mercoledì 12 settembre 2012

Mirafiori come None


Dal 10 luglio scorso, la richiesta di dare priorità nelle assunzioni ai residenti non è più un'iniziativa solitaria del Comune di None. Alla Circoscrizione 10 di Mirafiori Sud il Presidente Marco Novello (in quota Sel a capo di una Giunta di centrosinistra) ha ottenuto l'approvazione di un ordine del giorno che chiede alla proprietà Ing Lease e Dimar di dare priorità ai cittadini della Circoscrizione 10 nella selezione del personale da assumere."
Si tratta di una richiesta maturata in seguito al cambio di destinazione d'uso nel piano regolatore della città dell'area ex Bowling di corso Unione Sovietica, che passa da area sportiva ad area a servizi. Ciòspiega Novello - ha spinto il consiglio della circoscrizione a chiedere, nell'eventualità della costruzione di un esercizio commerciale, che nella selezione del personale possa essere data priorità ai residenti”.
A questo punto – siamo in presenza addirittura di una delibera – si impone un'ulteriore riflessione e una stringente domanda. Come mai? Difendere i più vicini e quelli che incontri ogni giorno con i loro pressanti problemi e che ti sembrano più uguali rispetto a quelli che non vedi, può apparire la risposta più semplice e più immediata. Ma è anche la più socialmente giusta e la più efficace?
Socialmente giusta no, perchè introduce penalizzazioni immotivate e non contemplate dalle tutele contrattuali e legislative in vigore. Efficace nemmeno, perchè può innescare una micidiale spirale localistica a causa della quale un certificato di residenza diventa la clava per combattere una lotta in cui ogni uomo (e ogni donna) diventa lupo per il suo simile. Ancor meno efficace perchè la libertà imprenditoriale è disposta a cedere una quota della sua autorità esclusiva e a scavalcare le norme legislative solo per concedere alle Amministrazioni locali vantaggi di immagine non sempre gratuiti, specie se agevolano la raccolta del consenso in chiave preelettorale. Gli imprenditori possono essere di destra o (più raramente) di sinistra. Possono essere né di destra, né di sinistra. Nella stragrande maggioranza dei casi, per convinzione o per convenienza, sono governativi, come una volta spiegò l'avvocato Gianni Agnelli per difendere dall'accusa di fascismo la memoria del nonno che aveva indossato l'orbace in occasione di una visita torinese del Duce.
Ma allora perchè Simeone e Novello – non so quanto consapevolmente – decidono di combinare il meno giusto con l'inefficace?
Le amministrazioni locali hanno sempre meno potere e sempre meno risorse in grado di combattere seriamente contro la disoccupazione. Invece di riconoscere questa condizione di debolezza e di impotenza, appena se ne presenta l'occasione, si affaccia la tentazione di inventare il potere (finto) di introdurre tutele che rassicurano un elettorato popolare in preda a malesseri rabbiosi, sempre più solo e disarmato contro la crisi. Si sono appannate le tradizionali possibilità di difesa sindacale e politica. Finita l'epopea del lavoratore come soggetto collettivo, è cominciata da un pezzo la stagione del cittadino elettore che vuole “fatti e non parole”: perciò vota chi gli dà (o gli prospetta) un vantaggio.
Tanto meno riesce a incidere a causa delle pesanti restrizioni governative, tanto più disperatamente l'amministrazione locale finge di avere un ruolo. Si rischia di curare la propria malattia con la medicina mortale della rimozione e la finzione diventa la manifestazione più grottesca e patetica della morte della politica. L'abbiamo conosciuta come arte del pensare e dell'agire collettivo. Ora ce la troviamo ridotta a ridicolo palcoscenico in cui incontriamo tante maschere e pochi volti.
Mario Dellacqua

1 commento:

  1. Caro Mario, non avevo risposto alla tua sollecitazione sul Mercatò del 28 agosto (I dieci smarrimenti) - perché ero un po' smarrito. Non mi sembrava irragionevole dare la precedenza ai nonesi, anche in ragione di una sorta di scambio: vi beccate la costruzione del supermercato, peraltro bruttarello, ma avete il vantaggio dell'assunzione 'facilitata'. In questo post però il tuo ragionamento mi sembra molto più chiaro e condivisibile...
    Massimo Bonifazio

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