lunedì 6 maggio 2013

Bevera (Ventimiglia), sequestrata la centrale a biomassa per «traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata»

Ventimiglia - I carabinieri del comando di Imperia e del Nucleo Operativo Ecologico di Genova, hanno posto sotto sequestro la centrale a biomasse “Energy Green” di frazione Bevera a Ventimiglia in un’operazione coordinata dalla Dda di Genova con la Procura di Sanremo.
Quattro persone sono indagate in concorso per «traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata». Si tratta del titolare della Energy Green, un imprenditore del Savonese fornitore del legname per il funzionamento, il titolare della società Itagro e un autotrasportatore.
Perquisizioni e acquisizioni di documenti hanno riguardato anche la vicina Cava Bergamasca e la società “Itagro” di Camporosso, che opera nel settore del compostaggio. L’indagine ha preso le mosse nell’ottobre del 2012 e l’attenzione degli investigatori si è focalizzata sulla realizzazione e la gestione della centrale elettrica a biomasse.
In particolare, durante il periodo di operatività della centrale, ora chiusa, sarebbe stato utilizzato del combustibile “inadeguato”, che avrebbe prodotto fumi e residui inquinanti. Le ceneri risultanti dalla combustione, quantificabili in numerose decine di tonnellate, sarebbero successivamente state smaltite in modo illecito secondo l’ipotesi dell’accusa.

Da "Il Secolo XIX" del 3 maggio 2013

Comitato "Energia, Ambiente e Territorio" di None

1 commento:

  1. Indagati in concorso sono: Claudio Pastorino, socio della "Energy Green", società che titolare della centrale, ma in qualità di fornitore della legna, che veniva acquisita in Valbormida (Savona); Sergio Carminati (amministratore della Energy Green); Claudio Agnese, titolare della "Itagro", ditta di Camporosso che forniva materiale da risulta della pulizia dei giardini e(sembra) un autotrasportatore.

    La Centrale, aperta nel 2011 e costata circa 12 milioni di euro, è stata chiusa alla fine dello stesso anno, dopo un periodo di prova, perchè non funzionava a dovere. La società avrebbe dovuto effettuare investimenti e modifiche per ulteriori 3 milioni e 280mila euro per renderla di nuovo operativa e proprio in questo periodo era in corso la progettazione dei lavori.
    Da Riviera.it. 6 maggio 2013

    Si può commentare che l'abbiamo scampata brutta.

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