a oltre cento profughi che, scappando, hanno gettato fango sul suo nome davanti a tutto il mondo”. E' evidente che l'obiettivo è quello di “schedare i parenti e le famiglie delle vittime, così da ricattarle per ottenere da loro soldi. Cosa che è già avvenuta e non poche volte, in passato”.
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha autorizzato i servizi segreti dell'ambasciata eritrea a fotografare gli oppositori e i famigliari delle vittime nel corso della cerimonia.

V. DALOISO, Dateci le salme, “Avvenire”, 16 ottobre 2013, p-10.

A. RIVERA, Da Lampedusa a Montecitorio, “Il manifesto”, 24 ottobre 2013.

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