giovedì 6 dicembre 2012

L'ANPI DI NONE AD ALBA PER UN INCONTRO COMMOVENTE


Sabato 24 novembre, dietro mandato del Comitato Centrale di sezione, pervenutomi esplicitamente dal presidente e da tutti gli altri membri, secondo la nota formula ribattezzata per l’occasione silenzio-assenza, mi recavo in solitaria alla volta di Alba per incontrare Lorenza Balbo, onde prendere umani e diretti contatti con la stessa.
L’incontro è avvenuto in occasione di una conferenza tenuta all’interno del programma delle celebrazioni per i 23 giorni della Repubblica di Alba. Relatori, oltre alla Balbo, Mario Renosio, direttore scientifico dell’Istituto per la storia della Resistenza della provincia di Asti (http://www.israt.it).
Prima di parlarvi del mio colloquio con la Balbo, vorrei condividere alcune suggestioni della mattinata, per chi voglia leggerli. La conferenza si è rivelata molto interessante, ancor più per me che sono a digiuno degli eventi che hanno caratterizzato la Resistenza in Piemonte. Erano presenti in sala alcuni partigiani, come potete immaginare molto in là negli anni, sia uomini che donne, di cui purtroppo non ho colto e segnato i nomi. Fra l’altro, nell’uditorio c’era il noto (mi auguro per voi) cantautore cuneese Gianmaria Testa.
Il tema di fondo era duplice, ma con obiettivo comune. Duplice in quanto Renosio si è occupato delle operazioni militari analizzate dal punto di vista dei nazisti, la Balbo da quello degli alleati, Britannici in particolare. Obiettivo comune il tentare di rispondere a quelle due o tre domande che assillano gli studiosi e appassionati di Resistenza: fu questo un fenomeno fondamentale per il corso degli eventi bellici? senza i partigiani saremmo arrivati comunque alla liberazione da parte degli alleati? e via di questo passo. Alcune risposte sono quasi ovvie. La liberazione sarebbe arrivata certamente. Altre, pare, lo sono di meno e costituiscono peraltro il grimaldello con cui certo revisionismo cerca di scardinare i fondamenti della nostra Costituzione Repubblicana.
Analizzare le opinioni degli altri attori della guerra (nazifascisti, alleati) porta ad attribuire alla Resistenza, in questo caso nella zona tra la provincia di Parma, il basso Piemonte e l’Appennino Ligure, un contributo fondamentale per lo svolgimento e l’esito della seconda guerra mondiale. Questo dunque l’obiettivo della conferenza.
Renosio ha fatto riferimento ad alcuni documenti (rapporti militari al comando tedesco o della RSI, comunicazioni non ufficiali tra militari) in cui il nemico riconosce il valore militare e strategico della Resistenza e la difficoltà di controllare quella zona fondamentale in caso di sbarco alleato in Liguria o nel sud della Francia.
D’altro canto le missioni militari britanniche avevano l’obiettivo di sostenere i partigiani nella loro opera di ostacolo alle operazioni di movimentazione e gestione delle truppe tedesche, a dimostrazione del fatto che anche gli alleati ritenevano fondamentale il contributo italiano per la liberazione dell’Europa e per la vittoria sulla Germania nazista. La Balbo si è dilungata poi in dettagli sulle missioni. La missione "Donum" in cui era coinvolto Pat O’Regan è stata solo brevemente menzionata tra le missioni afferenti alla più importante missione "Flap/Fin", organizzata per supportare la resistenza francese e italiana e creare un legame tra i gruppi partigiani. Comunque, nulla di più che una citazione.
Interessante la chiusura della conferenza: sono stati mostrati alcuni filmati inediti girati dagli inglesi nel giugno del '45 a scopo propagandistico per testimoniare il tipo di supporto fornito ai partigiani (trasferimento di vettovaglie e armi dalla base del SOE di Monopoli al campo volo di Vesime) ed altro materiale video riguardante la Resistenza nelle Langhe.
Il momento più toccante è stato però quello dell’ingresso di uno dei partigiani (se non ho capito male presidente onorario dell’Anpi della provincia di Cuneo), avvenuto a conferenza già iniziata. Un altro partigiano, incurante dello svolgimento della conferenza e della moglie (credo) che imbarazzata cercava di fermarlo, si è alzato dal suo posto e gli è andato incontro. Immaginate la lentezza dei movimenti di due vecchi affaticati e sofferenti. L’oratore ha smesso di parlare e tutta la sala è stata come rapita da quel gesto. Il saluto tra i due partigiani è stato così intenso che nello sguardo di molti ho visto comparire lacrime di commozione. C’è stato un applauso molto sentito. Credo che questi dieci minuti mi abbiano ripagato abbondantemente della sveglia mattutina e del viaggio!
E vengo ora al colloquio con Lorenza Balbo. Innanzitutto mi ha colpito la sua figura. Condizionato forse da ciò che mi aspettavo, una grigia e polverosa nonnina, complice il pensiero che vive a Londra tra gli archivi a cercar notizie sui partigiani (il padre e il nonno rispettivamente medaglia d’argento e d’oro al valore militare). E invece si tratta di donna vitale e giovanile con spiccata capacità di intrattenere l’uditorio.
Al mio arrivo sono andato a presentarmi, a porgere i saluti del comandante Roberto, con cui ha scambiato qualche mail, e di voi tutti. Le ho raccontato in breve quello che abbiamo in mente di organizzare, del coinvolgimento del professor Berrettini, insomma quanto già credo le fosse stato preannunciato dal nostro presidente. Ho cercato di comunicarle il nostro interesse ad averla da noi e l’entusiasmo con cui attendiamo di conoscere quanto da lei trovato negli archivi militari a Londra. E devo dire che anche le sue risposte e il suo atteggiamento mi hanno positivamente colpito. Mi ha ringraziato calorosamente per la partecipazione. Mi è sembrata molto contenta del nostro invito e desiderosa di portarci il suo contributo. Secondo lei, anche a Torino e nel Pinerolese sono disponibili, ma non ancora valorizzate, numerose notizie relative ai gruppi partigiani della zona e ai loro rapporti con gli alleati. Questo potrebbe essere un punto da discutere per eventuali nostre iniziative di ricerca. Mi ha raccontato della presenza di alcune lettere di carattere strettamente personale tra Ghio e il capitano O’Regan, comunicandomi la sua ritrosia nel renderle pubbliche.
Dopo la conferenza sono passato ancora a salutarla, facendomi largo con un pizzico di faccia tosta tra i vari personaggi che chiedevano in quell’occasione udienza (gente che chiedeva informazioni, che consegnava bozze di libri per una revisione, che invitava a ulteriori incontri…insomma sembrava di essere in fila per una benedizione…). Era mancata nel colloquio precedente la parte un po’ più organizzativa. Per lei una data possibile è da ricercare per la prossima primavera. Le ho detto che riceverà una comunicazione da parte nostra (invito da tutte le sezioni Anpi della zona, come da elenco inviatoci da Roberto nei giorni scorsi) in cui le chiederemo la gentilezza di concordare data e modalità con l’altro relatore.
Durante questo colloquio si è avvicinato a noi il presidente dell’Anpi di Alba, organizzatore dell'evento, anche lui entusiasta per la mia presenza. Mi ha addirittura rimproverato di non essermi presentato prima, avrebbe voluto citarmi nei saluti iniziali e nei ringraziamenti. Mi ha chiesto i dati della nostra sezione (email e indirizzo della sede) per prendere con noi contatti e condividere le iniziative. Mi ha chiesto di tenerlo informato su questa conferenza che stiamo organizzando per parteciparvi e darne pubblicità. Mi ha detto che ci avrebbe inviato per posta (chissà se poi se lo ricorda…) una pubblicazione curata da loro sulle vicende della Resistenza nelle Langhe. Abbiamo parlato poi di alcuni progetti che loro portano avanti da qualche anno, in particolare con le scuole. Anche per questo penso che non sarebbe male tenere i contatti con loro. Magari riusciamo a cogliere qualche buona idea da trasferire a None.
Nel salutarvi tutti caramente, mi scuso per la lunghezza del resoconto. Che dire, la prossima volta scegliete un delegato più sbrigativo.
A presto

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