martedì 27 aprile 2010

Ad un amico molto giovane

Uno prendeva il fucile
saliva sulle montagne
la montagna era là che aspettava
e non aveva pietà

un altro prendeva il fucile
andava per la pianura
anche la pianura aspettava
e non aveva pietà

nelle città era fuoco
terribile rosso il tramonto
e il fuoco bruciava le case
e non aveva pietà

giovani cadevano morti
fra l'erba senza colore
pendevano morti dai rami
spezzati come poveri cani

i mesi gli anni passavano
i giorni non davano tregua
un mitra stretto nel pugno
pianura montagne città

poi è arrivato un aprile
sangue di sole e di rose
come un vulcano che esplode
ha gridato la LIBERTA'


Roberto Roversi

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