giovedì 25 febbraio 2010

Chiesa di Sant’Anna e dintorni – parte terza

 In occasione della deliberazione del Consiglio comunale in merito alla acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile meglio conosciuto come chiesa di Sant’Anna per farne la nuova sede della Croce Verde, ho ritenuto necessario formalizzare alcune brevi riflessioni per giustificare un comportamento che potrebbe all’apparenza risultare incoerente.
Mi sono affidato ad un documento formale perché il mio pensiero risulti inequivocabile e per obiettiva facilità espositiva.
Alla vicenda in argomento ho partecipato praticamente nella fase finale, in un momento in cui la decisione risultava però determinante. Il mio parere riguardava solamente aspetti tecnici senza mettere minimamente in discussione il beneficio ultimo, quello appunto di dare maggiore agio alla Croce Verde, piuttosto che l’impegno di amministratori e tecnici che tanto hanno lavorato sull’argomento, prima di me.
Mi sia consentito però di fare una breve memoria di alcuni passaggi che hanno caratterizzato la vicenda, secondo chiaramente il mio punto di vista.
Ci si è  avvalsi di ardimentose trattative piuttosto che di machiavellici concetti urbanistici, la famigerata perequazione urbanistica. Per il “Garzanti” il termine significa quel principio attraverso al quale si media la dotazione urbanistica dei terreni e contestualmente si promuove la formazione, senza esproprio e spese, di aree a servizio della collettività; la stessa  perequazione urbanistica che sta generando l’evaporazione di circa il 40% del valore del terreno confinante al lotto in questione.
Si è  proseguito con la programmazione di un supermercato la cui superficie di calpestio di circa 2000 mq. è molto vicina alla somma delle superfici di tutti i negozi esistenti in None, senza che i negozianti, per quanto ne so, abbiano potuto manifestare il loro punto di vista.
Si è  giustificato la necessità di un fabbricato che, per quanto alto 16 mt. circa, comprometterà notevolmente il valore di una palazzina da tempo esistente, rilevante e caratteristica.
Si è  disconosciuta la competenza di una Commissione edilizia disattendendone il parere, per quanto so bene solamente consultivo, di opportunità circa l’attribuzione di parametri urbanistici piuttosto che di una altezza entrambi eccessivi rispetto al contesto insediativo esistente, nonostante il PRGC auspicasse il mantenimento di caratteri edilizi-morfologici del tessuto edilizio circostante.
Tutto questo, oggi devo dire, è avvenuto non per merito mio, ma tantomeno per colpa mia.
Infine si è  scritto e si è detto che fosse solo sterile contrapposizione politica fine a se stessa, piuttosto che miopia politica ed amministrativa oltre che inesperienza e ambigua posizione di professionisti nell’ambito di un paese ristretto (stretto).
Tuttavia, non intendo proseguire oltre nella mia manifestazione di disappunto e di dubbi e ritengo che non sia più il tempo di continuare su queste recriminazioni. Oggi è tempo di AUGURI.
Mi sia permesso di formulare i miei migliori auguri alla Croce Verde che spero presto possa risplendere nella nuova sede.
Ciò premesso, nonostante il mio parere sugli argomenti sopra sintetizzati sia immutato, in piena coscienza e nell’interesse della collettività Nonese, ritengo oggi, per le scelte oramai fatte, che il mio parere non possa che essere FAVOREVOLE. Di tanto è mio dovere.
Mario Scaglia

lunedì 22 febbraio 2010

Le ragioni della centrale

di Mario Ruggeri

Obiettivo della direttiva comunitaria è la promozione della produzione di elettricità da fonti rinnovabili allo scopo di : 
    1. Migliorare o quantomeno non peggiorare l’ambiente “queste (le fonti rinnovabili) contribuiscono alla protezione dell'ambiente e permettono di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto.”..” Il maggiore uso di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili è una parte importante del pacchetto di misure necessarie per conformarsi al protocollo di Kyoto”…”
    1. Diminuire la dipendenza economica dalle fonti tradizionali non rinnovabili ma non subordinando a tale obiettivo di natura economica quello della protezione ambientale. Quindi promuovendo quelle fonti e quelle tecnologie che nello specifico contesto ambientale possono conseguire entrambi gli obiettivi: obiettivo altamente prioritario a livello della Comunità, sicurezza e diversificazione dell'approvvigionamento energetico, e la protezione dell'ambiente”…“……tenere conto delle caratteristiche delle diverse fonti energetiche rinnovabili, oltre che delle diverse tecnologie e delle differenze geografiche”
    1. I progetti, debbano essere agevolati economicamente e nel loro iter burocratico, devono avere un proprio equilibrio economico indipendente, già nel medio periodo, dai contributi pubblici. Ad essi si richiede diincidere in maniera stabile sul mercato della produzione di elettricità da fonti rinnovabili:“…..consentirebbe di rendere l'elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili competitiva rispetto a quella delle fonti energetiche non rinnovabili e di limitare le spese a carico dei consumatori riducendo a medio termine la necessità di un sostegno pubblico.”
L’altro grado di inquinamento del nostro territorio escluderebbe soluzioni del tipo combustione a biomassa perché ad essa sono associate, inevitabilmente delle emissioni inquinanti, ma non preclude quelle di altro tipo : Fotovoltaico, eolico etc.
Il dimensionamento eventualmente medio/piccolo previsto dalla Regione, non vuole precludere altre soluzioni, ma è condizione indispensabile per favorirne lo sviluppo ad impatto economico/ambientale positivo, associandone la nascita alla fornitura diretta non solo elettrica ma anche termica di complessi specifici pubblici o industriali. Tale associazione passa inevitabilmente per il disegno di una rete anche di teleriscaldamento. 
Il teleriscaldamento non è contestabile come mancato o esiguo ritorno economico per il territorio, la direttiva non ne fa alcun cenno, ne l’autorizzazione alla centrale può essere subordinata o richiedere compensazioni. E’ però indispensabile prevederlo, in maniera ampiamente sviluppata, a maggior ragione se destinato anche ad utenze domestiche private, perché senza di esso non sono assolte due delle condizioni previste dalla direttiva:
  • Equilibrio economico del progetto oltre il tempo dei contributi. I ricavi dalla sua gestione permettono la sostenibilità economica alla scadenza di detti contributi. Sostenibilità da perseguire anche nel lungo periodo, poiché la produzione specifica deve incidere in maniera stabile sull’intero mercato.
  • Equilibrio ambientale in quanto l’incidenza è influenzata dalle emissioni che con esso vengono a cessare.
Così  pure la filiera corta non prevista per la fornitura del “combustibile” non è contestabile  per una diversa qualità della materia prima o per i pericoli ipotetici di una sostituzione con i rifiuti ne tantomeno per ragioni economiche, il proponente è libero di approvvigionarsi dove vuole, al prezzo che vuolene si può prefigurare una sua malafede, ma è incontestabile il fatto che il non prevederla, (teniamo conto che stiamo trattando di operazioni finanziate con denaro pubblico), è pregiudizievole per l’impatto ambientale. Prevedendola le emissioni della centrale sarebbero compensative, quantomeno in termini di anidride carbonica, di quelle naturalmente emesse dalla biomassa presente nel territorio, e si eviterebbe la non marginale incidenza dell’inquinamento da trasporto. 
Pertanto, le linee guida della Regione e Provincia, prescrivendo determinate caratteristiche dell’impianto ed un suo particolare contesto ambientale, possono risultare ostative  ma sono funzionali ed efficaci a preservare gli obiettivi principali della direttiva europea. Esse rientrato nel richiamo all’attuazione dei progetti ma in funzione delle realtà locali e delle tecnologie ivi applicabili.
 La direttiva è stringete nei prevedere tempi e modi dell’autorizzazione, così pure nel sollecitare l’allineamento dei singoli Stati agli obiettivi comunitari.
Lo scopo della direttiva non è quello di imporre gli impianti a biomassa ma quello di promuovere tutti gli impianti di produzione tramite fonti alternative riconoscendo agli Stati aderenti le modalità di tale promozione da definire secondo le situazioni locali.  
E’ quindi ragionevole far i conti in tasca al proponente in funzione della durata progetto.
E’ ragionevole rilevare che non esiste ne filiera corta ne a medio raggio.
E’ ragionevole richiedere una rete di teleriscaldamento seria che integrare i ricavi industriali della vendita di energia elettrica.
E’ ragionevole pensare che l’efficacia ambientale è minore in un territorio ampiamente metanizzato rispetto ad uno ancora servito a gasolio.
E’ ragionevole definire miope la sentenza del TAR del Piemonte dal momento che è giusto usare a tavola le posate, ma ci impone la forchetta, senza tener conto che il piatto locale è il brodo. 


lunedì 8 febbraio 2010

COME STIAMO ANDANDO CON I NOSTRI RIFIUTI?


Non è semplice da affrontare il problema dei rifiuti, sia per le difficoltà legate alle problematiche inerenti la vita nel consorzio ACEA, sia per le normative vigenti, sia per il rapporto con i cittadini. Qualche domanda mi sorge spontanea. 
La tabella che ho preparato mostra l’andamento della nostra raccolta differenziata e confronta quella di tutti i Comuni del bacino nel 2009 con i risultati conseguiti nell’anno precedente.
Pur notando il dato “interessante” di dicembre (53,50%) sostanzialmente non sono stati fatti passi avanti per migliorare il dato complessivo. 




 
Media Bacino
% 2008



Media Comune
di None 
% 2008
Media Bacino
% 2009
Media Comune
di None 
% 2009
GENNAIO34,80


48,1045,3048,90
FEBBRAIO37,60


46,4047,6050,10
MARZO40,10


50,8049,1051,10
APRILE42,80


50,5049,5049,80
MAGGIO43,10


49,0048,5047,10
GIUGNO46,30


49,3050,7052,60
LUGLIO45,70


54,1050,2053,00
AGOSTO45,00


50,9047,0049,60
SETTEMBRE48,10


52,2051,4051,00
OTTOBRE49,30


51,8051,2051,80
NOVEMBRE48,70


51,9051,9051,90
DICEMBRE47,30


50,6051,0053,50



TOTALE528,80


605,60593,40610,40



MEDIA ANNUA44,07


50,4749,4550,87


“Sosterremo le buone pratiche per l’obiettivo ‘rifiuti zero’…. Incentiveremo ulteriormente la raccolta differenziata con premi per gli eco-punti più virtuosi…. “
Questo era quanto veniva scritto nel programma elettorale di “Solidarietà e Progresso”. Non compaiono purtroppo gli impegni più concreti e a breve scadenza che la normativa impone per non cadere in pesanti sanzioni o vedersi costretti a passare ad un porta a porta con relativi aumenti della TIA.
Questi obiettivi (raggiungimento del 55% di raccolta differenziata per l’anno 2010 a livello di bacino e, in prospettiva, entro il 2012 quella del 65% fissata dalla normativa vigente) vengono nuovamente ribaditi dall’Assemblea dei Sindaci del Consorzio ACEA Pinerolese nel “Piano Tecnico Finanziario per i servizi 2010 “ e negli “Obiettivi prioritari e linee strategiche di mandato” approvati contestualmente all’atto di nomina del Presidente e del nuovo Consiglio Direttivo.
Un campanello di allarme che ci dice di non mollare la guardia. 
RIMBORSO IVA SULLA TIA
Vista la sentenza della Corte Costituzionale, molti nonesi mi hanno chiesto come comportarsi rispetto alla possibilità di richiedere il rimborso IVA sulla Tariffa Igiene Ambientale.
La presenza di alcune locandine affisse in giro per il paese mi hanno ulteriormente stimolato a saperne di più.
Così si legge in un comunicato della Lega Autonomie (Associazione autonomie locali) del 1  Febbraio 2010.
La sentenza della Corte Costituzionale del luglio scorso, ha sancito la natura tributaria della tariffa di igiene ambientale (TIA) relativa allo smaltimento di rifiuti solidi urbani determinando pertanto la non applicabilità dell’IVA sulle fatture (10%) emesse dai gestori del servizio. Ad oggi però non è intervenuto alcun provvedimento legislativo che autorizzi gli stessi a procedere con fatture senza Iva.
La sentenza obbliga il Governo ad assumere pertanto i provvedimenti attuativi onde evitare quel caos burocratico-amministrativo che ha già provocato danni enormi in tutto il Paese.
I Sindaci, le loro organizzazioni, alcuni parlamentari, la Federazione che associa i gestori, stanno presentando da mesi emendamenti ed interrogazioni affinché il Governo intervenga sia per chiarire come procederà ai rimborsi dell’IVA pagata, sia per esonerare i gestori dall’applicazione della stessa, oltre a fare chiarezza sul complesso quadro normativo.
Il tentativo di scaricare le contraddizioni sui Comuni e sui gestori del Servizio nasconde in realtà la difficoltà del Governo di poter procedere alla restituzione di circa 1 miliardo di Euro e di non aver ben chiaro il riordino di una materia così delicata.
In tale contesto risulta estremamente complesso ipotizzare un percorso “tranquillo” con le aspettative dei cittadini, da un lato, di ottenere i rimborsi di quanto corrisposto e di non vedersi più applicato un importo dichiarato non dovuto, e l’obbligo dei gestori, dall’altro, di applicare l’IVA, essendo rimasto invariato il quadro normativo di riferimento. 
ACEA (il nostro gestore), come gli altri gestori, agisce esclusivamente da sostituto d’imposta per cui riscuote per conto dello Stato l’IVA versata dai cittadini-utenti che poi riversa direttamente allo Stato.
Intanto però  la palla è passata al governo, che a breve potrebbe cambiare rotta, approvando un decreto che per il futuro annulli l'Iva sulla Tia e magari riesca a stabilire una volta per tutte se a sobbarcarsi i rimborsi per gli anni passati debbano essere i gestori del servizio ambientale, che per loro significherebbe avere un'emorragia economica ripianabile solo con l’aumento delle bollette(?), o invece l'Agenzia delle entrate tramite decurtazione dall'Irpef dei contribuenti(?). 
A questo punto, vista la situazione, invece di inviare domande di richiesta di rimborso ad ACEA che oltre ad aggravare il lavoro negli uffici del comune rischiano di non essere efficaci ai fini del rimborso, non si potrebbe iniziare a scalare l’IVA dal piano finanziario per il 2010 sempre soggetto comunque, nella peggiore delle ipotesi, ad un eventuale conguaglio?
Giovanni Garabello

L’ostensione della Sindrome.

Ho scoperto di avere la sindrome di Nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile"; ndr) e non lo sapevo.
A dir la verità, poiché  la sindrome si manifesta con l’essere contro la centrale a biomasse, vedendo che la grande maggioranza (e adesso anche la Maggioranza Grande) si dice contraria al progetto, mi chiedo se devo sentirmi in colpa per un eventuale epidemia, eppure io mi sono sempre ritenuto un portatore sano di tale virus.
Fermando trivelle, ruspe e inceneritori pensavo di dare una vita migliore  ai miei figli, se non migliore quantomeno una vita. Ora scopro che così ne uccido il futuro.
Da domani, anzi da adesso, per riscattare la mia figura di padre, sono favorevole alla centrale.
  • Che importa se qualcuno si appropria di quasi  60 milioni di denaro pubblico,
  • Che importa se quei soldi li paghiamo noi come aliquote nelle bollette,
  • Che importa se brucerà combustibile proveniente da chi sa dove,
  • Che importa se il comune ha già saggiamente  sviluppato la rete a metano ed è buon socio di Acea,
  • che importa se la società proponente spaccia per teleriscaldamento un tubo tirato fino alle porte del Municipio,
  • che importa se alla scadenza dei contributi, per continuare il progetto, si avrà bisogno di trasformarlo in inceneritore di rifiuti o dovrà cessare, perché da quel momento in perdita.
  • Che importa se chi abita nelle zone limitrofe, vedrà la perdita di valore del proprio immobile,
  • Che importa se con la centrale a biomasse a None non fermeremo il progetto atomico del governo,
Cosa non si farebbe per l’amore dei figli!
Ma a pensarci bene io non sono mai stato contro le centrali “a prescindere”, lo ero di questa per specifiche ragioni economiche. Allora diciamo che sono favorevole a patto che:
  • I contributi pubblici, a maggior ragione se a “fondo perduto”, abbiano la loro tipica specifica funzione di facilitare l’avvio di una struttura anche di pubblica utilità che però possa sopravvivere ad essi. Quindi il progetto finanziario deve presentare un proprio utile industriale autonomo dai sussidi.
  • Ci sia un elenco di fornitori in loco che abbiano la potenzialità produttiva necessaria e un preciso contratto di fornitura finalizzata all’impianto in questione.
  • Ci sia uno studio serio del territorio per stabilire la potenzialità del bacino domestico ai fini della fornitura del teleriscaldamento a tutto il paese. Che sia dimostrata la capacità produttiva termica per sostenere un progetto di teleriscaldamento serio. Che ci sia una fidejussione a garanzia dell’attuazione di tale progetto.
  • Ci sia l’impegno a finire la rete del teleriscaldamento prima della cessazione dei contributi per ammortizzare la perdita di questi con i ricavi della produzione termica e scongiurare la chiusura dell’impianto o la riconversione a rifiuti.
  • Che sia fissato uno sconto maggiore  per tutte le utenze delle unità immobiliari esistenti  in un certo raggio dalla centrale.
  • Che si mandi al ministro Scajola la foto dell’impianto con la scritta: “a None abbiamo già dato !"
Forse ho esagerato. Be diciamo che sono condizioni trattabili.
Cosa non si farebbe per il calore del Comune !
Non ci sono questioni ecologiche? Non ne parliamo altrimenti ritorniamo a essere ecologisti della prima ora e antiprogressisti. Non dimenticate la sindrome.
Però a pensarci bene, proprio nel momento in cui tutti sembrano essere d’accordo, proprio io  faccio il bastian contrario. Mi sembra di essere il giapponese che, salito su un albero, continuava la guerra ignaro della cessazione delle ostilità. E se proprio la Benarco, ignara del mio fuoco amico, fosse proprio lei a tagliare l’albero dove mi sono rifugiato?
No. Scusate ho cambiato idea. Ritorno a essere contrario alla centrale, meglio antiprogressista che fesso!
MARIO RUGGIERI

venerdì 5 febbraio 2010

Regionali: che cosa bolle in pentola?

Lunedì  1 febbraio all’angolo di via Roma 11 a None si sono incontrati Giovanna Baffa, Domenico Bastino, Gianpiero Clement, Mario Dellacqua, Laura Ferrari, Federica Fidale, Giuseppe Migliore, Fabrizio Piscitello e Andrea Testa per discutere con Gianpiero Clement, capogruppo di Rifondazione al Consiglio regionale piemontese, che cosa bolle in pentola in vista delle elezioni della fine di marzo.
La ricerca di un accordo con il centrosinistra si è rivelata complicata e tormentata. La Presidente Mercedes Bresso ha presto considerato indispensabile l’alleanza con l’Udc. L’Udc prima voleva la testa di Bresso e poi quella di Rifondazione. L’Udc ha presto rinunciato al primo obiettivo, ma ha accettato l’accordo tecnico con Rifondazione. In cambio ha ottenuto una nutrita rappresentanza nell’auspicata nuova Giunta regionale e nel listino. Rifondazione ha ottenuto il riconoscimento del suo diritto di conservare la propria contrarietà alla TAV, insieme con un posto nel listino in caso di vittoria.
Il ricamo è stato possibile perché i sondaggi dicono che il Piemonte è in bilico per pochi voti. Pertanto, gli interessi delle ditte Pd, Udc e PRC convergono. I primi due sono interessati a fare tutto ciò che può servire per vincere. Il terzo è interessato a fare tutto ciò che può servire per sopravvivere. L’Italia dei Valori di Di Pietro non è interessata a scaldarsi troppo né per la TAV, né per altro: è lì che aspetta di incassare ciò che gli spetta, predicando agli altri il primato della moralità e della legalità.
Molto grave la rottura con Sinistra e Libertà  che veleggia verso un accordo con i socialisti. Molto tormentata l’intesa con i camionisti italiani che gradirebbero il posto sicuro nel listino,  perché temono che i pochi eletti siano in quota rifondarola (uno? due? tre? Non esageriamo!).
Per Gianpiero centrodestra e centrosinistra si equivalgono e il pericolo di consegnare al leghista Cota il governo della Regione va scongiurato in ogni modo possibile. GianPiero rivendica un giudizio positivo sull’operato di Rifondazione nella Giunta Regionale, sia per l’apporto di Eleonora Artesio nell’opera di risanamento e modernizzazione democratica della sanità (abolizione dei ticket), sia per la buona legge sul diritto allo studio che ha messo più risorse a disposizione delle famiglie dei lavoratori a basso reddito (legge non abbastanza conosciuta e utilizzata), sia per il sostegno al reddito dei lavoratori in cassa integrazione, sia per la proposta di legge che Rifondazione ha presentato per ridurre i costi della politica e i privilegi dei consiglieri regionali, sia per l’elaborazione di una legge che regolamentasse le delocalizzazioni, appena silurata dal voto bipartisan di centrodestra, leghisti e centrosinistra: complimenti per la trasmissione.
L’accordo con l’UDC sembra presagire una pericolosa apertura ai privati della Sanità, dove sono notevoli le possibilità di movimentazioni di risorse, di posti e di potere: ricomprimenti per la trasmissione.
Resta da vedere come la partecipazione a questa prova elettorale possa aiutare la costruzione di una sinistra smarrita e sconfitta più dalla sua frammentazione che dalla volontà egemonica del Pd, reduce da un ventennio dilapidato in feroci competizioni interne per il potere della minchia.
Fa il resto – ha osservato Gianpiero – la popolarità del leghismo che ricava la sua fortuna elettorale dalla capacità di dare risposte semplici a problemi purtroppo di enorme complessità teorica e sociale. Pensiamo al nesso tra occupazione, emigrazione e delocalizzazioni che la Lega interpreta proponendo affondamento dei gommoni al largo di Lampedusa (anche se di lì passa il 5% degli stranieri in arrivo in Italia), divieto di portare stabilimenti all’estero, espulsione dei clandestini. Fa il resto un’informazione che fa trovare scandaloso il ponte sullo stretto di Messina che costa 5 miliardi, mentre fa trovare accettabilissima fuori dalla Val Susa l’Alta Velocità che costa quattro volte tanto (20 miliardi di euro).
Io non so tanto, ma penso che una sinistra in lotta per una rappresentanza nelle istituzioni come se questo fosse un segno di vita e di utilità si condanna ad un’agonia senza dignità e ad una pervicace dilapidazione di risorse. Non pretenderei di cambiare il mondo, ma vorrei poter collaborare a qualcosa di concreto: istruzione, cooperazione internazionale, stranieri, salute, disabili, rifiuti, mutuo soccorso. Non tutto e subito, ma qualcosa nella direzione giusta. E’ questo e non altro a sostenermi nel pensiero e nell’azione. E tutte le volte un’emergenza ci impedisce di discuterne. Adesso basta.
Ciao lo zio Mario