venerdì 1 marzo 2013

Chi non si rivede....L' impianto a biogas.

Qual è il suo punto di vista sulla convenzione da stipulare per il teleriscaldamento ?
Premesso che:

a prescindere da qualsiasi accordo con la cooperativa, il Comune dovrà provvedere alla migliore    coibentazione degli edifici pubblici in questione.
  1. tale operazione può essere assistita da un finanziamento della Regione fino all’80% della spesa, come da delibera della Giunta Regionale dello scorso dicembre.
  2. il risparmio energetico di tale intervento non sarebbe inferiore al 30%.
Risulta estremamente penalizzante per il comune definire il suo impegno finanziario sulla base di consumi precedenti, che ne rappresenta il picco più elevato, mantenendo fisso tale impegno per 13 anni e sterilizzando, in tal periodo, gli evidenti benefici della ristrutturazione.

Non ritiene dunque adeguato lo sconto promesso ?
Lo sconto promesso, valutate le spese per il mantenimento e l’uso del vecchio impianto, sarebbe lo stesso ottenibile dalla migliore coibentazione degli edifici.

Qual è la sua proposta ?
Il Comune deve fissare il suo impegno finanziario unicamente sulla base dell’ammortamento delle spese della cooperativa. In questo caso il risparmio sarebbe superiore a quello ottenuto nel contempo dalla ristrutturazione degli edifici.


Perché è necessaria la struttura del teleriscaldamento ?
Il teleriscaldamento è necessario per definire come cogenerativa l’attività dell’impianto (produzione di energia elettrica + utilizzo dell’energia termica). Tale processo oltre a rispondere ad una logica economica di completo utilizzo del bene prodotto è indispensabile per avere un impatto ambientale positivo con l’eliminazione delle emissioni di strutture preesistenti diversamente servite. A tal proposito, assume particolare rilievo il fatto che la Provincia, considerato il numero delle autorizzazioni concesse, valutato il precario livello della qualità dell’aria in Torino e suo circondario, abbia dato incarico all’ARPA, nello scorso mese di dicembre, di effettuare uno studio sul livello di utilizzo dell’energia prodotta e in che maniera questo incida sul bilancio ambientale dei territori che ospitano tali strutture. E’ bene ricordare che, nel nostro caso,In sede di autorizzazione, la Provincia ha espressamente valutato l’esistenza di edifici che avrebbero utilizzato l’energia termica prodotta. In ultima analisi sarebbe incongruente per un comune che ha aderito al Patto dei sindaci per il risparmio energetico non utilizzare i benefici del teleriscaldamento in presenza dei relativi presupposti.

Quali sono le ragioni del comune a sostegno di una soluzione che preveda il miglior beneficio per la collettività ma, pur non gravando di spese la cooperativa, escluda un suo ulteriore guadagno ?
Teniamo conto che il comune ha contrastato un’iniziativa similare ma che era asservita alla fornitura gratuita dei servizi oggetto di questa convenzione.
Consideriamo inoltre che la nascita di tale struttura inibisce, per ovvie ragioni, qualsiasi ulteriore soluzione urbanistica nella zona circostante.
Chiediamoci quale sarebbe l’incidenza ambientale della dispersione delle ingenti quantità di calore prodotto.
Infine valutiamo che la cooperativa ha posto in essere questa attività per la produzione di energia elettrica, da inserire in rete,per averne un prezzo corroborato da sostanziosi contributi. La produzione termica è un prodotto di scarto che, per quanto non utilizzato, verrebbe necessariamente dispersa. Per quanto ovvio, provvedendo a ripagarne le spese, il comune con il teleriscaldamento, non incide sulla redditività che ha sollecitato l’originaria iniziativa della cooperativa.


Mario Ruggieri

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