mercoledì 30 novembre 2011

tempo di guerra, sabato 17 dicembre


riformismo anche con il mais

Ho incontrato in via Stazione un esponente della minoranza e ci siamo confrontati sulla vicenda della centrale a mais richiesta dai contadini. Ci siamo trovati d'accordo su una questione ed in disaccordo su un'altra. Ne voglio riferire a voi per capire se ormai io sono "d'antan" o ha sempre un senso quello che penso. Abbiamo concordato sul fatto che sarebbe opportuno affidare ad un tecnico valido e neutrale la valutazione dell'opera soprattutto sotto l'aspetto delle emissioni possibili, sulla viabilità e sull'impatto in genere. Siamo stati in disaccordo sul fatto che, se la relazione fosse tranquillizzante, il Comune dovrebbe chiedere ai privati (che tra l'altro usano dei soldi pubblici per la loro imprenditoria) di realizzare gratis per la collettività un qualcosa di interesse sociale: ad esempio il riscaldamento del polo scolastico sportivo che è nelle loro vicinanze. Per rafforzare la mia opinione davanti alle sue motivazioni (cioè che l'imprenditoria privata deve essere sempre sostenuta e non bastonata altrimenti nessuno viene a None, o che loro avrebbero già il via libera da enti superiori) ho citato il caso del grattacielo dell'Indesit e del piano di riordino di quell'area che noi a suo tempo abbiamo approvato chiedendo però all'Indesit di comprarci i terreni su cui si sono realizzati gli impianti sportivi. Se il Comune affianca o autorizza il privato nella sua impresa prendendosi davanti all'opinione pubblica la sua responsabilità, non può non ottenere un risvolto sociale. Ho concluso dicendo che in tali situazioni si vede la differenza tra un liberista ed almeno un socialriformista (per non parlare di comunismo che adesso fa così paura).
Domenico

domenica 27 novembre 2011

un impianto di biodigestione a none?

Mercoledì 23 novembre alle ore 21 Carla Benotti, Giuliano Carletti, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Mario Scaglia e Nunzio Sorrentino si sono incontrati all'angolo su convocazione del portavoce per un primo esame del progetto di impianto di digestione anaerobica presentato il 31 ottobre a None dalla Agri Energia None 2012 Società Cooperativa Agricola.
Dove, in vista dell'assemblea del 25 novembre, i presenti convengono di riconoscere che una posizione ponderata del Comitato ha ancora bisogno di approfondimenti più esaustivi per manifestarsi compiutamente.
Il Comitato non ha alcuna ostilità pregiudiziale verso l'iniziativa e parteciperà alla positiva e apprezzata consultazione promossa dal Comune con domande volte ad ottenere assicurazioni sotto il profilo ambientale.

Ancora scribacchino l'anarchico

lunedì 21 novembre 2011

IL COMITATO “ENERGIA, AMBIENTE E TERRITORIO” DI NONE HA INCONTRATO IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANTONIO SAITTA

Martedì 8 novembre alle 18,30 una delegazione del Comitato “Energia, ambiente e
territorio” di None composta dal portavoce Nunzio Sorrentino, da Nadia Biscola,
Giuliano Carletti, Mario Dellacqua, Franca Di Nicolo e Mario Ruggieri ha
incontrato a Palazzo Cisterna il Presidente della Provincia, Antonio Saitta, l'assessore
provinciale all'Ambiente, Roberto Ronco e il responsabile per la Provincia dell'area
Ambiente Paolo Foietta.
Il Comitato ha ascoltato le motivazioni per le quali i rappresentanti della Provincia
hanno ritenuto di rilasciare l'autorizzazione all'insediamento della centrale a biomassa
sul territorio di None: in assenza di una rigorosa normativa regionale, il decreto 387
del 2003 relega in secondo piano le urgenze dell'equilibrio ambientale, mentre offre
possibilità di successo ad iniziative imprenditoriali il cui fine preminente è quello del
vantaggio economico dell'impresa. L'assessore Ronco ha poi osservato che, nel caso
di None, il Comune era intervenuto presso la Provincia con sollecitazioni favorevoli
alla realizzazione dell'impianto. L'adesione iniziale è venuta meno solo in una fase
successiva, quando si è manifestata la contrarietà popolare di cui il Comitato si è fatto
portavoce.
Pur riconoscendo la validità della critica al ritardo persistente della Regione, il
Comitato ha fatto rilevare che, nel caso di None, le lacune del progetto legittimavano
ampiamente il diniego comunicato in prima istanza dalla Provincia.
Le integrazioni finali (il riscaldamento degli edifici industriali presenti in zona) che
hanno determinato il ribaltamento del giudizio della Provincia, sono palesemente
fornite dalla società proponente al fine di correggere con una proposta “last minute”
la fragilità del progetto originario rimasta sostanzialmente inalterata: tale “appendice
necessaria” è sprovvista della pur minima documentazione progettuale e risulta
dichiaratamente sconnessa dal nucleo centrale dell'impianto (i locali in questione
verrebbero serviti da ulteriore centrale ad essi dedicata).
Pur contestando l'autorizzazione, il Comitato apprezza i vincoli in essa contenuti
circa l'Indice di Risparmio Energetico, il Limite Termico e l'utilizzo del calore.
Considerato che tali vincoli sono oggetto del ricorso della Benarco, il Comitato
apprezza la determinazione con la quale la Provincia si è impegnata a perseguirne
l'applicazione ricorrendo al Consiglio di Stato qualora il giudizio del TAR dovesse
risultare sfavorevole.
Il Comitato interesserà anche le funzioni competenti della Regione per rappresentare
il caso di None a comprova dell'assoluta necessità ed urgenza di una normativa
regionale sulla specifica materia.
Il Comitato ringrazia il Presidente della Provincia, Antonio Saitta, l'assessore Roberto
Ronco e il responsabile dell'Area Ambiente, Paolo Foietta perchè, grazie alla loro
disponibilità, l'incontro si è svolto in un clima di serena franchezza.

Il Comitato “Energia, ambiente e territorio” di None

11 novembre 2011

niente fulmini con saitta

Mercoledì 9 novembre Giuseppe Astore, Nadia Biscola, Giuliano Carletti, Mario
Dellacqua, Dolcetto di Nadia, Mario Ruggieri, Mario Scaglia, Nunzio Sorrentino e
Mario Vruna si sono incontrati all'angolo di via Roma 11.
Dove i presenti si sono scambiati le loro opinioni sull'incontro avvenuto il giorno
prima con il Presidente della Provincia Antonio Saitta, con l'assessore Roberto Ronco
e con il responsabile dell'area ambiente della Provincia Paolo Foietta.
Dove nel complesso l'esito dell'incontro è stato ritenuto positivo, dal momento che
la controversia fra Provincia, Comune e Comitato tuttora pende davanti al TAR
del Piemonte. Nonostante confermi la sua opposizione all'autorizzazione rilasciata,
il Comitato apprezza la determinazione con la quale la Provincia si è impegnata a
resistere in tutte le sedi (eventualmente anche di fronte al Consiglio di Stato) contro il
ricorso presentato dalla Benarco per ottenere la rimozione di ogni vincolo ambientale
all'insediamento della centrale.
Dove si è deciso che il punto di vista del Comitato e le altre informazioni emerse
durante l'incontro saranno sintetizzate in un comunicato in corso di collettiva
redazione e di prossima uscita.

Anarchico l'ancora scribacchino

però avrai noi

Martedì 8 novembre Giovanna Baffa, Cari di Andezeno, Mario Dellacqua,
Alessandro Lambra, Giuseppe Migliore, Fabrizio Piscitello, Andrea Testa,
Torta di Alessandro in duplice copia e Crostata di Elena si sono incontrati
all'angolo.
Dove si è discusso del prossimo congresso nazionale rifondarolo e di quello
pinerolese-nonese in programma per sabato 19 novembre alle ore 14 in via
Lanteri a Pinerolo.
Dove gli stati d'animo sono diversi. Chi dice che Rifondazione è un partito
sulla via dell'estinzione. Chi dice che se non si può votare Rifondazione cosa
votiamo? Chi dice che l'ultimo problema è decidere dove mettere la crocetta.
Chi dice che “resistere” per chiedere al centrosinistra di negoziare un accordo
contro le destre per farci rientrare in Parlamento è una faticaccia senza speranza
di incidere nei programmi altrui, figuriamoci sugli equilibri governativi.
Chi dice ma sei troppo pessimista e lo sei sempre stato. Chi dice che potrai
anche non avere la falce martello sulla scheda, ma in compenso avrai noi e
chiunque altro diverso da noi disposto a lavorare liberamente e a impegnarsi
pensando in grande ma agendo nel piccolo e nel quotidiano: centrale a
biomasse (riconversione ecologica dell'economia), resistenza (democrazia
che sale dal basso e non scende dall'alto), istruzione per tutti (nessuno deve
dipendere dall'intelligenza e dalla parola di un altro) e persino per gli stranieri
(uguaglianza sociale), solidarietà concreta sul piano locale e internazionale (se
chi sta male starà peggio, il futuro sarà sempre più violento).

domenica 20 novembre 2011

verbale anpi 17 novembre 2011

Riunione ANPI del 17 novembre 2011, ore 21, all'angolo di via Roma 11

O.d.G.
PRESENTAZIONE LIBRO
BILANCIO EVENTO 4/11
varie ed eventuali

PRESENTI: Roby C., Domenico, Mario, Giò, Io, Massi Bonifazio

1. PRESENTAZIONE LIBRO
  • si è deciso di posticipare la presentazione del libro in data 17 Dicembre 2011, ore 15:30 c/o Sala Conferenze Comune di None infatti in tale data possono partecipare tutti e tre i relatori; 
  • interventi: storici locali (Comello , Barberis + fratello di Cresti, partigiano) a seguire Beppe Nicola a chiudere Novelli
  • moderatore Roby C. (a meno che qualcunaltro si renda disponibile); 
  • pubblicità: manifesti (5) e locandine per i negozi (della cui distribizione potrei occuparmi io) 
  • in uscita 15 giorni prima;
  • inviti personalizzati ad alcune persone (da stilare lista nominativi);
    distribuzione e vendita libro durante la presentazione e in seguito c/o edicole e cartolibrerie nonesi (ovviamente a titolo gratuito da parte di questi) 
  • auspicabile un'offerta di almeno 10 €; 
  • rinfresco casalingo post-presentazione. 
2. BILANCIO EVENTO 4/11: CONCERTO PER LA PACE - TRIBUTO A DE ANDRE


bilancio generale più che positivo per tutti i coinvolti (anpi-musici-pubblico); 
bilancio economico:
  • entrate 1005 €
  • spese 605 € service + 148,40 € siae + pubblicità (?)+ rinfresco 20 €
  • 250 € circa di "guadagno" per la Parrocchia
  • a carico della sezione i costi della pubblicità e del rinfresco
  • perchè del successo? De andrè et pubblicità ben fatta 

3. VARIE ED EVENTUALI

PROMOZIONE ATTIVITA' DELLA SEZIONE
  • brochure di presentazione della sezione da distribuire durante gli eventi organizzati
  • sponsorizzare al tesseramento
  • poche attività ben fatte. 
TARGA SEDE
  • non sul muro, eventuale manifesto in vetrina con indicazione di tutte le attività/associazioni che si riuniscono all'angolo
PROSSIMI EVENTI: giorno della memoria, 25 aprile
  • proiezione cinematografica?
  • Teatro?
  • coro/concerto bambini/ragazzi?
  • coinvolgimento scuole?
  • gita sui luoghi della resistenza?

Ci riaggiorniamo con il proposito di pensare a qualcosa da fare.
La riunione si chiuse alle 23:30

il presente verbale è stato redatto da ma medesima Rossella

mercoledì 9 novembre 2011

I CATTOLICI CHE VOGLIONO SALVARE L'ITALIA


“Cattolici dal potere al silenzio”: il titolo dell'opera di Beppe Del Colle che ha appena conseguito il Premio Capri-San Michele, esprime uno spirito carico di nostalgico rimprovero per un bene perduto. Questo bene perduto è il protagonismo dei cattolici nell'agone politico. L'autore non sente la mancanza del potere cattolico in Italia, al quale anzi non risparmia la sferza della sua critica garbata e rispettosa mentre ne ricostruisce le vicissitudini di quasi due secoli. Piuttosto, il prestigioso editorialista di “Famiglia cristiana” vive come un deterioramento civile e morale degli italiani la smarrita centralità che i cattolici avevano conquistato e stabilmente amministrato nel dopoguerra a beneficio di una società italiana in impetuoso sviluppo, a coronamento di una lunga marcia cominciata all'opposizione. 
I cattolici furono all'opposizione del Piemonte nonostante il pensiero cattolico-moderato di Cesare Balbo e le speranze seminate dal primo Pio IX. Furono ai margini del Risorgimento nonostante il neoguelfismo di Vincenzo Gioberti. Furono avversari dell'Italia unitaria, nonostante lo sdegnoso non expedit papale subisse graduali erosioni con l'irrompere della questione sociale e con la Rerum Novarum di Leone XIII. Furono all'opposizione del fascismo, nonostante l'intransigenza di Luigi Sturzo e il martirio di sacerdoti come Don Giovanni Minzoni trovassero nella Santa Sede una preminente preoccupazione per il peso delle parole. Furono ai margini della Resistenza solo perchè il prevalere dell'iconografia comunista ha oscurato la partecipazione di tanti cattolici come Igino Giordani, Giuseppe Donati e Silvio Geuna.
Ma, nell'Italia della ricostruzione e poi del miracolo economico, lo scenario cambiò radicalmente e l'azione dei cattolici potè dispiegarsi in tutta la sua forza perchè seppe gestire i vantaggi di una invidiabile centralità. Furono in prima fila nella lotta dell'Occidente contro il comunismo: ma erano convinti di aver avviato “una vera e propria rivoluzione” capace di porre “le basi per una strategia democratica alternativa al capitalismo individualista e al collettivismo marxista” (pag.111). Il partito democristiano, anche se le ha regolarmente sconfitte, emarginate o esibite come fiore all'occhiello, annovera tra le sue elaborazioni più coraggiose il pensiero di Dossetti, La Pira e Lazzati che il comunismo lo volevano combattere sul terreno delle riforme sociali. I governi  guidati da Alcide De Gasperi schierarono la “ispirazione” cattolica del partito dello scudo crociato a disposizione della Chiesa cattolica e delle sue battaglie contro “il materialismo marxista nemico dell'uomo”. Tuttavia, possono a buon diritto rivendicare il profilo rigorosamente laico della loro azione politica. De Gasperi ne dette prova quando rispose con memorabile fierezza al Papa che non lo volle ricevere per fargli pagare la colpa di non essersi alleato con i missini a Roma nel 1952: come cristiano accettava la “umiliazione”, ma la respingeva per “la dignità e l'autorità” che rappresentava come Presidente del Consiglio. 
 Del Colle auspica il ritorno dei cattolici alla centralità del loro protagonismo perduto e li sollecita energicamente ad uscire da quello che egli chiama il “silenzio” degli anni berlusconiani. Ma Del Colle esagera nella sua disistima della presenza cattolica, raffigurata con una bocca incerottata campeggiante sulla copertina del volume. In tema di bioetica e di fecondazione assistita, di inizio e fine vita, di tutela della libertà per la scuola religiosa, di difesa della famiglia tradizionalmente intesa dalla comparsa di nuove forme di convivenza tra i sessi, i cattolici non solo non stanno zitti. Essi levano fieramente la loro voce nel paese. In Parlamento parlano di “principi non negoziabili” e finora hanno ottenuto quello che la CEI vuole. Effettivamente, la loro azione ha meno successo quando il Papa parla di redistribuzione della ricchezza, di revisione del modello di sviluppo, di rispetto degli immigrati, di dovere cristiano dell'accoglienza, di apertura degli spiriti verso una società multietnica e multireligiosa. Addirittura stanno zitti, stavolta sì, se monsignor Rino Fisichella registra che la Lega, “quanto ai problemi etici, mi pare che manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa”. E non battono ciglio se, in occasione del caso Englaro, il leghista Cota dichiara che in Italia nessuno deve morire di fame per legge.
In ogni caso, se il protagonismo è difficile, l'unità è impossibile. Anzi, il suo inseguimento appare come un'operazione che ha come unica motivazione accettabile la ricerca di nuove alleanze per nuovi governi o nuove repubbliche. Ma non si possono convocare al servizio dello stesso disegno politico il pensiero e l'opera di Luigi Gedda e Primo Mazzolari, di Aldo Moro e Mario Scelba, del cardinal Pellegrino e del cardinale Siri, di don Lorenzo Milani e di don Luigi Giussani, di Carlo Carretto e di Papa Pacelli, per quanto laboriosi siano i tentativi di inserirli nella dialettica di una sola grande storia da venerare con devozione e ecumenico rimpianto. 
La fine dell'unità dei cattolici, per molti come Del Colle, è un trauma ancora doloroso. Esso nasce dal più vasto trauma derivante dall'impatto ancora irrisolto del cattolicesimo con la modernità. L'altro nome della modernità è la secolarizzazione o, ancora peggio, la scristianizzazione: essa coincide con la scoperta bruciante che con la libertà di coscienza il cristianesimo finisce di essere il tutto e comincia a diventare una parte tra le altre. Il passaggio può essere vissuto come fine, ma anche come principio di una storia appassionante per un nuovo ruolo dei credenti nella società di domani, nel dialogo con le altre fedi in uguale libertà. 
Per questo nuovo ruolo, non basta più il dialogo tanto caldeggiato da Papa Giovanni che, nel suo messaggio al congresso socialista di Venezia, si mostrava adombrato e provava “pena assai viva” per chi “pensa di poter raggiungere la ricostruzione dell'ordine economico, civile e sociale moderno sopra ogni altra ideologia che non si ispiri al Vangelo di Cristo” (pag.213).  Per il dialogo, c'è bisogno di una disponibilità alla reciproca contaminazione e alla comune fatica della ricerca. Non si può prestabilirne l'esito, covando la riserva di più o meno scoperti progetti di fagocitazione dell'altro. Questo dovrebbe capire il senatore Gaetano Quagliariello che invece, apprezzando CL, il cardinal Ratzinger e don Giussani, scrive come “la vera libertà (..) non possa fare a meno di una verità fondante”. Non stupisce l'affermazione di Quagliariello. Amareggia l'approvazione di Del Colle che commenta: “E cioè Cristo” (pag.243). Così tanti cattolici italiani sono risospinti nel pantano del “nulla salus extra ecclesiam” dal quale non sono mai usciti.
Mario Dellacqua
B. DEL COLLE-P. PELLEGRINI, Cattolici dal potere al silenzio, Edizioni San Paolo, 2010.

martedì 8 novembre 2011

PREVISIONI METEOROLOGICHE IN ATTESA DELLA PROSSIMA ALLUVIONE A NONE


Sul teleschermo scorrono le immagini della tragedia genovese: genitori che hanno perduto i figli, famiglie senza casa, negozio, lavoro e automobile alla quarta alluvione. La chiusura delle scuole avrebbe risparmiato alcune vite umane e non aver provveduto è una grave responsabilità. Capisco pertanto il fiume in piena della contestazione che travolge il Sindaco di Genova. Ma per il resto, mi sento solidale con Marta Vincenzi non meno che con le vittime del disastro. Le hanno gridato vergogna, dimissioni, c'erano gli alberi nel greto dieci giorni prima e non vi decidete a pulirlo. 
Dalle nostre parti è già capitato e speriamo che funzioni l'argine (costato molto denaro e osteggiato a suo tempo dagli agricoltori). In ogni caso, sono convinto che nessun cittadino può in coscienza trasferire sull'autorità politica locale responsabilità che sono collettive, anche se ogni circostanza può far comodo per colpire un avversario politico. 
Ma gli avversari politici vanno incalzati con i buoni argomenti, le buone proposte e il costante esercizio del controllo democratico degli atti amministrativi, non certo speculando sulle disgrazie comuni. 
Le alluvioni  arrivano dalla combinazione micidiale di due eventi: la progressiva tropicalizzazione del clima e la progressiva copertura della terra con colate di cemento e di asfalto. 
Del primo evento può essere ritenuto colpevole ogni Sindaco se continua a sostenere come migliore dei mondi possibili un modello di sviluppo fondato sul mito produttivista della crescita illimitata che comporta la consumazione selvaggia della natura, dell'aria e dell'acqua. E' quel modello di sviluppo il colpevole del surriscaldamento del pianeta e dell'alterazione del clima che scioglie i ghiacciai. Ma se lo dici passi per romantico sognatore del ritorno all'arcadia di un'economia silvo-pastorale. 
Del secondo evento, ogni Sindaco invece è responsabile avendolo autorizzato. Ma i cittadini che ora protestano contro la cementificazione del territorio, dove erano quando venivano approvati piani regolatori che favorivano circonvallazioni e, subito a ruota, incremento delle volumetrie edificabili? Molti presentavano osservazioni per chiedere che anche il loro terreno venisse riconosciuto edificabile. Molti chiedevano un aumento della cubatura per non fare figli e figliastri. Molti acconsentivano. Altri disapprovavano senza scaldarsi troppo. Altri ancora stavano zitti, allineati e coperti. Altri ancora dicevano che se l'edilizia non va avanti i muratori non possono andare a mangiare a casa tua. Altri ancora deprecavano in pubblico l'arrivo di un impresario non indigeno, ma in privato facevano affari con lui se conveniva. I governi di centrodestra hanno aggravato la situazione con la pedagogia dei condoni che, in cambio di soldi, assolvevano gli attentati all'integrità del territorio fabbricando una copertura legalitaria ex post riservata ai responsabili degli scempi. Naturalmente i piccoli venivano presi in ostaggio ed esibiti a tutela dei grandi.
Dico queste cose non solo in forma autocritica (essendo stato amministratore comunale a cavallo tra i due secoli), ma perchè l'esasperazione a babbo morto non costruisce niente, anche se costituisce la reazione più semplice e prevedibile. La regolarità periodica delle esondazioni, non la loro eccezionalità, ci chiama ad una rivoluzione democratica del pensiero economico e dei comportamenti collettivi. 
Ci vorrebbero più risorse di attivismo umano e intellettuale (proposte da elaborare, costante monitoraggio della produzione deliberativa) in un Comitato “Energia, ambiente e territorio” impegnato non solo contro la centrale a biomasse, ma capace di collaborare con l'amministrazione (o di criticarla) per ottenere  misure in favore del risparmio energetico, una minore produzione di rifiuti e/o un loro smaltimento ecologico, il riassetto idrogeologico del territorio, la pulizia dei canali e del Chisola (chi legge le delibere sa che qualcosa è già stato fatto). 
E basta nuove costruzioni come quella orribile che ci piomba addosso all'arrivo dal Ponte Rosso. None è piena di case nuove e vuote. Non abbiamo bisogno di nuove abitazioni e di nuovi centri commerciali, e quella della concorrenza che fa abbassare i prezzi e porta posti di lavoro è una gran balla. I prezzi aumentano da soli e l'occupazione guadagnata dai supermercati, quando va bene, compensa quella crollata nel piccolo commercio.
Non potremo allontanare le prossime alluvioni con il prossimo Sindaco. Non illudiamoci, sostituendo il ceto politico, di evitare le conseguenze del sistematico dissesto idrogeologico che abbiamo determinato, subito o non adeguatamente contrastato. C'è bisogno urgente di molto di più. Possiamo e dobbiamo gettare le basi di una politica capace di rispettare le nuove generazioni, mentre finora le stiamo prendendo in giro o per la gola. A None e in Italia. Prima sentiamo la responsabilità di farlo, meglio è. A costo di riconoscere i nostri errori e di non presentare come raccomandabile o addirittura esemplare il curriculum politico-amministrativo della generazione a cui apparteniamo o della famiglia politica che abbiamo sostenuto.
Mario Dellacqua

domenica 6 novembre 2011

VERSO IL CONGRESSO RIFONDAROLO

Cari amici e compagni,

ho partecipato giovedì scorso ad un incontro con i responsabili del circolo di Pinerolo. Abbiamo pensato di decidere uno svolgimento comune del Congresso dei nostri circoli (posto che il nonese ha soli dieci iscritti) e abbiamo fissato la data di sabato pomeriggio 19 e domenica 20 novembre prossimo. Il lento precipitare della crisi politica italiana verso lo sbocco delle elezioni anticipate obbliga Rifondazione a chiarire le proprie scelte: conferma della prospettiva della federazione della sinistra? partito unico dei comunisti? fronte democratico contro le destre ma fuori dal centrosinistra? fronte democratico contro le destre con annessa disponibilità a appoggiare un governo di centrosinistra?

A tutte queste domande che investono il futuro immediato del nostro impegno politico siamo chiamati a dare una risposta individuale e collettiva. Vi sollecito a partecipare.

Ciao a tutti Mario

sabato 5 novembre 2011

CENTRALE, FULMINI (E SAITTA?)

Mercoledì 2 novembre si sono incontrati all'angolo di via Roma 11 Gigi Andriolo, Giuseppe Astore, Gennaro Baffa, Carla Benotti, Bianco di Pasquale, Nadia Biscola, Giuliano Carletti, Paolo Cremi Lai, Mario Dellacqua, Rito Di Mario, Pasquale Mataluni, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino, Torta di Rito, Mario Vruna.

Dove una relazione di Mario Ruggieri, introdotto dal portavoce Nunzio Sorrentino, ha passato in rassegna le principali motivazioni addotte da Benarco e dalla Provincia a sostegno della loro resistenza al ricorso del Comune di None e del Comitato.

Dove si è assodato che il Comitato essendo parte contrapposta alla Provincia davanti al TAR, non può chiedere su questo terreno alcuna convergenza, mentre persiste però il suo interesse ad ottenere l'impegno della Provincia a resistere nell'istanza superiore del Consiglio di Stato nel caso malaugurato dovesse essere accolto il ricorso che Benarco ha presentato contro i vincoli dell'autorizzazione.

Dove si è ribadito che al Presidente Saitta verranno fatte notare asciuttamente tutte le ragioni della nostra disapprovazione per la rilasciata autorizzazione che, a nostro giudizio, non rispetta i vincoli dell'equilibrio ambientale pur fissati dalle linee guida.

Dove si è stabilito che al termine dell'incontro in via Maria Vittoria, il Comitato emetterà un comunicato per informare la cittadinanza degli argomenti trattati e delle eventuali decisioni colà assunte.

Dove ha fatto una brutta fine la torta di Rito che è stato diffidato dal diminuire il ritmo delle prossime forniture.

Scribacchino l'ancora anarchico