venerdì 21 dicembre 2012

MARCO REVELLI SCRIVE AL DOTTOR INGROIA

Marco Revelli

Caro Antonio,
innanzitutto vogliamo darti il benvenuto al tuo ritorno in Italia e ringraziarti della generosità con cui hai sostenuto, in questultimo mese, un progetto che, se riuscito, potrà davvero contribuire a fare uscire il nostro Paese dal vicolo cieco in cui è finito.
Lopportunità è veramente straordinaria. In questa tornata elettorale dal significato effettivamentecostituente” – dopo un vero e proprio default della politica ufficiale e dello stesso Parlamento - si tratta di offrire unoccasione di riscatto e di riavvicinamento alla cosa pubblica a una parte ampiaforse più ampia di quanto noi stessi immaginiamodi elettorato disgustato e avvilito.
Le prossime elezioni possono davvero trasformarsi in una sorta di Referendum sulla possibilità dirifare la politicae di ricostruire questo Paese su basi più civili, ridando motivazione ed entusiasmo a quelpopolo dei Referendumche quasi due anni or sono si è messo in cammino e si è espresso in modo perentorio. Non loccasione per contarsi tra i soliti noti, o per far sopravvivere settori ristretti di ceto politico. Ma il momento in cui si possa prospettare a una potenziale maggioranza unalternativa di programma e di metodo al sistemafallitoche ci sta di fronte e che occupa monopolisticamente la scena.
Tutto questo è possibile, nonostante le enormi difficoltà che non ci nascondiamo, a una condizione: che la proposta elettorale che si metterà in campo segni davvero una discontinuità netta, visibile, sostanziale rispetto al passato (quel passato su cui, a torto o a ragione, si è accumulato uno strato spesso di discredito). Che si tiri una riga chiara rispetto al vecchio metodo delle oligarchie e delle camarille, dei giochi dietro le quinte e delle logiche autoreferenziali, dellappello al popolo e del gioco tra i pochi, della proclamazione del valore della partecipazione e del sequestro delle decisioni da parte dei gruppi dirigenti. E infine, diciamocelo chiaro, delle vecchie facce e degli stagionati apparati, con tutta evidenza incompatibili con una lista dicittadinanza politica attivaquale le circostanze imporrebbero.
Se sapremo dare un segno inequivocabile di distanza da quel passato, nel linguaggio non gergale e nei simboli non frusti, nella chiarezza del programma (su cui dovremo lavorare ancora a fondo) e nella pulizia dei protagonisti, allora davvero potremo sperare checome è stato detto di recentesi torni adamare la politica” (una politica degna difarsi rispettare”). E, per questa via, avremo aperto uno spiraglio di speranza per quellaltra Italia fino ad oggi umiliata,
Econ questo spirito che ti invitiamo allAssemblea diCambiare si può”, sabato mattina a Roma al Teatro Quirino, per un confronto franco e aperto sul progetto elettorale, individuando in te il possibile garante del carattere radicalmente democratico, partecipativo e innovativo del percorso da compiere consapevoli della necessità di quell’ “atto di grande responsabilitàche ci chiedono i firmatari dellAppelloFacciamo presto” (anchessi invitati allAssemblea), rappresentanti della migliore Italia.
Con stima e sincera amicizia
 Marco Revelli

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