mercoledì 5 gennaio 2011

Sentivamo tutti la mancanza di un nuovo Centro Commerciale.

Anzi di uno Shopping Village. Se poi, come ci garantiscono, sarà "il piu' grande d'Italia", non possiamo che esserne fieri. Finalmente un'opera che risponde alle esigenze di sviluppo del Paese: cemento, cemento, asfalto, appalti e subappalti, 'ndrangheta, svincoli, viadotti, luminarie, sindaci con fascia ad inaugurare, vescovo a benedire, banche e finanziarie in fibrillazione ecc.
La proprietaria è la «Campi di Vinovo spa» del gruppo finanziario Gilardi spa, che ha acquisito l'area dalla Juventus FC insieme al nome e al marchio stesso. 
Come scrive il settimanale L'eco del Chisone:
Una superficie lorda complessiva pari a 82mila metri quadrati su un’area complessiva di 340.000 mq di cui 110mila destinati a parcheggio. L'intervento commerciale verrà realizzato dalla Cgg costruzioni generali Gilardi Spa. Collocato lungo il nuovo asse Debouché, nei pressi dell'uscita della tangenziale, accanto al parco di Stupinigi, Mondo Juve shopping center «offre i vantaggi del classico centro commerciale classico con ipermercato, con l'attrattività di un elegante fashion mall e la profondità di offerta di un grande retail park".  
Ne parla anche La Stampa del 2 dicembre 2010. L'opera e' stata presentata dalla modella cubana Keyla Guilarte Gonzalez alias Madre Natura nel programma televisivo di impegno culturale Ciao Darwin [ http://video.google.com/videoplay?docid=-4578313180260896460#].
Un nome, una garanzia.
Ditemi la vostra opinione.
Claudio Canal
 
Caro Claudio,
come volevasi dimostrare, gli alfieri della modernità e gli ideologhi della crescita a tutti i costi continuano a prenderci sonoramente per i fondelli con la collaborazione entusiastica e insopportabilmente pedagogica di quegli amministratori comunali e di quei Sindaci che non si stancano di spiegarci con santa pazienza che bisogna  promuovere lo sviluppo se si vuole favorire l'occupazione. Benedetti imbroglioni. Se la massa salariale in circolazione rimane immutata, anzi diminuisce la ricchezza disponibile nelle tasche dei lavoratori dipendenti, dei giovani precari e dei pensionati, chi non spenderà in un centro commerciale, spenderà in un altro, non in tutti e due. Dunque, dove uno apre, un altro chiuderà o ridimensionerà l'attività poco lontano. E la concorrenza fra centri commerciali produrrà, quando va bene, lo spostamento dei posti di lavoro da un luogo ad un altro. Una volta finita la costruzione, le imprese edili chiuderanno i battenti e intascheranno i soldi dell'affare. Licenzieranno i lavoratori e gli artigiani in subappalto, promettendo di chiamarli la prossima volta se capita un affare simile. Ai Comuni resteranno le spese per la complicazione della viabilità, anche se avranno l'illusione di non aver speso nulla e anzi di averci guadagnato in oneri di urbanizzazione con la cementificazione di quel poco di territorio che a Nichelino, come dalle nostre parti, è sopravvissuto in questi anni. Come dice un mio amico veterinario, “una volta arrivati al fondo si può sempre scavare ancora”. Anche nell'assenso a queste opere si misura l'uguaglianza fra destra e sinistra. Una gara disgustosa, in cui ciascuno gioca sullo stesso terreno a dimostrarsi simile al concorrente, dipinto come avversario, per comodità di marketing e reciproco vantaggio nella distinguibilità del marchio di fabbrica e del prodotto (per me diventato indigeribile).
(Mario Dellacqua)   

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