mercoledì 5 dicembre 2012

acli torinesi: montezemolo, no grazie

Le ACLI di Torino ribadiscono con determinazione la propria autonomia da partiti e formazioni politiche e chiedono alla politica scelte di equità, solidarietà e giustizia redistributiva.

Le ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) raccogliendo le istanze dei propri gruppi dirigenti e di moltissimi aderenti al movimento, ribadiscono con determinazione la propria autonomia e non collateralismo rispetto a partiti e formazioni politiche, il proprio pluralismo, in coerenza con la propria mission di associazione di promozione sociale quale luogo plurale, aperto ai diversi punti di vista, laboratorio di democrazia e di cittadinanza attiva, in cui costruire pensiero sociale libero, collettivo e solidale.

Nel corso delle ultime settimane le Acli sono state ripetutamente e con insistenza accostate al percorso del movimento ‘Verso la terza repubblica’ che il 17 novembre si è di fatto costituito in qualità di soggetto politico, collocato al centro dello schieramento, e con la esplicita prospettiva di partecipare alle prossime elezioni politiche, anche se in forme non ancora definite e, come tale, segnalato dai media.


L’adesione di Andrea Olivero, Presidente nazionale Acli, a questa aggregazione e i suoi ripetuti interventi hanno determinato la rappresentazione secondo cui il movimento aclista sia posizionato in quell’area politica e impegnato direttamente alla costruzione del nuovo soggetto, sebbene lo stesso Presidente all’interno dell’Associazione (negli organi e in una lettera recente ai territori) abbia ribadito che il percorso intrapreso non coinvolga l’Associazione, ma sia condotto a titolo personale.

Le Acli riaffermano la propria autonomia e il pluralismo nelle scelte politiche dei propri aderenti. Gli orientamenti congressuali di autonomia e pluralismo delle scelte politiche, di laicità di credenti adulti, di fedeltà al lavoro e agli ultimi, che costituiscono il patrimonio storico dell’Associazione, esigono che qualsiasi scelta dei propri dirigenti di aderire ad una forza politica sia a titolo personale e richieda un preventivo atto che permetta nella chiarezza di mantenere integra l’autonomia ideale e politica del movimento, il valore delle esperienze vitali dell’associazione nella società civile e nel mondo del lavoro. Per questo motivo le Acli torinesi chiedono al proprio Presidente nazionale di impegnarsi personalmente per ristabilire e garantire alle ACLI quella autonomia che oggi è compromessa.

Le Acli torinesi, nel quadro di questa libertà di scelta e pluralismo del movimento, evidenziano la distanza culturale e sociale espressa dai propri associati e dirigenti rispetto alle scelte del nuovo soggetto politico guidato da Luca di Montezemolo. La storia delle Acli si muove nel solco del cattolicesimo democratico e sociale e si concretizza da oltre sessant’anni nell’adesione alle ragioni del lavoro e della sua dignità, alle battaglie per la promozione delle persone più fragili ed indifese, all'impegno per l'affermazione degli ideali di solidarietà, uguaglianza, legalità e sussidiarietà. Sul piano politico queste istanze trovano un riscontro coerente in posizioni che cercano una via per superare, attraverso scelte di equità, solidarietà, giustizia redistributiva e contrasto dell’illegalità e della corruzione, le diseguaglianze e le ingiustizie sociali.

Le politiche di rigore, forse inevitabili in una fase in cui si è dovuto rapidamente ricostruire dopo i danni creati dai lunghi anni di governi di centro destra, non possono rappresentare la via d’uscita permanente e devono, in ogni caso, essere sostenute maggiormente da chi ha più risorse, affinché non danneggino ulteriormente chi paga già ora i costi più alti del nuovo assetto economico-finanziario globale. L’accento su politiche liberiste che chiedono allo Stato di arretrare maggiormente nella gestione dei beni comuni non ci sembrano coerenti con l’urgenza di avviare invece politiche di sviluppo e di crescita dell'occupazione per ricostruire il patto sociale tra le generazioni, tra i territori diversi del nostro paese, tra i vecchi e i nuovi cittadini.

Le Acli considerano fondamentale in questa fase una profonda riforma della politica e degli stessi partiti, necessaria per riavvicinare le persone ai propri rappresentanti e per contrastare fenomeni di populismo sempre più consistenti. Ritengono però che questo processo debba essere condotto a partire dai cittadini e dai territori, favorendo la partecipazione politica dal basso, valorizzando i mondi vitali che operano nelle nostre comunità locali e che sono stati fondamentali in questi anni nel costruire un argine contro la devastazione della crisi economica e sociale.

Appropriarsi delle sigle di movimenti e associazioni racchiudendole in spazi politici troppo stretti presenta inevitabilmente l’effetto collaterale di demotivare e allontanare chi svolge la propria azione avendo in mente unicamente la salvaguardia del bene comune e la tutela dei diritti delle persone più deboli.

Per le Acli di Torino La Presidenza Provinciale

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