mercoledì 6 gennaio 2010

L'associazionismo solo a sinistra?

Pubblichiamo su richiesta dell'autore.

Caro signor Codispoti, 
non posso tacere dopo aver letto quanto , proprio Lei signor direttore, ha deciso di pubblicare sulla prima pagina del mensile Il Mondo di None,. Lo faccio in piena autonomia, nella consapevolezza di aggiungere una polemica al clima non certo disteso di instabilità politica nazionale, dove le ideologie cedono alle battaglie personali, nelle quali però non mi sento coinvolto avendo scelto di non appartenere ad alcun schieramento. Le scelte di appartenenza ad uno schieramento piuttosto che all’altro nelle ultime amministrative sono ancora scritte sul blog del gruppo in cui sono inserito. Lo faccio perché infastidito dal tono assunto e da certe conclusioni a dir poco spropositate. Lo faccio perché disorientato dallo stesso “cerchio magico” a cui il suo blog fa riferimento dopo “essere stato spiegato” del rapporto fra Lei e alcuni rappresentanti femminili (in buona fede) del direttivo dell’Auser a cui stiamo facendo riferimento. A Lei che nella sua spassionata (appassionata) generosità consiglia di non mescolare volontariato e politica, io suggerisco di astenersi dal giudicare nella sua attività di direttore di giornale la mescolanza fra un’iniziativa di volontariato ed una forza politica. 
In questi giorni di festa si sono un poco persi i contatti, ma non mi risulta che il direttivo di questa costituenda associazione Le abbia affidato il compito di informare dell’iniziativa. Quindi le sue conclusioni ritengo vadano ben oltre al dovere di cronaca. Le ricordo che il suo giornale si fregia del termine “mensile di informazione, attualità e cultura” non già di coinvolgimento e propaganda politica.
Avrà ben capito che anch’io simpatizzo per questa iniziativa. Mi aggiungo ai primi tre ex che Lei ha nominato. Anch’io a mia maniera sono un ex: ex chierichetto e anche un po’ ex pescatore, sicuramente, a questo punto,  non ex critico lettore del suo giornale. Con noi ci sono ex direttori d’azienda, ex impiegati, quanti e quali altri ex Lei vorrà, ma soprattutto ex sostenitori dell’Auser. Qui sta il nocciolo del discorso. L’idea, per quanto difficile e complesso sia spiegarlo, è proprio partita dal fatto che numerose sono le persone che evidentemente non ritengono più di identificarsi nella associazione ufficiale, ma non per questo unica. Le parole di elogio per Annibale non saranno mai abbastanza. Ma evidentemente la sua mancanza non è stata ben colmata o forse è semplicemente fisiologico il desiderio di rinnovamento di personaggi da troppo tempo coinvolti. Certamente sarà di reciproco stimolo. Probabilmente cambierà lo stile o forse più semplicemente ci si specializzerà in attività diverse, nuove, complementari. Forse sarà un fuoco di paglia, ma di certo confermerà che l’associazionismo non deve essere monopolio della politica di sinistra. 
Per quanto riguarda il coinvolgimento di Fabrizio Comba, per quanto ne so, è stato coinvolto soprattutto in qualità di sponsor. Trovo tutto ciò normale, tant’è vero che non mi permetto di censurare nessuno degli imprenditori che sponsorizzano il suo mensile.
Ciò detto la invito ad un maggior ottimismo. Il gruppo gode di ben altre ambizioni che non osteggiare l’Auser. Se poi qualcuno di noi vorrà fare il Sindaco in futuro, stia certo, sig. Codispoti, che si presenterà a suo tempo anche alla sua porta, chiedendoLe il consenso ed eventualmente anche per farsi giudicare. Per il momento il tempo è lontano, quindi stiamo in salute ma soprattutto in serenità. Poi, nessuno di noi deve sentirsi così insignificante da mettersi al piano dei lombrichi.
Valga la circostanza per augurarLe Buon Anno e buon lavoro. 
Grazie per l’attenzione e scusatemi se vi ho ammorbato. 
Mario Scaglia.

2 commenti:

  1. Troppe associazioni a None?
    DALLI AL DOPPIONE

    Ci stavo giusto pensando e a fagiolo arriva sul blog Mario Scaglia.
    Il proliferare di associazioni non è un bel vedere. Il sospetto è che le associazioni nascano non tanto dal desiderio di migliorare la vita collettiva, ma dal bisogno diffuso di trovare un ruolo gratificante che ti faccia uscire dall’anonimato, che ti dia rilievo, ringraziamenti e pubblica stima. Cosa non disdicevole, ma quando la ricerca di protagonismo sconfina nella competizione tra galli alla ricerca di un pollaio, le finalità solidaristiche scompaiono e non stanno meglio le famiglie povere, i malati, gli anziani, i disabili, i detenuti e gli immigrati. Come accade in politica, il grande gioco dei narcisismi contrapposti rischia di diventare un massacro.
    Come impedire la deriva e lo spreco energetico dei doppioni? Io non so. Per esempio non facendoli o lasciando perdere chi li fa. Non mi sembra giusto, invece, condannare il politico che fonda un’associazione o la sostiene solo perché nasconderebbe dietro a un finto altruismo il suo vero interesse alla coltivazione preventiva di un orticello elettorale. Questo proiettile non colpisce il bersaglio semplicemente perché potrebbe colpirli tutti.
    Di qua e di là, a None non da oggi è pieno di candidati sindaco, consigliere e assessore che devono la loro visibilità pubblica all’apprendistato in un’associazione, anche se questa nel suo Statuto giura solennemente di essere apolitica. Lo sanno tutti. Per evitare commistioni e stroncare sul nascere le strumentalizzazioni, bisognerebbe stabilire una rigida incompatibilità. Per Statuto il volontario si dovrebbe impegnare solennemente a non imboccare la strada del politico. E viceversa. Cosa impossibile e direi persino sciocca.
    Temo che parlare di secondi fini nasconda l’assorbimento dell’idea che far politica sia un’attività riservata ad un’élite. Invece, far politica non è una faccenda per pochi. E’ un diritto normale e costituzionale (io dico anche un dovere) per ogni cittadino che, decidendo di esprimere liberamente il suo pensiero, trova normale ottenere di volta in volta il sostegno o il dissenso del farmacista e del metalmeccanico. E trova normale andare alla Croce Verde, alla Pro Loco o alla Banda musicale dove incontra ogni giorno leghisti, centrosinistri e elettricisti. Dalle nostre parti a questa normalità non siamo ancora arrivati.
    Poche persone considerano normale l’impegno politico. Ne conosco molte di più che sono disposte ad accettarlo in via eccezionale e che, a scadenza quinquennale, rovistano tra le associazioni per cercare qualcuno in vista da “mettere” in lista.
    Mario Dellacqua

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  2. Vede, gentilissimo e garbato signor Scaglia, quanto ho scritto, in assoluta malafede, è il frutto di una notizia apparsa su un giornale, molto più importante di quello che io dirigo. E’ vero, non si preoccupi (non è uno scoop quello che lei asserisce), sono di fatto il marito della signora che presiede l’Auser. Sì, lo ammetto di fronte a Dio e agli uomini. Ho ritenuto necessario non dichiararlo, semplicemente perché è un fatto abbastanza noto nel nostro “ombelico” nonese, oppure per una pulsione autocoercitiva di rispetto della privacy personale.
    Stia assolutamente tranquillo, anch’io ho agito in piena autonomia, e non su sollecitazione di Mariella. Proprio per il succitato legame affettivo (che lei giustamente ha ricordato) conosco bene, molto bene, i fatti e tutti i personaggi coinvolti (rispetto alla sua visione parziale). Ho condiviso con mia moglie sacrifici, battaglie, illusioni e umiliazioni da parte di alcuni personaggi con i quali lei va ora a braccetto. Vede la polemica da me innescata è partita dalla frase, riportata sull’Eco, relativa alla finalità della nuova associazione: “trasporto degli anziani”. Ho voluto ricordare che già c’è un’associazione che offre questo servizio e che una replica sarebbe stata inopportuna. Io non sono un polemista fine, sono piuttosto grezzo e talora c’è un certo autocompiacimento nella scrittura. Forse ho un po’ estremizzato, al punto da attizzare il suo furor, d’altronde sempre molto garbato.
    Sarei stato, se mi permette, più prudente quando lei scrive, seppure in modo dubitativo e malizioso, che la mancanza di Annibale non è stata colmata. Le ricordo che l’associazione, con il nuovo direttivo, ha fatto un salto di qualità, dimostrato con fatti indubitabili. Certo, la mio opinione è inficiata dal sentimento che mi lega a mia moglie, ma lei può giustamente fare riferimento ad altri testimoni, e, se lo desidera, si confronti con l’attuale direttivo e con “alcuni rappresentanti femminili dell’Auser”, che sono nell’associazione dal 2000. E conoscerà altri punti di vista, per avere così più dati a disposizione e farsi infine l’opinione che meglio crede.
    Sono veramente convinto che valga la pena non mescolare volontariato e politica, o meglio non utilizzare il volontariato per favorire le proprie legittime ambizioni politiche. A mio modesto parere, sono due forme di impegno sociale che vanno assolutamente distinte: entrambe le istituzioni mirano, almeno dovrebbero mirare, al bene pubblico, solo che il volontariato deve avere come requisito una tensione disinteressata, la politica, invece, spesso viene complicata da altri aspetti.
    Rispetto a quanto lei afferma a proposito della propaganda politica da me fatta sul giornale, le rispondo semplicemente che avrei scritto la medesima cosa, se il doppione dell’Auser avesse avuto una matrice di sinistra. Sono del tutto persuaso che poco c’entri essere di sinistra o di destra. Conosco persone, che non smentiscono la propria appartenenza politica allo schieramento di destra, le quali testimoniano uno stile di vita encomiabile, che io vorrei seguire, se ne fossi capace, e altresì conosco gente di sinistra inguardabile.
    Aggiungo che per natura sono abbastanza ottimista e sereno (mi capita di avere le mie malinconie), riesco anche a vedere il lato divertente della vita. Mi piace quello che faccio, cerco di farlo nel miglior modo possibile. E visto il suo interesse per la mia vita personale, le confesso inoltre che anch’io sono un ex chierichetto (si figuri che, quando frequentavo l’oratorio, volevo diventare monaco cluniacense), un ex modesto giocatore di calcio, un ex impiegato, un ex idealista, un ex sessantottino, un ex sposato, un ex (post) convinto comunista, un ex caddy (portatore di sacche nei campi da golf del Sestriere), un ex sciagurato suonatore di basso, un ex fan di Nastassja Kinski, etc.
    Una persona che preferisce non essere troppo perbene,

    Gregorio Codispoti

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