domenica 8 luglio 2012

IL DISSENSO POLITICO NON SI QUERELA


Ciao Mario,
ho letto sul blog molte manifestazioni di solidarietà nei tuoi confronti dopo l’articolo apparso su L’Eco del Chisone, dove pubblicamente venivi informato di essere stato querelato. Al di là di esprimere solidarietà nei tuoi confronti ed approvare quanto hai scritto, vorrei però sapere (se è possibile) come è finita la faccenda. Sei già stato convocato dall’Autorità Giudiziaria per “elezione di domicilio”?
E' passato già un po’ di tempo e comunque tutto il paese lo sa!
E’ forse per questo motivo che non ho letto o sentito commenti in merito alla faccenda da parte tua?
Sono riusciti con le minacce ad azzittire anche te ?
Loredana  Brussino
La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire.
(George
Orwell)


Cara Loredana,
avevo poco da aggiungere fino alla comparsa del manifesto di Solidarietà e progresso cui  risponderà il Circolo rifondarolo. Ne parliamo martedì sera. Non ho ricevuto niente. La querela è stata annunciata con  sdegno, ma per ora è stata addirittura sostituita da un invito a confermare in Tribunale le assunzioni viziate da pratiche clientelari”.
Chi ha annunciato la querela adesso chiede di essere querelato. Curioso e disinvolto capovolgimento di frittate.
Un indirizzo giusto forse ha sconsigliato il Sindaco di affidare alle carte bollate il compito di rispondere alla denuncia politica di un rapporto fra istituzioni e cittadini fondato su troppi atti e troppe parole che danno lavoro a pochi e tolgono dignità a molti.
Sindaco e Giunta si danno la zappa sui piedi. Scrivono di non aver promesso posti di lavoro, ma rivendicano di aver raccomandato all'impresa l'assunzione dei nonesi. La raccomandazione di gruppo può servire per ottenere consensi a None, ma purtroppo è socialmente ingiusta. E' anche politicamente sbagliata perchè altri Comuni potrebbero sentirsi autorizzati a seguire l'esempio e a penalizzare i nonesi quando provassero a cercare lavoro fuori None. Di questo passo, si sprofonda in una logica localista e leghista. La stessa conclamata solidarietà ai lavoratori Indesit diventa finta se introduce competizioni fra i lavoratori sulla base della residenza. In tempi di crisi, i primi da tutelare sono proprio gli ultimi, cioè quelli con carico famigliare più pesante. Dovunque abitino. Fuori da questo principio c'è il “si salvi chi può”... trovare qualche santo in paradiso. Poi si prova molto più in basso, ma con il cappello in mano.  E' a questa deriva che secondo me dobbiamo ribellarci.
Ciao e grazie per l'attenzione. Mario

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