mercoledì 1 febbraio 2012

spicchi di memoria senza pretese

Oscar Luigi Scalfaro fu un cattolico clericale, molto vicino al Vaticano anche quando l'Azione cattolica era guidata da Luigi Gedda e allontanava Carlo Carretto. Il suo anticomunismo lo avvicinava a Scelba e a Fanfani, specie quando il segretarioaretino imbarcò la Democrazia Cristiana nell'avventura delreferendum contro il divorzio. Scalfaro vide con diffidenza nonsolo il divorzio, ma osteggiò tutto quanto nel mondo cattolico era sospettato di voler aprire il dialogo del disgelo con i socialisti e con i comunisti.
Nei confronti del movimento sindacale e della Cisl lanciò segnali di perfetta estraneità (non so quanto si sia speso, ad esempio, per appoggiare il movimento dei giuseppini ispirati da Mario Romani a contrastare l'unità sindacale nel marzo 1971).
In un'intervista rilasciata a Franco Gheddo e depositata presso la Fondazione Vera Nocentini, Luigi Macario testimonia che non mancarono le tensioni con Giulio Pastore: il fondatore della Cisl confidava agli amici il proprio rammarico perchè, ad ogni tornata elettorale, non riusciva mai a conquistare il primo posto tra gli eletti dello scudo crociato nella circoscrizione Torino-Novara-Vercelli,: “sempre Scalfaro, sempre Scalfaro...”. E la gara sotterranea non poteva mancare di emergere sotto forma di tensioni perchè l'elezione della terna dei sindacalisti, completata da Carlo Donat Cattin e da Carlo Borra, era sempre a rischio per numero di preferenze.
Nel 1972 era ministro dell'Istruzione e in un corteo di studenti mi trovai a gridargli “Scalfaro, ministro democristiano, le tue riforme falle al Vaticano”.
Da Presidente della Camera, grazie a “Radio radicale”, lo sentii una volta calmare una seduta turbolenta. Spiegò che anche l'intervento più lontano doveva essere rispettato per “la goccia di
verità” che poteva contenere. Devo essere sincero: quella goccia di verità subito mi disturbò e poi mi aiutò molto.

Mario Dellacqua

2 commenti:

  1. mi sembra però doveroso ricordare anche la fedeltà dell'uomo al dettato costituzionale ed il suo conseguente impegno alla presidenza dell'associazione "salviamo la costituzione" negli ultimi anni.

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  2. Fu un centrista di ferro, più guardingo che audace nella spinta verso le riforme sociali, intransigente nella chiusura con i comunisti, ma altrettanto incrollabile nella difesa delle prerogative del Parlamento e nella lealtà alle istituzioni repubblicane. Nel 1994 rifiutò di procedere allo scioglimento anticipato delle Camere e non convocò nuove elezioni perchè volle prima verificare se nel Parlamento non ci fosse una maggioranza in grado di assicurare la prosecuzione della legislatura.
    Il partito dell'amore non gli ha perdonato questa scrupolosa obbedienza al dettato costituzionale e ha rifiutato di partecipare ai suoi funerali. Le cronache non hanno potuto registrare neppure un biglietto di condoglianze proveniente da quelle parti. Un gesto di scomposta e raffinata crudeltà. Con la spettacolare ostentazione di questo osceno silenzio (Scalfaro forse sapeva che non solo il nudo è osceno), la lotta politica ha raggiunto in Italia un eccezionale vertice di imbarbarimento. Ci separa una distanza siderale dai tempi in cui Giancarlo Pajetta scortava Almirante in visita alla camera ardente di Enrico Berlinguer per consentire al capo missino di rendere omaggio ad un avversario combattuto in vita, ma meritevole di rispetto di fronte al mistero della morte.
    m.d.

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