sabato 11 febbraio 2012

LAVORARE DI PIU' E POI LASCIARSI LICENZIARE


Nonostante la “cura da cavallo” del governo dei “tecnici”, dei professori, dei banchieri, degli ex militari, le persone normali non  vedono vie di uscita, anzi... L'inflazione è tre volte la crescita dei salari. Taxi e camionisti fanno sul serio, mentre le fabbriche non sono più luogo di rivolta e dire che ci sarebbero molti motivi per rivoltarsi....  Le liberalizzazioni che interessano i padroni sono acqua, gas, energia, ferrovie.
Mentre il buon senso dice che bisogna investire per rinnovare la rete ferroviaria, si tolgono i treni notturni per il sud usati dai poveracci e si continua sulla strada scandalosa del treno ad alta velocità, con sprechi e danni al territorio.
Nessuno accenna a togliere potere alle banche, ai banchieri e speculatori.
L'unico intervento in discussione dopo aver deciso che si lavora fino a 67 anni è di togliere ai lavoratori  tutele, salario, per poterli licenziare più liberamente di adesso.
ALP-CUB Pinerolo

5 commenti:

  1. A me Monti più che un primo ministro pare un amministratore delegato. Sicuramente è uno che conosce il mestiere e lo fa bene. Siamo noi che non facciamo bene il nostro, che non è solo quello di militanti e di lettori (..) Essere di sinistra non basta, rischiamo di trovarci dalla stessa parte dei nostri nemici, che non leggono perchè a loro il mondo va bene così, con pochi pensieri e molte merci:
    Franco Arminio

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  2. L’Italia spende ogni anno per la formazione 2,9 miliardi di euro. Una cifra che ci colloca in fondo alla classifica degli otto paesi più industrializzati e a una distanza notevole dalla Germania (ma anche dalla Spagna).

    La cosa peggiore è che il dato è in progressivo calo negli ultimi anni. Come (guarda caso) la condizione del Sistema Paese.

    Quando si parla di rilancio degli investimenti bisognerebbe partire da questo dato. Il rilancio della crescita, infatti, passa anche da qui. Ne sanno qualcosa le imprese, spesso costrette a ri-formare i propri dipendenti per supplire alle manchevolezze della formazione pubblica.

    Stefano Natoli Il Sole 24 Ore

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  3. NONOSTANTE la “cura da cavallo” del governo dei tecnici e dei professori, per le persone normali non si vedono che legnate. Basta una nevicata per mettere a nudo le fragilità del nostro territorio e i non interventi mai fatti prima e che nemmeno adesso si fanno.

    Perfino il maltempo mette a nudo la distanza tra chi comanda nel nostro Paese e la vita della gente normale: il freddo blocca i treni trasformandoli in frigoriferi per i passeggeri, ma si fa la crociata mediatica e giudiziaria a favore della TAV, la cui utilità è ancora tutta da provare; Roma si ferma per la neve e parte subito lo scarica-barile tra sindaco e protezione civile, perché la priorità è salvare l’immagine agli occhi degli elettori.
    Non stupisce quindi che Monti parli di posto fisso noioso o dei giovani che devono accettare le sfide: non considera che per molti lavoratori precari (senza parlare dei disoccupati) la sfida è la sopravvivenza, non accettare incarichi diversi di alto livello. Il mondo che conosce Monti probabilmente prevede maggiori garanzie e buoni uscita a prova di taglio allo stato sociale.
    ALP-CUB Pinerolo

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  4. Ogni caccia costa 120 milioni di euro, che basterebbero per costruire 185 asili nido, permettendo a più madri di mantenere il loro posto di lavoro. (..) C' è molta preoccupazione, ma c' è allo stesso tempo una coscienza diffusa del fatto che tutti debbano farsi carico del ria p p i a n a mento dei conti, in vista di una ripresa. Ma i conti devono essere trasparenti, e le motivazioni delle scelte condivise. Io credo che nessuno di noi si imporrebbe un sacrificio oggi, per un domani di guerra e di sangue. La gente vuole benessere, salute, crescita, e soprattutto vuole la pace. (..)L' acquisto degli F-35, oltre che assurdo, è contro la nostra Costituzione, che all' articolo 11 stabilisce che l' Italia ripudia la guerra, se non come strumento di difesa. Ma i caccia sono armi di attacco, e chi mai l' Italia dovrebbe attaccare ?
    Umberto Veronesi, da Repubblica 12 febbraio

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  5. DOVE IL SINDACO E' LEGHISTA
    I finti poveri abitano anche nella Bassa Bergamasca. Il Comune di Caravaggio ha accettato solo 30 delle 179 domande presentate dalle famiglie per il rilascio di buoni pasto a costo ridotto da utilizzare nelle mense scolastiche. Anziché il prezzo pieno di 4,36 euro, molti cittadini chiedevano di godere di uno sconto cui in realtà non avevano diritto.

    Pur di ottenere indebitamente il beneficio, i “furbetti della mensa” non si facevano scrupolo di presentare una certificazione Isee fasulla, omettendo conti correnti, immobili, secondi redditi. Per un bel pezzo era filato tutto liscio, visto che anche lo scorso anno erano state accettate ben 223 domande. Ma la festa è finita quest’anno, quando il Comune di Caravaggio ha mangiato la foglia e ha chiesto alla Guardia di finanza di passare al setaccio le dichiarazioni di chi si spacciava per «non abbiente».
    Marco Birolini da "Avvenire" 11 febbraio

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