lunedì 25 ottobre 2010

Conversazioni all'angolo

Dopo la serata dedicata all'impegno politico dei giovani.

Alla serata organizzata il 22 ottobre all'angolo di via Roma 11 da “NonUnoMaNoi” e dalla Fondazione Orso, hanno preso parte, tra gli altri, Jacopo Ciravegna, autore del libro “Intercomunale futura umanità”, Stefano Rizzo, vicesindaco di None, Erika Faienza, consigliere provinciale del Pd, il rifondarolo pinerolese Angelo Panosetti e il leghista torinese Alessandro Sciretti. Ne è nato un dibattito vivace e serrato, ma anche molto sereno, il che di questi tempi è sorprendente. Ne riportiamo qualche stralcio.

Giuseppe Astore. Perchè i giovani dovrebbero impegnarsi nell'attività politica? Per realizzare qualcosa o per realizzare se stessi? E' proprio vero che i giovani sono estranei alla politica? Non sarebbe più giusto dire che sono ostili a un certo modo di far politica?

Jacopo Ciravegna. Gli attuali strumenti della politica non sembrano in grado di raggiungere obiettivi concreti. Chi vuole aiutare gli altri ed è mosso da un'ispirazione ideale, preferisce il volontariato.

Stefano Rizzo. Ho smesso di canticchiare Forza Italia prima di arrivare a 21 anni e mi ha mosso una grande rabbia verso questo Paese che ignora la Costituzione invece di impegnarsi per applicarla. Ma dov'è la rimozione di tutti gli ostacoli economici e sociali che impediscono la libertà, l'uguaglianza e il pieno sviluppo della personalità di ogni cittadino?

Erika Faienza. Mi ritengo fortunatissima perchè il Sindaco che mi ha dato fiducia affidandomi un incarico di assessore quando avevo 22 anni, mi ha insegnato che far politica vuol dire stare in mezzo alla gente, saperla ascoltare specialmente quando dice cose spiacevoli, ma anche farla sognare chiamandola a progettare con te la città del domani. E' facile cercare il consenso facendo leva sul dissenso e sul malcontento. Se presenti l'elenco delle cose che non vanno, tutti ti applaudono. Più difficile cercare soluzioni percorribili, con tutte le mediazioni che ciò comporta. Ma non si può sfuggire a questa fatica.

Alessandro Sciretti. Se ti lanci nell'impegno politico è perchè vuoi cambiare nel tuo paese qualcosa che non sopporti. E chi non partecipa non ha le carte in regola per criticare. Io preferisco chi mi manda a quel paese a chi tira dritto e non gli interessa. Meglio avere un ideale opposto al mio che non averne nessuno.

Angelo Panosetti. Sono un operaio e vivo il mio impegno politico come una prosecuzione della Resistenza antifascista e delle lotte operaie che hanno difeso la libertà e la giustizia nel nostro paese. L'ingrediente principale della mia educazione familiare è la solidarietà che mi è arrivata dai miei nonni deportati nei lager e che poi mi è stata trasmessa da mio padre, operaio comunista protagonista delle lotte sindacali a Mirafiori negli anni '60, membro del Comitato centrale del Pci e licenziato per rappresaglia nel 1973.

Fabio. Uno dei motivi per i quali i giovani non si impegnano in politica è che trovano troppi ostacoli se provano a farsi avanti. Trovano troppa concorrenza sleale, troppi sederi per poche sedie.

Jacopo Ciravegna. Ma oggi c'è anche molto individualismo, non solo tra gli adulti.

Federico Rabbia. Forse un altro motivo è che nel mondo della politica è difficile trovare chi è capace di offrire un progetto per il futuro.

Giuseppe Astore. Non bastano le emozioni. Contano anche quelle, ma sono improduttive se non accompagnate dalla riflessione e dallo studio.

Nunzio Sorrentino. L'impegno politico in una società complessa come la nostra ha bisogno di competenze e di professionalità.

Mario Dellacqua. Perchè dovremmo lasciarci condizionare dai cattivi esempi e non dai buoni esempi? Sappiamo benissimo che in Italia c'è un sacco di persone per bene che si impegnano, studiano, lottano e si uniscono ad altri e non hanno bisogno di essere ammazzate per meritare di essere rispettate, apprezzate e fiancheggiate nella loro opera.

Gregorio Codispoti. Siamo tutti politici, se siamo tutti cittadini che vogliono partecipare alla vita democratica.

Giuseppe Migliore. Un conto è partecipare, un conto è fare il tifo.

Angelo Panosetti. Per partecipare da protagonisti alla vita politica non è necessario concorrere per forza alla conquista di un incarico.

Erika Faienza. Per me fare politica vuol dire occuparsi collettivamente dei problemi delle persone.

Stefano Rizzo. Io mi sono segnato bene questa frase di don Milani: "Il tuo problema è uguale al mio. Pensarci insieme è fare politica. Uscirne da soli è l'avarizia."

Location:Via Santorre Di Santorosa,None,Italia

1 commento:

  1. Ideali e ideologie




    “Sono in crisi le ideologie, ma non sono tramontati gli ideali”. Questa affermazione apparentemente innocua, fatta il 22 ottobre a None dal giovane leghista Sciretti, merita qualche contestazione. Se per ideologia si intende una visione del mondo che orienta i comportamenti quotidiani e le risposte fornite ai problemi dell'umanità contemporanea, solo il socialismo e il cattolicesimo sono in crisi. Il socialismo (con tutte le sue varianti sovietiche, socialdemocratiche, castriste o maoiste) è schiacciato dai suoi fallimenti nell'economia e nella libertà. Il cattolicesimo è tuttora alle prese con il trauma irrisolto della modernità e della secolarizzazione. Ciò non toglie, ovviamente, che il problema dell'armonia tra uguaglianza e libertà sia stato felicemente superato. Ciò non toglie, ovviamente, che gli interrogativi biblici sul senso della vita e della morte abbiano trovato una risposta nell'alleanza tra scienza e tecnologia.

    Non mi sembrano per niente in crisi, anzi mi sembrano con il vento in poppa le ideologie che, partorite dal sempre fecondo seno liberista, portano a dire “prima i nostri”. Ma i nostri chi sono? Queste ideologie sono la fortuna in tutta Europa per gli equivalenti del leghismo nostrano che si offende se lo chiami razzista. Non so a quali ideali portino. Non so se si può considerare un ideale da raggiungere quello di una società che difende il crocifisso come segno di identità e di tradizione, ma respinge il migrante e considera un reato la condizione umana del clandestino.

    mario dellacqua

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