sabato 28 gennaio 2012

VERCELLI – L’Assessore Davide Gilardino sugli impianti di biogas a Trino e Cigliano: "No all’utilizzo dei prodotti vegetali, meglio reperire il prodotto dagli scarti"

La richiesta di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di“impianto di produzione di biogas utilizzando biomasse di origine vegetale” nel Comune di Trino, e quella per “Impianto di produzione di biogas da biomasse di origine vegetale” a Cigliano hanno fatto parlare molto i media locali, suscitando diverse reazioni. A questo proposito, l’Assessore provinciale all’Ambiente Davide Giardino ha espresso alcune precisazioni. «Per quanto riguarda la centrale di Trino, la Conferenza dei Servizi, svoltasi il 20 dicembre 2011,  ha stabilito, sulla base di quanto emerso nella riunione e tenuto conto delle osservazioni e note avanzate dagli Enti e Soggetti invitati e dell’istruttoria tecnica effettuata dagli Uffici Provinciali di richiedere al proponente le integrazioni e gli adeguamenti progettuali che sono emersi necessari dall’esame condotto e dai pareri e dalle note pervenute.
Le integrazioni e gli adeguamenti dovranno essere forniti entro 30 giorni dalla data del 20 dicembre, salvo motivate proroghe. Solo dopo che saranno consegnate le integrazioni richieste sarà possibile convocare nuova Conferenza dei Servizi per l’esame delle stesse».

Sull’impianto ciglianese «La Conferenza dei Servizi, svoltasi il 22 novembre 2011, ha ritenuto di accettare la richiesta del Proponente di sospendere i termini del procedimento per presentare le integrazioni e gli adeguamenti progettuali che sono emersi necessari dall’esame condotto e dai pareri e dalle note pervenute. Le integrazioni e gli adeguamenti dovranno essere forniti entro 30 giorni dalla data di ricevimento del  verbale, salvo motivate proroghe. Il verbale è stato spedito con nota n. 5014 del 17 gennaio u.s. Solo dopo che saranno consegnate le integrazioni richieste sarà possibile convocare nuova Conferenza dei Servizi per l’esame delle stesse».

Un chiarimento dal punto di vista tecnico/procedurale, quindi, a sostegno dell’operato degli Uffici Provinciali che hanno condotto e condurranno una puntuale procedura nella valutazione dei progetti presentati. «Credo –afferma Giardino- sia opportuno esprimere alcune considerazioni dal punto di vista più squisitamente politico circa l’opportunità di realizzare impianti quali quelli proposti. Nei prossimi giorni presenterò gli opportuni atti amministrativi, alla Giunta e al Consiglio, che prevedano criteri di forte limitazione e condizioni molto stringenti circa la possibilità di realizzare impianti di quel tipo».

In pratica, tenuto conto della forte vocazione agricola del nostro territorio, volta in particolare alla coltivazione di prodotti dedicati all’alimentazione, l’Assessore proporrà che l’Amministrazione provinciale «esprima con forza alla Regione Piemonte la propria contrarietà alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da biogas derivato dalla digestione anaerobica di prodotti vegetali che sono utili all’alimentazione. Oltre a questa valutazione occorre tener conto che per alimentare gli impianti a biogas, terreni molto produttivi per coltivazioni pregiate che sono caratterizzanti del nostro territorio a livello mondiale,  potrebbero venire “volturati” a coltivazioni di minor pregio, solamente utili alla produzione di energia elettrica per ottenere così gli incentivi dei famosi certificati verdi. La finalità degli incentivi per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile tramite questi impianti dovrebbe, a mio modesto parere, reperire il prodotto dagli scarti, e specie vegetali non commestibili e non da cereali che devono continuare a servire all’alimentazione».

In qualità di Assessore all’Energia, con delega anche all’Ambiente e all’Agricoltura, Gilardino tiene conto di ulteriori valutazioni. «Da un punto di vista più prettamente ambientale appare necessario limitare la possibilità di realizzazione di impianti a biogas alle sole aree industriali e solo in presenza di cogenerazione ad alta efficienza che cioè sfrutti il calore residuo di ciascun impianto a favore di altri impianti precedentemente alimentati a fonti convenzionali, in modo da ottenere un bilancio ambientale positivo dal punto di vista emissivo. Impianti a biogas in area agricola potrebbero essere consentiti ai soli imprenditori agricoli in regime di scambio sul posto e cioè a condizione che l’impianto alimenti esclusivamente le necessità energetiche dell’Azienda. In ogni caso prevedendo una cogenerazione ad elevata efficienza.

Conclude L’Assessore: «Per queste motivazioni, credo sia urgente e particolarmente utile, in questo momento, fornire alla Regione Piemonte le nostre determinazioni in vista della predisposizione delle disposizioni del documento relativo all’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti a biomassa e il nostro territorio deve con le sue straordinarie peculiarità essere assolutamente salvaguardato».


Fonte: PiemonteOggi.it 19/01/2012

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