domenica 10 febbraio 2013

CHE FAREMO IL 24-25 FEBBRAIO?


All'angolo non ottuso di via Roma 11
Spodestata dai sondaggi e requisita dalle televisioni, la campagna elettorale è stanca per partecipazione popolare, ma ugualmente incerta e molto combattuta, specialmente per la presenza di un'area molto vasta di indecisi che finiranno per essere decisivi.
Diciamo la nostra senza pretese, sperando di incoraggiare altri ad uscire dall'anonimato, a riflettere, a metterci la faccia, a prendere la parola e non necessariamente a sostegno del nostro orientamento.
Noi vorremmo che con il voto del 24-25 febbraio si avviasse una svolta nella politica economica e una discontinuità nel comportamento dei parlamentari.
Nella politica economica vorremmo che si contrastasse il dominio feroce della grande finanza. Vorremmo che si colpissero gli sprechi e i privilegi, le evasioni e i grandi patrimoni. Vorremmo invece una tutela più intransigente dei redditi delle classi subalterne. Solo una redistribuzione della ricchezza può rilanciare i consumi e sostenere la ripresa dell'occupazione, specie giovanile.
Una discontinuità nel comportamento dei parlamentari si ottiene solo dimezzando il loro numero e i loro scandalosi stipendi. Chi chiede sacrifici a lavoratori, pensionati, famiglie monoreddito e minacciate dai licenziamenti deve dare il buon esempio per primo e smettere di chiederlo sempre solo ad altri. Una discontinuità si ottiene solo approvando leggi più severe contro la corruzione dilagante.
Per raggiungere questi obiettivi è assolutamente necessario rompere il potere del centrodestra e portare in Parlamento una rappresentanza combattiva, unitaria e plurale. Per questo alla Camera abbiamo deciso di votare la lista di Rivoluzione civile.
Al Senato, dove i seggi vengono attribuiti su base regionale con uno sbarramento all'8%, abbiamo invece  deciso di votare per il Partito Democratico o per SEL: ciò al fine di impedire la prevalenza delle destre o un pareggio che renderebbe molto difficile la formazione di una maggioranza autosufficiente. Lo facciamo mettendo da parte appartenenze, preferenze personali e settarismi, perchè responsabilmente vogliamo concorrere all'insediamento di un governo stabile e non continuamente ricattato dalla necessità di compromessi al ribasso. Non ci accontentiamo di protestare. Vogliamo contribuire ad una stagione di giustizia sociale, di legalità, di riconversione ecologica dell'economia, di istruzione e di lavoro per i giovani, di salute, dignità, uguaglianza e libertà per tutti.
Invitiamo tutti a dire il loro pensiero e a motivare le loro scelte.

Domenico Bastino
Mario Dellacqua
Giovanni Garabello

1 commento:

  1. CHE COSA CI SAREBBE DA FARE

    1) Rilanciare l'economia e creare occupazione abbandonando il mito distruttivo di una crescita senza limiti.
    2) Investire nella scuola, nella ricerca scientifica e nella tutela dell'ambiente.
    3) Fermare la crescita delle disuguaglianze con una riforma che renda più equo il nostro sistema fiscale.
    4) Tagliare la spesa pubblica che non serve, quella per le armi, per i cacciabombardieri F-35, per le grandi opere come il Tav e lo Stretto di Messina.
    5) Minimo mille euro e massimo 5mila euro mensili per salari e pensioni. Tutto ciò che va oltre i 5 mila euro dovrebbe essere devoluto in Bot e speso in un piano straordinario per il reddito di cittadinanza e per il lavoro ai giovani fra i 20 e i 25 anni.
    6) Reinventare un welfare che, oggi ridotto all'osso, scarica sulle famiglie e sulle donne il peso della protezione sociale, mentre lascia indifesi i giovani che nel mercato del lavoro non riescono nemmeno ad entrare. (m.d.)

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