giovedì 26 luglio 2012

IL CONSIGLIO COMUNALE CON I LAVORATORI INDESIT


Riunito il 29 giugno, il Consiglio comunale di None ha approvato un ordine del giorno di solidarietà con i lavoratori Indesit in lotta per la difesa del loro posto di lavoro.
La decisione di delocalizzare la sede dello stabilimento di None desta grande preoccupazione sia per  le pesanti conseguenze sulle famiglie dei 360 lavoratori a rischio di licenziamento, sia per le ricadute negative su di un territorio già falcidiato da numerose crisi aziendali”.
La drastica posizione aziendale, comunicata alle organizzazioni sindacali, prevede di non più produrre le lavastoviglie in Italia e suscita notevole contrarietà”. Al Consiglio comunale risulta  incomprensibile la decisione di chiudere uno stabilimento con caratteristiche di eccellenza per la qualità del prodotto e con buoni indici di produttività”. La soluzione utile per la riorganizzazione dello Stabilimento era quella della Cassa integrazione straordinaria. Ma l'azienda, com'è noto, ha preferito confermare la scelta unilaterale della chiusura. Pertanto, il Consiglio Comunale ha considerato indispensabile chiedere che i Presidenti della Provincia di Torino e della Regione Piemonte sollecitino al Ministero dell'Industria, in sintonia con le Organizzazioni Sindacali di categoria, un tavolo di governo per la  riorganizzazione dell'intero gruppo Indesit in un' ottica di valorizzazione delle risorse esistenti e non solo con il perseguimento dell'abbattimento dei costi di produzione, scelta che  mette in crisi tutti i luoghi di produzione nazionali”. L'amministrazione comunale ha espresso la solidarietà della città ai lavoratori della Indesit ed alle loro famiglie e si è impegnata a seguire costantemente l'evolversi della trattativa sindacale cooperando con gli altri Comuni del territorio per la costruzione di un fronte comune.”
Dopo questo ordine del giorno che sembra un modulo precompilato di solidarietà con la quale o senza la quale tutto rimane tale e quale, la domanda è ineludibile: che cosa in concreto dovrebbe fare questo “fronte comune” se alla prima occasione ogni Comune difendesse “i suoi” come vuole la Sindaca di None quando annuncia che i nuovi assunti di un supermercato “saranno esclusivamente nonesi” (vedi L'Eco del 23 maggio)? Tra i possibili non licenziati nonesi all'Indesit quanti di Santa Caterina Villarmosa, di Trebisacce, di Maddaloni o di san Dalmazzo? E perchè non riconoscere un vantaggio agli iscritti al sindacato o a quanti hanno lottato per la difesa del posto di lavoro, mentre altri aspettavano la pappa fatta e non solo non aderivano al sindacato, ma neppure facevano gli scioperi? C'è da sperare che la linea suggerita dalla Sindaca di None non faccia scuola perchè presuppone la frantumazione di ogni legame di solidarietà. Vanno per primi difesi i lavoratori (o i disoccupati in caso di nuove assunzioni) che, a pari capacità e professionalità, hanno il carico famigliare più pesante e il reddito più leggero.

Mario Dellacqua

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