giovedì 14 gennaio 2010

CENTRALE O INCENERITORE?

Quanto pubblicato oggi dal Secolo XIX conferma quanto denunciavano i cittadini di Pieve di Teco (sentendosi spesso trattati per paranoici). A tutti loro va il merito per non aver desistito e per aver dimostrato che ci si può opporre all’arroganza del potere.
La centrale avrebbe bruciato rifiuti
25 agosto 2009
Per ora si ipotizzano una serie di omissioni e di reati, tra cui la truffa alla Ue e il falso, reati he tuttavia non sono ancora definiti. Almeno non pubblicamente. Il riserbo è assoluto sulla vicenda.
È alla stretta finale l’inchiesta della procura della Repubblica sulla realizzazione (e sulle autorizzazioni amministrative) dell’ex centrale a biomasse di Pieve di Teco.
Sarebbero almeno cinque le persone iscritte nel registro degli indagati in merito alla delicata vicenda che sino al 2008 prevedeva la nascita di un impianto a “cogenerazione”, il cui finanziamento (3 milioni di euro dalla Ue) è stato definitivamente cancellato dalla Regione. Un effetto questo che ha fatto seguito alle proteste e alle manifestazioni degli abitanti, oltre che all’inchiesta giudiziaria.
L’ultimo atto, solo consultivo, ma di rilevante interesse, ricevuto dal sostituto procuratore Filippo Maffeo, che sta coordinando l’intera complessa inchiesta, è dei giorni scorsi.
I carabinieri della stazione di Cedegolo, un piccolo comune in provincia di Brescia al confine tra Lombardia e Trentino, hanno informato in una nota ora messa agli atti (tre voluminosi faldoni di indagine giudiziaria) che la centrale a biomasse realizzata nel loro territorio dalla stessa società madre (la Energy Recuperator con sito in rete) della Seava pievese, di fatto è una centrale “a cogenerazione” di Cdr, cioè a combustione di rifiuti, quelli umidi della non differenziata.
Insomma, niente produzione di energia dalla combustione del legno di scarto derivante da altre lavorazioni del legname (come era stato inizialmente prospettato e poi col tempo modificato anche a Pieve di Teco, e come il termine “biomasse” dovrebbe garantire), ma energia dall’immondizia, che è un “business” decisamente diverso, più remunerativo (oltre che più inquinante) rispetto ad altre “rinnovabili” fonti. In sostanza è un inceneritore, come sostenevano che fosse gli abitanti di Pieve di Teco.
Sulla scorta di tutti questi elementi il pm Maffeo sta per concludere l’indagine, circa due anni di lavoro. Per ora si ipotizzano una serie di omissioni e di reati, tra cui la truffa alla Ue e il falso, reati he tuttavia non sono ancora definiti. Almeno non pubblicamente. Il riserbo è assoluto sulla vicenda.
L’inchiesta comunque, seguita dai carabinieri di Pieve di Teco, da quelli di Imperia e dalla Guardia di Finanza, si fonderebbe su tre aspetti essenziali.
Il primo appunto è quello di aver presentato un progetto, poi approvato, di centrale a biomasse per lo sfruttamento di agroenergie e di aver di volta in volta mutato il profilo dell’impianto sino a trasformarlo di fatto in una centrale cosiddetta “a cogenerazione”. Il concetto ampio di biomassa avrebbe lasciato qualche “finestra aperta” a questo, ma certo alla magistratura imperiese la combustione di rifiuti appare differente nella sostanza.
Il secondo aspetto è quello del fine ultimo della centrale: il teleriscaldamento, cioè la realizzazione di condutture attraverso le quali far confluire il vapore prodotto dalla combustione per riscaldare abitazioni e altri insediamenti produttivi pievesi.
Dell’impianto inizialmente prospettato, stando agli accertamenti della magistratura, non esiste più traccia. Non viene neppure menzionato nel sito della Energy Recuperator s.r.l. dove alla centrale di Pieve di Teco è dedicata una sezione. Neppure sarebbero stati individuati o contattati i potenziali “customers” destinatari del servizio di teleriscaldamento. Tra l’altro a Pieve di Teco, gli impianti per la fornitura di energia per il riscaldamento, sono in convenzione (ventennale) tra il Comune e un gestore a quanto pare del gruppo Eni. Per cui l’ipotesi del teleriscaldamento avrebbe potuto costituire argomento di un contenzioso non da poco per la comunità.
Infine la produzione di energia elettrica da rivendere all’Enel. L’impianto inizialmente prevedeva una limitata potenza. A conclusione dell’iter la potenza “in vendita” sarebbe aumentata considerevolmente.



10 commenti:

  1. Mi piacerebbe che l'amministrazione riesca a dirci quali strumenti ha per far si che la situazione sopra citata non possa verificarsi anche a None. Non solo assicurazioni generiche come ci sono state finora, ma strumenti concreti.
    Diego Goitre

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  2. COME CARLINO (non Carlin)

    Le ultime sulla centrale sono le solite. Dopo La Stampa, l’Eco del Chisone. Il Sindaco Simeone e l’assessora Patrizia Giarrusso spiegano che l’impianto si farà solo se saranno chiari i benefici per la popolazione. Subito dopo o prima aggiungono che tanto deciderà la Provincia e il ruolo del Comune è marginale. Ma allora come potrà comportarsi il Comune se dovesse ritenere insufficienti le profferte dell’impresa? E a che cosa serve un Consiglio comunale aperto se “tanto” deciderà la Provincia? Noi il Consiglio comunale aperto lo vogliamo e lo chiediamo, non per indorare la pillola ma per offrire argomenti, documenti, confronti e ragionamenti che possano aiutare l’amministrazione a rispondere di no a Benarco con la schiena dritta, in piena e consapevole sintonia con la popolazione. Il Sindaco è responsabile della salute pubblica e non può sottrarsi a questa reponsabilità. Noi non siamo come la folla che accompagnava Carlino nel tumulto di Portogruaro gridando benissimo, polenta e viva il signor Carlino che parla bene, vede tutto e sa tutto. Siamo un pochino più difiziosi in roba di mangiativa e respirativa.
    Mario Dellacqua

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  3. Volevo dirvi che qualche amministratore di NONE ,non ho capito chi, incontrerà questa settimana il nostro sindaco di Piasco per parlare della centrale a biomasse di Molino Varaita comune di Rossana.

    Come Comitato Valle Sostenibile stiamo avviando i contatti con un noto avvocato per un ricorso al TAR.
    Questo ha fatto si che dovessimo reperire la documentazione completa dell'iter delle conferenze dei servizi che daranno con molta probabilità l'autorizzazione a Benarco.

    Solo oggi ho scoperto che Benarco è di Pastorino Adolfo e Busca Claudio.
    Busca Claudio era stato agli onori della cronaca per LPR 2000 un inceneritore di Biomasse e rifiuti da realizzare a Bastia di Mondovì.
    Nell' LPR 2000 era socio anche Carpani sindaco di Rossana ma a un certo punto Busca e Carpani vendono la ditta a ......MG metal di None.

    http://www.unionemonregalese.it/_upimmagini/pdf/2007-05-09.pdf

    http://www.unionemonregalese.it/_upimmagini/pdf/2007-01-24.pdf

    Walter Vassallo
    Comitato Valle Sostenibile
    http://blog.piasco.net/dblog/storico.asp?s=NO+alla+centrale

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  4. Abbiamo anche noi saputo recentemente delle alacri peregrinazioni di questa intraprendente équipe di ecotrafficanti in procinto di portare a None una parte del loro progresso dopo aver fatto un giro a Piasco e da altre parti in Piemonte. Non mancheremo di seguire la faccenda e di informare la cittadinanza di ogni sviluppo. Siamo in attesa di un sussulto di dignità da parte dei nostri centrosinistri, tutti molto attenti a non disturbare l'impresa a causa di loro persistenti difficoltà di respirazione autonoma. Parleranno solo sotto tortura, cioè se la popolazione farà sentire la sua voce con nuove adesioni alla petizione che abbiamo lanciato. Certo, diventa sempre più difficile rinviare un Consiglio comunale aperto perchè le ragioni dei contrari si possano confrontare con i favorevoli (il Sindaco, un numero imprecisabile di consiglieri e Benarco). Saluti. Mario

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  5. Domani Mattina la delegazione degli amministratori di None alle ore 11 sarà ricevuta dal sindaco di Piasco CN
    Vi informeremo sugli sviluppi dell'incontro.
    Walter CVS

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  6. Il Vostro sindaco Simeone Maria Luigia e il consigliere Cirino sono venuti a Piasco per comunicare il loro NO alla CENTRALE
    La decisione è stata presa in giunta in questi ultimi giorni e verrà comunicata alla stampa locale nei prossimi giorni.
    Esprimendosi per il NO e portando la decisione alla prossima conferenza dei servizi sono sicuro che la centrale a None non si farà.
    Contento di darvi questa bella notizia
    Festeggiate allegramente.

    Walter Vassallo
    comitato valle sostenibile
    Piasco
    http://blog.piasco.net/dblog/storico.asp?s=NO+alla+centrale

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  7. La storia della centrale di Pieve è stata montata da alcuni politici che hanno raccontato e continuano a raccontare falsità.
    L'articolo a firma di Natalino Famà contiene delle gravi falsità.
    Al riguardo intendo precisare:
    1) Il teleriscaldamento era previsto nel progetto con tanto di finanziamento e la ditta aveva aperto un ufficio, a Pieve, per acquisire gli utenti.
    2) E' totalmente falso che i Carabinieri di Cedegolo abbiano informato che la centrale abiomasse nel loro territorio sia un inceneritore che brucia rifiuti. Hanno invece dichiarato esattamente il contrario assia che la centrale brucia unicamente legna.
    Di più: Una seconda informativa di altra stazione dei carabinieri attesta che, anche in un'altra centrale, costruita della stessa ditta che operava a Pieve, viene bruciata unicamente legna.
    Questa è la verità documentata.
    Perchè vengono raccontate tante falsità?
    Per quali scopi ?
    Sono fiducioso nella Magistratura che, spero, quanto prima, faccia chiarezza.
    Un consigliere della Ex Comunità Montana
    Quanto dichiarato è tutto documentato

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  8. Il principale interrogativo riguarda la ragione del tuo anonimato, per me sempre cestinabile. Mario Dellacqua

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  9. Caro Dellacqua, cestinando non si cambia la verità raccontata da un consigliere della Comunità Montana, ma è, invece, la conferma che la sua posizione è a prescindere, per partito preso.

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  10. Politicanti che mandano in rovina l'Italia. Questa � la verit�. Nel caso di Pieve di Teco l'autorizzazione alla rrealizzazione della centrale � stata rilasciata dall'Assessore povinciale Bellotti, che "stranamente", poi, ha fatto una campagna contro. Per quale motivo questo comportamento? Quali sono i veri interessi che hanno dettato questo cambio di rotta? E' questo il modo di amministrare?
    Chi pagher� i danni che la ditta ha gi� richiesto al Comune ?

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