venerdì 23 marzo 2012

Centrale biogas di Cherasco: 200 persone ad ascoltare gli esperti alla serata promossa da Legambiente

Tre le questioni affrontate: questo impianto ha senso? - È opportuno? - Rispetta le leggi?
"In tanti anni non ho mai visto un'adesione di cheraschesi così numerosa!". Con queste parole Giancarlo Scarzello del Comitato No Biogas:Biovis ha commentato la grande partecipazione di cittadini di Cherasco e Bra all'incontro di ieri sera a Roreto promosso da Legambiente per approfondire la conoscenza su biogas e biomasse, ovviamente in relazione alla possibile realizzazione di un impianto di questo tipo proprio a cavallo fra i due comuni.
Una partecipazione davvero consistente: circa duecento persone hanno infatti ascoltato gli autorevoli relatori che si sono alternati durante la serata moderata da Nadia Virtuoso, Presidente del Circolo Legambiente del Braidese. Interventi volti ad offrire un'informazione completa e il più possibile oggettiva, ferma restando la posizione decisamente netta dei numerosi relatori contro la realizzazione dell'impianto proposto dalla Biovis.
Tre le questioni affrontate: questo impianto ha senso? È opportuno? Rispetta le leggi?
Per Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia la risposta è solo una: "Non solo non avremo benefici, ma sarà un danno per tutti", ha spiegato nel suo acceso intervento. Affermazioni supportate anche dalle esperienze e dalle ricerche proposte da Gianpiero Godio, Responsabile Energia Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Primo Penone, Coordinamento dei Quartieri e delle Frazioni di Bra, Marisa Peano, Perito del Comitato Privati e Aziende zona La Bassa e Gianni Fissore, Comitato di Quartiere Gerbido la Bassa, tutti uniti nel sostenere la stessa pozione.
"È nostra abitudine valutare ogni proposta e approfondire tutte le tematiche affinché i cittadini possano formarsi un'opinione individuale e libera - ha spiegato Nadia Virtuoso, Legambiente - e per quanto riguarda l'impianto Biovis a nostro avviso ci sono aspetti negativi sia di tipo ambientale sia di ricaduta sociale sul territorio. Primo fra tutti la localizzazione dell'impianto, troppo lontana dalle fonti di approvvigionamento. In secondo luogo Bra e Cherasco sono comuni ufficialmente riconosciuti in zona piano d'aria con oggettive problematiche di qualità dell'aria. L'ultimo aspetto - e forse il più importante- è di tipo etico: il biogas che sarà prodotto dall'impianto, deriva per i due terzi da cereali (silo mais e sorgo zuccherino) che invece dovrebbero nutrire gli uomini e gli animali. A nostro avviso bisognerebbe ripensare completamente la proposta di questo impianto".
All'incontro sono stati invitati anche i responsabili della Biovis che però non erano presenti. E per quanto riguarda la posizione politica delle amministrazioni di Cherasco e Bra il messaggio è chiaro da parte di entrambe: no all'impianto, come hanno sottolineato il sindaco di Cherasco Claudio Bogetti e l'assessore alle Politiche Energetiche del comune di Bra Alberto Rizzo, pur manifestando i limiti degli amministratori su faccende come queste.
Eppure mai come oggi si era assistito ad un movimento così attivo ed unito per dire no ad un progetto: "La grande partecipazione che abbiamo registrato ieri sera a Roreto di Cherasco - conclude Nadia Virtuoso - ci conferma che i cittadini sono sempre più attenti, interessati e con la voglia di farsi un'opinione informata su quel che succede nel loro territorio. È necessario chiarire, e nel corso dell'incontro lo si è compreso perfettamente, che la produzione di energia da fonti rinnovabili (tra le quali rientra anche il biogas) è un'opportunità che dobbiamo saper cogliere e valorizzare in modo intelligente ed appropriato. Saremmo poco avveduti se ci limitassimo ad etichettare acriticamente come 'buono' tutto ciò che viene proposto con il cappello di rinnovabile; per questo siamo voluti entrare nel merito di tipologia, taglia, collocazione, alimentazione, ecc., e la valutazione dipende anche molto dallo specifico contesto territoriale. Gli impianti a biogas dovrebbero sorgere nelle immediate vicinanze degli allevamenti, avere una taglia idonea al trattamento prevalente del refluo zootecnico utilizzando in forma minoritaria scarti derivanti dalle produzioni agricole (pula di riso, sfalci, residui di lavorazione) e non sottrarre terreni e produzioni destinate all'alimentazione umana ed animale. Occorre valutare attentamente lo specifico contesto territoriale evitando di localizzarsi in contesti densamente abitati e dove la qualità dell'aria è già fortemente compromessa come quella di Cherasco e Bra".
Intanto la realizzazione dell'impianto è in esame alla Provincia di Cuneo che deciderà se accettare o meno il progetto della Biovis srl, che ha presentato istanza per la costruzione e l'esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili della potenza elettrica di kW 635, per una potenza termica in ingresso di kW 1.591, alimentato a biogas derivato da biomasse di origine agricola e reflui zootecnici, da realizzare nel comune di Cherasco al confine con il Comune di Bra Quartiere Gerbido la Bassa.
E mentre la Provincia analizza la richiesta, c'è grande attesa sulla relazione del Politecnico di Torino: l'amministrazione di Bra ha infatti affidato una consulenza proprio ai docenti dell'autorevole ateneo torinese per ottenere un parere scientifico su questa operazione. Pareri che verranno ufficializzati alla prossima Conferenza dei Servizi, al momento non ancora convocata.
TargatoCN.IT - Lucia CAMPISI
giovedì 22 marzo 2012

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