sabato 21 aprile 2012

EDUCARCI ALL'ASCOLTO


Giovanni Garabello

Vorrei intervenire brevemente per ringraziare gli organizzatori di questo convegno. Mi hanno dato una bellissima opportunità di ritornare a riflettere sulla figura di don Milani che aveva caratterizzato negli anni settanta la mia formazione, sia come credente, sia come militante politico.
Allora nelle ACLI di Torino si viveva un clima “ rivoluzionario” che ci vedeva schierati al fianco degli ultimi e sempre pronti a condannare ogni ingiustizia.
Ricordo con nostalgia la Cooperativa di cultura “Don Milani”, nata presso la sede delle ACLI in via Perrone e che ogni anno portavamo a None in occasione delle feste natalizie.

Allora suonavo la chitarra non solo per cantare i canti delle messe “Beat” o dei giovani, come venivano chiamate. Si cantavano anche i “canti della protesta” e quelli del movimento operaio.
Ritornare a riflettere ora, ricordando il messaggio di don Milani a quaranta anni dalla sua scomparsa nella mia attuale veste di amministratore locale, non può che interrogarmi su come vivo oggi questa mia responsabilità nei confronti dei miei concittadini alla luce dell’insegnamento del priore di Barbiana.
Nascono quindi spontanee alcune domande.
Quanta disponibilità do all’ascolto e al confronto con chi vive situazioni di difficoltà o di emarginazione?
Il mio impegno va nella direzione di garantire piena cittadinanza alle persone, di tutelare l’equità nella distribuzione delle risorse, di promuovere la giustizia, di schierarsi dalla parte degli ultimi?... Certo è difficile andare controcorrente!
A chi la mandiamo oggi quella lettera?”
Penso che questa lettera dovremmo mandarcela reciprocamente. Ognuno di noi nel proprio ruolo di genitore, insegnante o amministratore ricopre una responsabilità di educatore e formatore di individui e di coscienze. Ricordarci che l’educazione è sempre un educarci percorrendo insieme un cammino di crescita nell’ascolto, nel confronto, vuol dire fare emergere i valori nascosti che stanno dentro di noi.
Ecco quindi emergere il rapporto stretto che esiste tra educazione e giustizia, condizione primaria per garantire a tutti la possibilità di costruirsi la propria vita, la propria libertà.
La strada che don Milani ha tracciato è una strada dura, difficile da percorrere. Ma la ritengo fondamentale per chi vuole impegnarsi nella politica e nel sociale: luoghi dove occorrono sempre più testimonianze di critica costruttiva e pratica della giustizia, costruendo speranza tra la gente che si incontra ogni giorno.

Giovanni Garabello
27 ottobre 2007

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