giovedì 14 novembre 2013

io voto romano prodi

Caro Direttore,
vorrei proporre, in queste poche righe, di partecipare alla primarie del PD con un voto di protesta da ritenersi in ultima analisi costruttiva, anche se un poco disperata.
Non credo di essere l'unico al quale non è andato giù il siluramento di Romano Prodi quale candidato alla Presidenza della Repubblica da parte di 101 sedicenti democratici, finora incapaci di un sussulto di dignità e di coerenza sufficiente a farli approdare ad altri lidi.
Non credo di essere l'unico a ritenere necessario un ritorno allo spirito del primo Ulivo, quello che aveva lo scopo prioritario di mettere insieme laicamente il meglio della sinistra ex-comunista con la parte migliore del cattolicesimo democratico per una politica realmente riformatrice ed aperta al contributo delle altre tradizioni progressiste, con particolare riguardo a quella genuinamente socialista e a quella ecologista.
Non credo di essere l'unico a pensare che buttare via il bambino di una politica vera e non sradicata con l'acqua sporca dell'oligarchia (vedi rottamazione) o cavalcare strategicamente le larghe intese (vedi l'assenza di effettivi limiti temporali e di scopo per il governo Letta e il suo delirio riformistico-costituzionale) non siano la strada da percorrere per venir fuori da questa incredibile crisi politico-economico-istituzionale.
Per tutti questi motivi e non solo, alle primarie del PD io partecipo ma voto Romano Prodi e mi permetto di lanciare, quindi, un appello in tal senso, sperando in cuor mio che altri sappiano renderlo mediaticamente più efficace.
Grazie dell'attenzione e buon lavoro.

Roberto Cerchio, None (TO)


Lettera a "il manifesto" del 14 novembre 2013

1 commento:

  1. Sono fortemente tentato di partecipare alle primarie per l'elezione del segretario del Pd a sostegno della mozione di Pippo Civati: è il candidato più determinato nel parlare di uguaglianza, redistribuzione della ricchezza, riconversione ecologica dell'economia. Sono però fortemente disincentivato alla partecipazione dal comportamento del gruppo dirigente locale del Pd che contraddice questa ispirazione perchè ha in parte elaborato, in parte approvato, in parte accettato il principio in base al quale, di fronte alla penuria dei posti di lavoro, bisogna privilegiare i residenti e non quelli che hanno meno reddito e più figli. Motivazione: hanno fatto così anche gli altri. Il dibattito congressuale non è stato sfiorato da alcun dubbio, se si esclude l'intervento su "Il Mondo di None" di Gregorio Codispoti. Ma c'è stato il dibattito congressuale?
    Mario Dellacqua

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