giovedì 16 febbraio 2012

UN MOLLEGGIATO INACIDITO


Le idee si confrontano e si combattono, i giornali si discutono e si criticano, ma chi ne chiede la chiusura ci fa ripiombare nel clima che si respirava quando le squadracce davano fuoco alle Camere del lavoro e alle tipografie. Famiglia cristiana e Avvenire parlano delle “beghe del mondo” (per esempio la fame e le guerre). Sono in prima fila nella  critica dei provvedimenti xenofobi adottati da molti sindaci leghisti. Tutelano la dignità degli immigrati. Diffondono i messaggi della Chiesa cattolica.

Chi sì è spellato le mani per applaudire Celentano non legge Famiglia cristiana,  non legge Avvenire e legge poco o niente di tutto il resto, altrimenti non approverebbe questi discorsi fascistoidi pronunciati con il tono di un insopportabile predicatore americano.
Quanto alle firme di un referendum nel cestino, chi ha applaudito il molleggiato inacidito non sa che per respingere un quesito referendario, la Consulta non deve contare il numero delle firme, ma vagliare la sua legittimità costituzionale. Sui giornali, fior di giuristi avevano spiegato in anticipo che il quesito andava respinto perchè la sua approvazione avrebbe comportato il ripristino di una legge già abrogata da un precedente referendum. Chi non legge i giornali non poteva saperlo e non sa che le regole vanno rispettate anche quando ci sono sgradite. 
Mario Dellacqua 

1 commento:

  1. Forse la sfuriata di Celentano contro “Famiglia cristiana” può essere spiegata come una risposta stizzita all'intervento di Franca Zambonini che il 12 febbraio sul medesimo settimanale cattolico aveva scritto che “la solidarietà non sceglie i poveri come si fa con i provini di un reality dotato di un montepremi. La generosità richiede silenzio, non aspetta né lodi né promozioni di immagine. Lo dice il Vangelo, Matteo 6,2: 'Quando dunque tu fai l'elemosina, non metterti a suonare la tromba davanti a te'. Lo dice la saggezza popolare: 'fai del bene e scordatelo'”.
    Se è per questo, Matteo 5:14-15 dice anche che “non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa”. Dunque, siamo noi a dover risolvere il problema e il Vangelo non può rispondere al posto nostro. Forse è meglio un Celentano benefattore di un Celentano accumulatore di ricchezze. Ma mi chiedo come sia possibile accettare la corruzione di un sistema che cresce sulla frode della pubblicità (rimbecillimento condito di volgarità e falsificazione con l'obiettivo di promuovere il consumo del superfluo) e poi pretendere di bonificarlo con un gesto clamoroso, con la generosità eccezionale che copre la truffa ordinariamente somministrata.
    Mario Dellacqua

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