giovedì 2 maggio 2013

68ª festa della Liberazione a None, 25 aprile 2013




IL GRUPPO
Non comprendo, non sopporto che si giudichi un uomo non per quello che è, ma per il gruppo cui gli accade di appartenere”.

PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati. 



UNO SOLO
Se anche non rimanesse che un solo tedesco decente, quest'unico tedesco meriterebbe di essere difeso contro quella banda di barbari, e grazie a lui non si avrebbe il diritto di riversare il proprio odio su un popolo intero”.

ETTY HILLESUM, ebrea olandese morta ad Auschwitz


CAVARSELA
Quasi tutti hanno guardato altrove e sono rimasti zitti quando i vicini di casa ebrei venivano presi e semplicemente sparivano, e la maggioranza ha continuato a stare zitta anche dopo la guerra, quando si è saputo dov'erano scomparsi gli scomparsi.
In quel silenzio Primo Levi vede la colpa più profonda dei tedeschi. Quel passare sotto un silenzio di morte era più terribile dei discorsi prolissi di quanti cercavano di scusarsi con il "non ne sapevamo niente". […] Era una generazione non soltanto ferita ma anche malata e che aveva rimosso il suo trauma in una chiassosa ricostruzione. I fatti scomparvero negli stereotipi: Hitler, il criminale. La lingua subiva l'aperta violenza non solo degli autori dei crimini, ma anche di chi parlando di sé diceva ce la siamo cavata anche stavolta. In questo modo ghermivano per sé un ruolo di vittime.

Uwe Timm, Come mio fratello, trad. it. di M. Carbonaro, Mondadori, Milano 2011

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