lunedì 14 gennaio 2013

RIVOLUZIONE CIVILE A NONE: CHE SCHERZIAMO?


Martedì 8 gennaio all'angolo di via Roma 11 c'erano Desirée Baffa, Barbera Oltre Po pavese, Donato Blonda, Mario Dellacqua, Alessandro Lambra, Fabrizio Piscitello, Andrea Testa e Mario Vruna. Non tutti i presenti erano al corrente dell'intensa e frenetica ragnatela di incontri provinciali e nazionali che hanno portato al varo della lista di “Rivoluzione civile” capeggiata da Antonio Ingroia. Qualcosa da televisione e dai giornali. Le impressioni qui riportate  non possono pretendere di orientare la direzione di marcia, ma chiedono di essere rispettate un po' perchè derivano da convinzioni precedenti, un po' perchè anche ciò che arriva dalla periferia può costituire un'indicazione utile. Segnaliamo pertanto – avanti popolo alla rinfusa – i motivi di disagio e di fiducia che convivono nelle nostre osservazioni.
1)     La presenza del nome del candidato premier nel simbolo è il segno concretamente visibile che anche dalle nostre parti si è fatta strada la personalizzazione della politica, la ricerca del leader come via obbligata per l'accesso ai media: ciò è nocivo per ogni idea e progetto di riforma o di rivoluzione. L'idea che l'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori medesimi o non sarà (1864) è un'idea vecchia ma purtroppo insormontabile. Sempre liberamente escogitabili le scorciatoie che allungano.
2)     Avremmo voluto un segnale di discontinuità e invece in proposito ci è arrivato il contrario. Alle candidature scelte dal basso con metodo radicalmente democratico (una testa un voto) si è sostituito il metodo della contrattazione fra gruppi dirigenti mediante amichevole misurazione dei rispettivi poteri di interdizione sul piano economico, politico, mediatico.
3)     Non ha molta credibilità la critica delle sordità impermeabili del sistema politico e l'affermazione del primato dei contenuti sugli schieramenti perchè l'inclusione dell'on. Di Pietro (Tav, Genova, gestione familistico-proprietaria del finanziamento pubblico) ne costituisce la clamorosa smentita. Insopportabile la spocchia disinvolta e saccente con cui l'on. Diliberto tratta oggi di qua e domani di là il rientro dei comunisti(cioè di sé medesimo o suo delegato) in Parlamento.
4)     Rifondazione non partecipa alla lista Ingroia per generosità, per intima convinzione unitaria e neppure per maturata scelta di autoriforma interna (revisione critica dei suoi comportamenti e della sua oscillante strategia ora governativa ora antigovernativa con annesse scissioni a destra e a sinistra) ma perchè i sondaggi la danno alla frutta.
5)     La lista Rivoluzione civile è però l'opposizione più decisa alle politiche liberiste del governo Monti che non trovano nell'alleanza Pd-Sel un'adeguata alternativa. Siamo stati capaci di far nascere questa creatura. E' il risultato del nostro curriculum scolastico, dei nostri lavori, amori e rancori persistenti e duri a morire. Non possiamo abbandonare la creatura perchè la sua salute è incerta. La sua salute sempre a rischio andrà curata con robuste iniezioni di democrazia, di umiltà, di spirito unitario e di rotture (destinazione di parte del finanziamento pubblico a progetti di solidarietà sociale e di cooperazione internazionale). Non sappiamo più che farcene di una sinistra preoccupata solo di sopravvivere grazie ad una rappresentanza parlamentare frantumata da lacerazioni a raffica, intransigente e inavvicinabile dalle aspirazioni delle classi subalterne.
6)     Condividiamo lo spirito che ha spinto Emilio Molinari a scrivere che non bisogna brandire le proprie convinzioni troppo spesso con inaccettabili insulti, per porre discriminanti: o è così o è un tradimento, o è così o non ci sto, o è così o non boicotto ma mi faccio da parte.
Temo daver percepito che questo ragionare abbia allontanato persone interessate, creato scontentezze invece di entusiasmi, allontanato compagni ed esperienze invece di caricare la molla dellimpegno e allargato le adesioni.
Anchio avrei preferito un passo indietro dei segretari di partito, anzi, avrei voluto di più, avrei voluto che i partiti cogliessero loccasione per rimettere in discussione stessi, facessero i conti con i loro paradigmi e i loro fallimenti ecc. Avrei voluto che Ingroia non occupasse tutta la scena e non parlasse solo di inchieste ma dei grandi problemi sociali.
Avrei voluto tante cosema la ragione principale per la quale ho sottoscritto lappello è unaltra. È che penso si stiano chiudendo tutti gli spazi della politica. Che i movimenti oggi costruiscono la politica vera, ma hanno comunque bisogno di referenti istituzionali che tengano aperte le contraddizioni.
Che occorre fermare la monetizzazione dei beni comuni, mantenere viva lidea di pubblico e di partecipazione e affrontare il nodo del lavoro senza dover inseguire limprobabile crescita.
Perché il PD non è un argine al montismo, ma ne è la causa, e non lo può più essere nemmeno SEL. Perché la lista che vogliamo costruire aiuta tutto ciò che di sinistra sta ancora nel centro sinistra stesso e può avere un ruolo positivo anche sul Movimento 5 Stelle e tutto questo non è poco e sopratutto è utile al nostro paese”.
L'anarchico ancora scribacchino

2 commenti:

  1. Cosa strana la vita, io che presi parte alla scissione del Pci Sez. Nonese, Io che proprio x l'adesione a Rifondazione lasciai il Mondo di none, Io che a None sono stato la seconda tessera di Rifondazione. Oggi proprio x le stesse ragioni contenute in questo testo scritto dallo scribacchino, io voterò Sel. si io voterò Sel, xke voglio governare... stanco di gridare mentre me lo ficcano nel sedere.
    P. marino

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  2. Il voto utile tenta molti miei amici che la pensano come te e che hanno buone frecce al loro arco. Io rifletto sempre sul mancato profilo riformista delle precedenti esperienze di governo del centrosinistra e non penso che il loro magro bilancio possa essere imputato interamente all'opera destabilizzante di rifondazione: il prof. Ichino è stato sempre molto più ascoltato con le sue elaborazioni sulla flessibilità come via necessaria alla ripresa dell'occupazione. Comunque non perdiamoci di vista e facci sapere come la vedi. Ciao lo scribacchino tuttavia anarchico.

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