sabato 4 maggio 2013

68ª festa della Liberazione a None, 25 aprile 2013




NON VOLERNE SAPERE
In questo bisogno di quiete è il tentativo di allontanarsi il più possibile da ogni manifestazione politica. È il tremendo, il più terribile, credetemi, risultato di un’opera di diseducazione ventennale, di diseducazione o di educazione negativa, che martellando per vent’anni da ogni lato è riuscita ad inchiodare in molti di noi dei pregiudizi. Fondamentale quello della "sporcizia" della politica, che mi sembra sia stato ispirato per due vie. Tutti i giorni ci hanno detto che la politica è un lavoro di "specialisti".

(..) Comodo, eh? Lasciate fare a chi può e deve; voi lavorate e credete, que-
sto dicevano: e quello che facevano lo vediamo ora, che nella vita politica – se vita politica vuol dire soprattutto diretta partecipazione ai casi nostri - ci siamo stati scaraventati dagli eventi. Qui sta la nostra colpa, io credo (..) Ci siamo lasciati strappare di mano tutto, da una minoranza inadeguata, moralmente e intellettualmente.
 (..) Come vorremmo vivere, domani? No, non dite di essere scoraggiati,
di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!

Giacomo Ulivi, fucilato a 19 anni a Modena nel novembre 1944


1 commento:

  1. RIBELLARSI E' GIUSTO

    Il metodo fascista, in vent'anni di dittatura, aveva trasformato il carattere delle persone, le loro stesse capacità di iniziativa. Tutti erano più inclini a subire che a ribellarsi, e questo la gerarchia fascista lo sapeva e ne approfittava per mantenersi in sella.

    Maggiorino Marcellin – Bluter Comandante della divisione autonoma “Val Chisone”

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