giovedì 25 aprile 2013

GIOVANNA E (E'?) LA RESISTENZA


Giovanna è la persona con cui ho diviso solo una quarantina d'anni di impegno politico. Anche lei sa che i risultati concreti sono avari e forse vengono, ma dopo molti incontri in tanti momenti dispersi e faticosamente ricomposti. Dopo esperimenti falliti, speranze riposte e deluse. Dopo tentazioni di mollare tutto (il buen ritiro) e risalite. E litigate spettacolari sia da soli sia in compagnia su problemi politici controversi. Conosce la mia tenacia, i miei vuoti di memoria, le mie goffe gaffe, le mie colossali distrazioni, il mio narcisismo e la mia ferocia.
Attraverso i periodici baccagliamenti che rinnovano folate di rabbia e di ironia, qualcosa abbiamo imparato. C'è un punto fermo. Non è giusto, non è incisivo, non è costruttivo salire in cattedra e sgridare le persone per quello che non hanno o che non danno. Piuttosto, bisogna saper inserire invece quello che hanno e quello che danno (quel tanto o quel poco) in un disegno collettivo nel quale ciascuno possa vedere l'utilità del suo (piccolo o grande) contributo. Specialmente le donne sono in ombra e tante volte la pagano cara. Loro stirano, noi usciamo. E anche tra i maschietti, chi non si stanca? Chi non si scoccia? Chi non preferisce la televisione?

Bisogna rispettare i tempi, la disponibilità, le energie e il grado di consapevolezza degli altri, mi dico spesso. Il buon esempio meglio darlo senza pretese che chiederlo ad altri. Meglio non consumarsi in rancorosi rimbrotti. Il primo passo è sempre parlare uno per volta e non interrompere chi parla. Tanto per fare un esempio. E' un esercizio (auto)educativo all'ascolto. Anche gli altri hanno le loro buone ragioni. Sul serio. Senti l'aria che tira. Se ti viene qualche idea provaci, ma senza la pretesa di importi.
Sarà come dice un mio amico: forse senza strigliate va tutto a ramengo. Però esiste anche la possibilità che la gente si secchi di essere strigliata, e mandi tutto a ramengo per altri versi - mah”.
Ecco, niente strigliate, d'accordo. Noi non rischiamo la deportazione e le pistolettate di Kronis. Però teniamo presente che c'è poco da scherzare: dalla disuguaglianza padrona del mondo nasce il nuovo fascismo e non passa giorno che qualche infelice per le forme nuove della disuguaglianza non decida di farla finita. Tanto per fare un esempio.
Mario Dellacqua

1 commento:

  1. La scelta dei 5 stelle di non partecipare al 25 aprile e di stare "tra laggente" è una trovata furbacchiona. un intervento di manutenzione elettorale apposta per lisciare il pelo a quelli che non sono nè di destra nè di sinistra ma apolitici e apartitici. Ma chi non vuole stare nè di qua, nè di là vuole stare al di sopra delle parti cioè da nessuna parte o forse dappertutto. Una scelta miserabile, che conferma l'orribile desiderio dichiarato di arrivare al cento per cento. Mario

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