giovedì 1 dicembre 2011

gli eretici esistono ancora... per fortuna

Mi auguro che Stefano prosegua la sua ricerca sugli eretici iniziata con le domande proposte sul numero appena uscito di “Insieme”. Spero non si accontenti di sentirsi rispondere che l'eretico rifiuta “la sottomissione all'autorità ecclesiastica che detiene, unica, la funzione di insegnare nell'intero corpo della Chiesa”. “Unica”, hai capito bene? E felice chi preferisce “lasciarsi condurre” perchè la libertà della nostra coscienza “non è un giudice infallibile”.
Tutto vero: so benissimo che essere liberi non significa essere liberi di fare ciò che ci pare senza confini, senza regole e senza solidi principi morali. So benissimo che dietro la libertà si nasconde il pericolo della licenza e dell'individualismo. Però, se nessuno avesse accettato di correre il rischio, facendo uso del primato della sua coscienza nella libertà di dissentire, oggi sarebbero ancora valide queste parole: “Concessa a chiunque illimitata libertà di parola e di stampa, nulla rimarrà inviolato; non saranno neppure risparmiati quei supremi e veritieri principi di natura che sono da considerare come un comune e nobilissimo patrimonio del genere umano”. (Leone XIII, Enciclica Libertas, 1888).
Meno male che gli eretici hanno resistito, altrimenti saremmo ancora guidati da queste proposizioni di Leone XIII e considereremmo pericoloso il manifestarsi del pensiero libero. In sostanza, gli eretici hanno svolto un ruolo decisivo nella lotta per la libertà che, alle sue origini, non poteva non essere lotta per la libertà religiosa e per il diritto al dissenso nell'ambito della Chiesa. I cattolici del Novecento e del Duemila dovrebbero essere i primi a riconoscerlo.

Mario Dellacqua

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