giovedì 13 dicembre 2012

CARO VITTORIO


Orso con Renato Lattes (CGIL)
Nel consegnarti il libro di Piero, volevo fare quattro chiacchiere con te sull'argomento.
Il libro di Piero è smilzo, però anche i suoi sassi di gommapiuma pesano.
Su di me pesano le parole di Piero.
In realtà non ho mai capito questo compagno. L'ho accettato, stimato, rispettato, anche incazzandomi.
Forse non ho mai capito nessuno. Nè tanto nè poco.
Piero crede in quello che fa. In questo momento combatte la sua battaglia di retroguardia con il pessimismo della ragione. Gli auguro di tutto cuore di riuscire a lasciare un segno su quelli a cui si rivolge. Ai compagni di belle speranze (nostre, non loro) che sono “rifluiti” nell'“arte”. Ai compagni che, presi a legnate dalla vita e dalle loro contraddizioni, si rifugiano nell'arte, (o in qualsiasi altra attività) raccontandosi la favoletta del realizzarsi; forse è il loro modo di sopravvivere, la loro morfina, il loro brigatismo.

Io non li sopporto più. Ma forse non sopporto più nemmeno me stesso. Piero, non solo li sopporta, ma li accetta. Con molti dubbi, con molte perplessità, conduce la sua battaglia quotidiana. Piero cerca di comunicare a questi ragazzi, (a quelli che si avvicinano alle attività di animazione, in particolare) il suo modo d'essere e vivere l'arte, come l'unico modo possibile e praticabile.
L'arte, o qualsiasi altra attività, non può essere fine a se stessa.
Deve servire agli altri per stimolare la voglia di accrescere la conoscenza.
Riuscirà? Sono idealmente al suo fianco.
Ma a me sono rimasti solo i dubbi e le incertezze. Non do battaglie. Al massimo le mie sono scaramucce. Per un senso (malinteso) del dovere, combatto, ma non ci credo più.
Continuo a stare al mio posto, mi illudo di consentire ad altri di rientrare.
A chi riesce a pensare, ti metto nel mazzo, assieme a Piero, non ti offendere, a voi giovani, insomma, delego la strategia. A me, se ne avrò ancora il fiato, irrimediabilmente “vecchio” indicatemi la tattica. Saprò eseguire.
Non ho più l'ottimismo della volontà, non sono riuscito a vederlo nelle parole di Piero.
Eppure c'era.
Datevi da fare ragazzi, prima che io decida di fermare il mondo e scenda.
Siamo in molti, in troppi. La scorciatoia è lo scendere.

Orso

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