mercoledì 27 febbraio 2013

Appello della CARITAS di NONE

   In questa Quaresima il vescovo ci chiede di sostenere le famiglie in difficoltà per l’affitto della casa. Tale richiamo nasce da una spiritualità che la Chiesa ha sempre ricordato ai suoi figli, che ha radici già nell’Antico Testamento, quando Israele era chiamato a versare la decima a vantaggio del culto e dei poveri.

  “Il levita che abita entro le tue città, non lo abbandonerai, perché non ha parte né eredità con te.  Alla fine di ogni triennio metterai da parte tutte le decime del tuo provento del terzo anno e le deporrai entro le tue città; il levita, che non ha parte né eredità con te, l'orfano e la vedova che saranno entro le tue città, verranno e si sazieranno, perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni tuo lavoro”.  (Deuter. 14, 22ss).                    “Quando avrai finito di prelevare tutte le decime delle tue entrate, dirai dinanzi al Signore tuo Dio: Ho tolto dalla mia casa ciò che era consacrato e l'ho dato al levita, al forestiero, all'orfano e alla vedova secondo quanto mi hai ordinato”. (Deuteronomio 26, 12-13).                                                                                                              Il libro dei Numeri stabilisce che le decime di tutto Israele vanno ai leviti, e i leviti a loro volta devono pagare ai sacerdoti la decima di quanto ricevono.
                                                                                               “Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per il forestiero, l'orfano e la vedova, perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni tuo lavoro. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, l'orfano e la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare: sarà per il forestiero, l'orfano e la vedova. Ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'Egitto; perciò ti comando di fare questo. (Deuteronomio 24, 19-21)                                                                                                                                    Nel Vangelo Gesù osserva una vedova che nel tempio dona il poco che ha, e la loda dicendo che ciò che conta non è la quantità, ma la fede con cui si dona, secondo le proprie possibilità.                                                           Negli Atti degli apostoli leggiamo: “Tutti i fedeli vivevano uniti e avevano ogni cosa in comune. Vendevano le loro proprietà e i loro beni e dividevano tra tutti, secondo le possibilità di ciascuno”.                                           San Paolo fece la prima colletta della storia per i poveri della Palestina, fatta da credenti che non li conoscevano neppure, solo perché erano cristiani anche loro e più poveri di loro.                                                             
  
  Nella storia della Chiesa non è mai venuta meno la certezza che Dio vuole il contributo dei suoi figli per sostenere i poveri e il culto; le forme per attuare questo sono state varie: spesso le persone, fidandosi dei sacerdoti hanno dato a loro, e sono nate molte opere sociali, come ospedali. Spesso la carità finiva a vantaggio dei poveri del luogo.                                                                                                                                                
  
  L’attuale crisi chiede di continuare questa solidarietà, ora che c’è più bisogno, perché si mostri che essere cristiani fa la differenza. Le offerte che diamo in Parrocchia vanno al culto e al sostentamento dei sacerdoti, ma molti si rivolgono alla Parrocchia e alla Caritas aspettando ciò che non trovano altrove.     
  
Anche nel Terzo Mondo i cristiani si impegnano a versare una “decima” ogni mese, in modo che la Parrocchia, senza altri proventi, sa su quanto può contare per le sue necessità e per i poveri.
  
Varie persone non riescono a pagare l’affitto o perché senza lavoro o per altri problemi gravi e imprevisti. Come Caritas ci siamo chiesti come rispondere all’appello. Le nostre possibilità sono diverse, ma ciascuno deve fare la sua parte, nel segreto e secondo coscienza. Tutti possiamo fare come la vedova del vangelo, senza pubblicità e senza scaricare su altri ciò che tocca un po’ a tutti. Varie famiglie potrebbero versare per es. 10 euro al mese per chi fa più fatica: così, col poco di tanti, si può aiutare chi a None ha bisogno.         
  
  Lo specifico dell’iniziativa è la continuità, perché ogni mese si possa sapere di quanto disponiamo come Comunità, e quanti possiamo aiutare finché sono nel bisogno. La raccolta è distinta dalla cassa della Caritas e della Parrocchia, e gestita da un gruppo ristretto riunito con il Parroco, che informerà a fine anno la Comunità Parrocchiale.  La raccolta sarà fatta in Chiesa l’ultima domenica del mese.   Tendiamo la mano, perché è il Signore che la tende a noi. Come Chiesa siamo aperti a tutti, anche ai non credenti che vogliono contribuire . . .     
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  LA CARITAS DI NONE  

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