mercoledì 8 maggio 2013

68ª festa della Liberazione a None, 25 aprile 2013


NON SIAMO COME LORO


“…i contadini, gli operai, i commercianti, la classe media, tutti sono testimoni invece loro preferiscono non parlare di questi 13 anni passati, ma solo degli ultimi sei mesichi è il responsabile? Loro! I partiti!
Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare. Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sgoccioli, milioni di disoccupati.. sono loro i responsabili!
Io vengo confuso.. oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! Loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba!
Mi hanno proposto unalleanza. Così ragionano! Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politiconoi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta.
Eun movimento che non può essere fermatonon capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta..noi non siamo un partito, rappresentiamo lintero popolo, un popolo nuovo…”


 Dal discorso di Hitler 4 aprile 1932





ATTIVI E PASSIVI

Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.

(..) Ringrazio dal profondo del cuore i miei collaboratori, ministri e sottosegretari: ringrazio i miei colleghi di Governo, che hanno voluto assumere con me le pesanti responsabilità di questa ora: e non posso non ricordare con simpatia l'atteggiamento delle masse lavoratrici italiane che hanno confortato il moto fascista colla loro attiva o passiva solidarietà.


Dal discorso di Mussolini al Parlamento. 16 novembre 1922


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