venerdì 25 dicembre 2009

Deformanone

di Mario Dellaqua
Come volevasi dimostrare, sulla centrale a biomasse i perplessi stanno rapidamente diventando non contrari. Da notare il pudore: non osano dirsi favorevoli, si dicono non contrari.
Su “Informanone”, Bori ci spiega perché: il Comune risparmia bei soldini e tanto le centrali se non le fanno qui le fanno da altre parti. Solo uno statista del Chisola può ragionare così. Sarebbe come se dicessi: se il pizzo non lo paghi tu, lo paga qualcun altro e che cosa cambia? Se la bustarella non la prendi tu, la prende qualcun altro, che cosa cambia? 
Questa è l’idea di sviluppo del territorio che hanno gli attuali amministratori: dire di sì alle imprese che propongono di saccheggiare il territorio dichiarando ottimo e abbondante il piatto di lenticchie che esse offrono a chi collabora con le loro speculazioni. Più che informato, None viene così deformato nelle poche risorse che rimangono. Tutto è stato deciso in negoziati di cui la cittadinanza è stata tenuta allo scuro. L’unica occasione di confronto è servita il 1 ottobre per la sceneggiata della perplessità, cioè per nascondere una soggezione reale ai progetti dell’impresa. Una caricatura della trasparenza e della partecipazione. Sinceramente preferirei se certi comportamenti fossero adottati dal centrodestra. Invece funzionano benissimo anche con questo centrosinistra. 
Non sono passati sei mesi che già cominciano le prime migrazioni: da Solidarietà e progresso a Benarco.

None, il cioccolato ma anche la centrale?


Leggo nella prefazione di un programma elettorale: “None, entro il 2014, diventerà più bella, sarà la porta delle montagne olimpiche e si distinguerà per la qualità della vita e dell’ambiente.”
A distanza di solo qualche mese si discute di  centrali a biomasse e di un depuratore fognario  per conto di  un consistente numero di paesi del pinerolese.
Non riesco a trovare la relazione tra le due cose perché la realtà dei fatti è in chiara antitesi alla premessa.
Non io ma la storia recente ha dimostrato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che i paesi poveri per una ciotola di riso, se detentori di ricchezze naturali ne vengono saccheggiati, in caso contrario, sempre per la stessa ciotola di riso, diventano discariche.
Siamo un paese da terzo mondo ?  Per riscaldare qualche edificio pubblico o risistemare la propria rete fognaria  None deve asservirsi agli interessi privati e pubblici di entità esterne vendendo i polmoni e le aspettative dei propri abitanti ?
None non ha il mare ne la montagna, sorge su un ex terreno paludoso privo di correnti di aria che ne determina i ristagni nebbiosi nei periodi invernali ed il perdurare di generosi “salubri odori” di cascina che non nobilitano il suo biglietto da visita a chi suo malgrado ne è sporadico avventore. E’ come un bambino verso il quale madre natura non si può dire sia stata generosa. Proprio per questo non bisogna abbandonarlo e prevedere per lui delle energiche cure. Perché lo facciamo morire di Aspirina !
Necessita un piano di sviluppo industriale e abitativo, sviluppato autonomamente, che lo connoti in positivo e lo salvi dalla scialba immagine di paese dormitorio ai margini della grande città. In mancanza di ciò, nel deserto di idee e di valide iniziative locali, crescono come cactus  le proposte inique di terzi esterni, pubblici e privati, mossi da propri tornaconti che nulla hanno a vedere con il rilancio del nostro tessuto urbano. Non possiamo stare con il cappello in mano davanti a chicchessia, ben vengano le iniziative se in linea con lo sviluppo sostenibile che decideremo noi di darci, le altre, quelle che ci vogliono imporre, sono da rigettare con fermezza.
E’ pur vero che occorre aprirsi a nuove soluzioni che possono  passare anche dalle proposte ricevute. Può risultare utile mettere insieme due progetti, nati in maniera autonoma l’uno dall’altro, e trovare un collegamento sinergico che ne amplifichi i benefici per la collettività.
Ciò può avvenire, nel nostro caso specifico, costruendo una centrale a biogas anziché a biomasse, con lo sfruttamento degli scarichi  previsti dal depuratore, arricchito dall’apporto dei liquami agricoli. In questo caso verrebbero ridimensionati gli impatti ecologici ed eliminati i dubbi sull’approvvigionamento del combustibile legnoso. Fermo restando la ristrutturazione del sistema fognario e la costruzione della rete distributiva dell’energia a cura dei proponenti, una reale convenienza per tutta la  cittadinanza dovrà prevedere un costo “politico” dell’energia che renda conveniente il suo sfruttamento ed ammortizzi l’eventuale spesa di adeguamento degli impianti domestici.
Il dimensionamento dell’impianto non dovrebbe dipendere dall’entità degli incentivi economici che la società proponente intende intascare bensì dall’entità del “combustibile conferito”. Per quanto ovvio, in base alle condizioni che noi andremmo a dettare, la società farà i suoi studi di fattibilità e le giuste considerazioni di convenienza economica . Qualora decidesse di non abbandonare il progetto delle biomasse, noi saremmo altrettanto legalmente liberi di contestare e contrastarne l’insediamento sul nostro territorio e di trovare  controparti e soluzioni diverse, ribellandoci non più ad una proposta bensì ad un’imposizione.
 Si parla tanto della nuova  figura degli amministratori pubblici più vicini al manager che a Peppone. Ma chi ha detto che Peppone non era un bravo manager ? Anzi di più. Era onesto e non solo batteva i pugni  sul tavolo, ma per difendere l’interesse del paese, i tavoli li faceva anche volare.
Di ciò di cui si decide oggi non vi è traccia in alcun programma elettorale, ne consegue che nessuna parte politica ha “moralmente” mandato per rappresentare i cittadini in tale contesto senza averne ricevuto uno specifico, onde per cui, il “ghe pensi mi” sarà di moda ma non è condivisibile, ne tanto meno giustificabile.

martedì 22 dicembre 2009

DALLE PARTI DELL’ANGOLO NON OTTUSO DI VIA ROMA 11…

si incrociano persone e attività di tanti tipi.
Mentre ci scambiamo i tradizionali auguri per le feste natalizie, viene spontaneo tentare un bilancio, rischiare una prospettiva, rinnovare la felicità di un impegno libero senza dogmi, papi e frontiere.


La Fondazione “Orso”

La Fondazione “Orso” ha avviato la sua attività ad aprile 2009, un anno dopo la scomparsa di Bruno Redoglia, detto Orso, un operaio elettricista dell’Indesit che amava definirsi apprendista comunista e che ha lasciato tutti i suoi beni per opere di solidarietà sociale. Per ora, la Fondazione che prende il suo nome gestisce, all’angolo non ottuso di via Roma 11 a None, una scuola di italiano per stranieri diretta da Domenico Bastino, insegnante volontario già impegnato in corsi di alfabetizzazione per extracomunitari nella scuola pubblica. Nel 2009 si sono svolte 29 lezioni.


La Fondazione ha finora distribuito a lavoratori in difficoltà per la perdita del posto di lavoro la somma complessiva di 500 euro che i lavoratori stessi si impegnano a restituire gradualmente non appena le loro condizioni economiche miglioreranno. Ciò permetterà al “Fondo di solidarietà” istituito di rinnovarsi e di intervenire in aiuto di altre famiglie e in altre direzioni di volta in volta individuate. L’importante è cambiare una porzione del mondo che ci circonda favorendo la diffusione quotidiana del mutuo soccorso, dell’istruzione popolare, della presenza sindacale, della cooperazione con i popoli oppressi dalla fame e dalla guerra, dell’incontro con i migranti, con le persone sole, timide, ribelli e socievoli di ogni etnia, mestiere e fede religiosa.


Sono allo studio stage formativi presso l’artigianato locale di giovani in difficoltà interessati ad imparare il mestiere di elettricista, falegname, idraulico, carpentiere. Altri suggerimenti saranno ben accolti e volentieri esaminati con la dovuta attenzione.

La Fondazione “Orso” ha poi destinato 380 euro per sostenere “Il Manifesto”. Inoltre, 200 euro sono stati prelevati per l’acquisto di una stampante e di altre attrezzature informatiche, mentre la stufa e il televisore sono stati acquistati grazie ai contributi raccolti fra gli amici dell’angolo. Le bottiglie capitano da sole insieme a salami, torte, thè e biscotti. 

19 anni di solidarieta’ con la FESTAINROSSO a NONE

Adozioni palestinesi £.4.800.000
Progetto Cernobyl £.300.000.
Progetto Celic (Bosnia) £.360.000
Lavoratori Cascami-Seta di Pomaretto £.1.000.000
Auser di None £. 2.000.000 e 6.100 euro
Medici Senza Frontiere 2050 euro
Famiglie di alluvionati nonesi 300 euro
Mehlab (Eritrea) 8.600 euro
CAT “Rinascita” di None 100 euro
Museo Cervi di Gattatico 100 euro
CSI None 600 euro
Associazione Italia-Cuba 100 euro
Associazione africana AMREF 550 euro
Totale in euro 23.150

La consigliera di Rifondazione Teresa Vigliotta ha versato alle casse del Circolo rifondarolo nonese la somma complessiva di 2100 euro, percepiti nel quinquennio 2004-2009 durante il suo mandato di rappresentante dell’Amministrazione comunale di None in seno al CISA 12.

All’angolo non ottuso…

…si incontrano gruppi di acquisto equosolidale, il comitato organizzatore della Festainrosso, i rifondaroli, il gruppo Nonunomanoi, il gruppo promotore della petizione contro la centrale a biomasse.

Annibale Mazzoni, Peppino Impastato, Enrico Berlinguer e Bruno Trentin sono stati al centro di serate che, dopo il video, hanno favorito qualche osservazione retrospettiva e qualche suggestione per orientare il futuro. La prossima personalità sarà Guido Rossa, l’operaio comunista ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979. In preparazione anche un convegno sulla figura di don Primo Mazzolari.

Si sono incontrate le fiabe di Paola Lenarduzzi e Alberto Tridente, la pensione di Giovanna, gli esercizi di grammatica dell’economia e dell’ecologia con letture sui secoli contati del capitalismo, comitive a teatro con Paolo Rossi o di ritorno (in collaborazione con l’Auser e “Il Mondo di None”) dal trenino rosso del Bernina, da Vienna o dal Museo dei fratelli Cervi a Gattatico di Reggio Emilia. In tutto 80 incontri con circa 700 passaggi. Si possono leggere “Il manifesto”, “Liberazione”, “Avvenire”, “Famiglia cristiana”, “Internazionale” e l’inglese “Time”.

Per il 2010 ci auguriamo altre idee, altre costruzioni, altri incroci.


Aggiornato al 22 dicembre 2009






venerdì 18 dicembre 2009

29 gennaio: verso il Comitato

Il 16 dicembre all’angolo di via Roma 11 si sono incontrati Giuseppe Astore, Domenico Bastino, Alberto Bertotto, Nadia Biscola, Biscotti di Giovanni, Giuliano Carletti, Cortese di Giovanni, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Malvasia di Nadia, Flavio Rabbia, Mario Scaglia, Mirta Viroglio, Mario Vruna. 


1) I convenuti si sono trovati d’accordo nella scelta di fissare per il 29 gennaio 2010 l’assemblea pubblica per la costituzione del comitato contro l’insediamento della centrale. Ciò per poter chiedere con maggiore credibilità l’audizione in Provincia qualora dovesse presentarsi l’opportunità di una nuova conferenza dei servizi e anche per dare ai firmatari della petizione una rappresentanza pubblicamente riconosciuta e dotata di regole visibili per un suo funzionamento democratico. Pur essendo l’attuale gruppo promotore una miscellanea consapevole di disparate appartenenze politiche, ma anche di molti singoli non collocati, siamo tutti d’accordo che sarà un bene se i portavoce saranno scelti tra personalità slegate dal mondo politico.
2) Per l’occasione sarà utile sollecitare e ottenere la partecipazione di esperti di Lega Ambiente e l’assemblea dovrà essere pubblicizzata anche al fine di promuovere un ulteriore sviluppo della raccolta delle firme. 
3) Un primo sommario conteggio ci fa stimare in circa 500 le adesioni finora raggiunte. L’approssimazione è dovuta al fatto che alcuni moduli sono presso negozi e singoli in circolazione presso amici e conoscenti.
4) Nunzio Sorrentino, impossibilitato a partecipare, comunica che i suoi contatti con la Provincia hanno permesso di acquisire documenti consultabili sul progetto. La richiesta inoltrata in Comune da Giovanni Garabello sta per essere accolta, se verrà confermata la disponibilità richiesta a Benarco.
5) Abbiamo concordato di rivederci il 13 gennaio per concordare il manifesto di convocazione dell’assemblea.
6) I presenti non hanno una buona opinione sulle oscillanti dichiarazioni del Sindaco e sul persistente silenzio degli amministratori. Sperano però che le discussioni in corso nel Pd possano finalmente sbloccare la situazione e rompere le incertezze.
Lo zio mario

mercoledì 16 dicembre 2009

LA PORCATA E’ SERVITA!!!

di Luca Baldo

Non sentite puzza di bruciato?

None a breve potrebbe avere sul proprio territorio una bella centrale a biomasse;
Che cosa vuol dire concretamente?

Per l’aria che respiriamo niente di buono, in quanto si andrà ad aggiungere un nuovo inquinante.
Inizialmente si brucerà legna che non potrà essere di provenienza certa, …….poi? si vedrà.
L’inerzia dei cittadini, e quella di chi ha ricevuto il mandato di governarli , in questo particolare momento è molto pericolosa; questo tipo di forno è concepito per poter bruciare di tutto,…..non solo legna. Un’amministrazione poco attenta ora, che attenzione avrà un domani quando qualcuno vorrà bruciare altre cose? (bisogna sapere che già ora la cosiddetta biomassa arriva dall’estero!) In Piemonte non c’è più nuova Biomassa da bruciare, oltre a quella che già si utilizza!.
Se non interessa più noi, può interessare i nostri figli o i nostri nipoti,……..
Per l’ambiente in generale, meno che meno: qualcuno (in buona fede?), ha detto: “bene che si bruci legna, così non si brucia petrolio”. A parte il fatto che la combustione a legna emette anche più polveri sottili rispetto ad altri combustibili, questo concetto è valido in prossimità di comunità montane, dove effettivamente hanno la legna e dove viene anche recuperato tutto il calore per il teleriscaldamento urbano (non solo il 20% per produrre l’elettricità come sarebbe fatto a None!). Quindi il bruciare biomasse consente realmente di non bruciare altri combustibili, non di aggiungere un nuovo inquinamento,….
E’ certo, invece, che a None arriverebbe materiale da altre regioni, magari da foreste vergini di paesi costretti a fare cassa, e che probabilmente non hanno neanche i mezzi per ricreare nuovi boschi (succede già in altre regioni italiane che hanno centrali a Biomassa); quindi la nostra inerzia produrrà:
Uno spreco energetico perché questo materiale dovrà percorrere migliaia di chilometri prima di arrivare a None.
Un danno ambientale in quanto si riducono a livello globale le aree boschive: bel colpo!
Nessun nuovo progetto di centrale nasce oggi, se non ci si preoccupa prima di come utilizzare quell’80% di calore che non si riesce a trasformare in energia elettrica ed è direttamente immesso nell’ambiente.
Per quale motivo i cittadini di None dovrebbero acconsentire che questo scempio avvenga sotto i propri occhi?
Per l’immagine di None: no di certo. Tutta None, gli orti, i campi, le case subiranno un deprezzamento,…
Gente che ha investito nella propria casa i risparmi di una vita vede sparire all’istante 1/3 del valore dei suoi beni?
Dove sono le persone che sono pagate per fare i nostri interessi?.........

TUTTI QUESTI ARGOMENTI SONO STATI SPIEGATI MOLTO BENE DA AUTOREVOLI PERSONE INTERVENUTE A DISCUTERNE DURANTE LE VARIE RIUNIONI.

QUESTO PROGETTO NON RISPONDE A NESSUN CRITERIO VIRTUOSO, MA FARA’ SOLO L’INTERESSE DI UN SINGOLO PRIVATO.

PERCHE ‘ IL NOSTRO SINDACO FINGE DI NON CAPIRE?

SE LA NOSTRA AMMINISTRAZIONE NON SI OPPONE IN MODO CHIARO E DECISO FIN DA ORA, E’ CERTO CHE LA CENTRALE VERRA’ REALIZZATA!




LE 10 DOMANDE PER MARIA LUIGIA

di Luca Baldo
  1. Ha capito il Sig.Sindaco che anche la Biomassa è inquinante come qualsiasi altro combustibile?
  2. Ha capito il Sig.Sindaco che il combustibile che arriverà a None non può essere controllato perché è impossibile un controllo sulla filiera del legno?
  3. Ha capito il Sig.Sindaco che il trasporto del combustibile via nave e terra per migliaia di chilometri non ha nulla di ecologico?
  4. Ha capito il Sig.Sindaco che portare legna a bruciare qui da noi produce un grave danno ambientale in quanto si provoca un disboscamento incontrollato in paesi poveri?
  5. Ha capito il Sig.Sindaco che questa centrale non risponde ai criteri del risparmio energetico, secondo i quali tutto il calore residuo prodotta tramite una nuova centrale (ben l’80%) dovrebbe essere utilizzato e non disperso in atmosfera?
  6. Ha capito in Sig.Sindaco che il combustore della centrale è adatto a bruciare potenzialmente non solo legna ma anche altri materiali?
  7. Sig.Sindaco, a lei non è venuto nessun sospetto per l’utilizzo futuro che potrebbe avere questa centrale?
  8. Ha capito il Sig. Sindaco che tutta l’area di None, gli orti, i campi, le case, subiranno un deprezzamento?
  9. Ha capito il Sig.Sindaco che l’unica entità che avrà un guadagno da tutto ciò sarà il gestore della centrale?
  10. Alla luce di tutto questo, il Sig.Sindaco ritiene realmente di interpretare i bisogni e i diritti dei cittadini di None?

mercoledì 2 dicembre 2009

CONSIGLIO COMUNALE APERTO SUL DEPURATORE

Brevi riflessioni.

Mi viene in mente la battuta del mio amico, anch’egli consigliere di minoranza, che dice: “... ma io il voto l’avevo chiesto per governare, mica per finire in minoranza”. C’è da ridere, ma nella pratica quale corresponsabilità ho per l’impegno politico assunto?

Premetto personali lodi al merito per chi prima d’ora si è interessato al problema “fognature e depuratore”, dando così inizio all’iter di programmazione e quindi di realizzazione di opere pubbliche di simile importanza per None, ma ritengo doveroso partecipare al seguito dei lavori, con impegno.

L’ha chiesto il gruppo di minoranza il consiglio aperto, me compreso (…ed è come se dicessi io davanti a tutti) e mi ha colto di sorpresa il fatto che alla vigilia non fosse disponibile alcun progetto né relazione ufficiale presso il Comune riguardante l’opera, quando viceversa durante il Consiglio è stato illustrato un discreto quadro economico di spesa, un disegno con l’esatta individuazione del sito e della conformazione dell’impianto, ma soprattutto è stata manifestata tanta difficoltà nell’instaurare un dibattito critico ed un’analisi sulle scelte fino a quel punto effettuate.

Mi è sembrato che quello che poteva essere poco più che un’idea, all’improvviso si sia trasformato in un progetto pressoché definitivo. Mi risulta che la normativa sui lavori pubblici auspichi che l’uniformazione alla pianificazione urbanistica mediante una variante al PRGC scaturisca non già da un progetto preliminare ma da un progetto definitivo dell’opera pubblica; questo, credo, allo scopo di consentire e favorire le migliori scelte progettuali (nella fattispecie una migliore allocazione sul territorio).

In Consiglio ho chiesto per quale motivo un simile impianto, ovvero un depuratore intercomunale a servizio del bacino pinerolese-pedemontano che dovrebbe riguardare 9 comuni e complessivi 40.000 abitanti equivalenti, non fosse da assoggettare ad una analisi relativamente l’impatto ambientale preliminare. Mi è stato risposto che l’Arpa ha ritenuto di poterne fare a meno. Tralascio, per obiettiva complessità della materia, ulteriori considerazioni sul grado di verifica piuttosto che di studio da fare sul progetto, per spiegare che queste valutazioni credo debbano in ogni caso precedere e condizionare le scelte che viceversa mi risulta essere state fatte su altri e diversi fattori. Ciò premesso, il giudizio, attraverso il voto che mi è stato chiesto in Consiglio, non può prescindere da una valutazione di carattere ambientale qualificata ed esplicita che viceversa, ripeto, ritengo assolutamente pregnante sull’argomento; mi riferisco al progetto globale, comprensivo quindi dell’impianto ma anche, o forse principalmente, riferito alle caratteristiche delle condotte di immissione a monte piuttosto che di quelle a valle, affrontando e descrivendo gli effetti diretti ed indiretti sull’uomo, la fauna, la flora, il suolo ed il sottosuolo, l’acqua, l’aria, il paesaggio e l’ambiente edificato circostante, compresa la descrizione dei prevedibili effetti positivi e negativi, diretti ed indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei; questo soprattutto in un ottica di pianificazione e programmazione, con obiettivo la tutela ambientale ed il benessere e la salute dell’uomo.

Tutto questo non c’è stato alla base della personale mia valutazione, mio malgrado. Conseguentemente si è degenerato in considerazioni e prese di posizione faziose e sterili, passando anche attraverso manifestazioni animate e mi riferisco alla singolare contrattazione sui metri necessari affinché ci fosse la complicità del gruppo di minoranza piuttosto che di presunti interessi personali di alcuni concittadini. Paradossalmente bastava dimostrare la conformità delle opere ai requisisti minimi di salvaguardia ambientale e di tutela della salute e del benessere, così come proposte, affinché non ci potesse essere contrasto e disaccordo o quanto meno sterile contrapposizione.

Altro spunto di riflessione mi è stato proposto dal diverso e contrapposto comportamento avuto da alcuni concittadini che maggiormente saranno coinvolti dall’opera; sicuramente colpito ed impressionato favorevolmente da parte di coloro i quali hanno lamentato di sopportare da ormai 35 anni l’attuale depuratore (per quanto residenti nelle vicinanze) e hanno chiesto, con composta determinazione, di allontanare il più possibile il nuovo depuratore, considerate, a mio avviso ben ponderate, influenze ed effetti non certo positivi.

In ultimo, ma non ultimo, si è riproposto il problema della non preliminare condivisione di scelte così importanti, problema di questi tempi su altri fronti assolutamente d’attualità, con riferimento alle considerazione espresse da alcuni autorevoli rappresentanti del mondo agricolo, che mi rendono molto cauto su prese di posizioni e scelte che non possono prescindere da competenze professionali e conoscenze del territorio tipiche.

Diversamente, si rischia di ricondurre il tutto a giochi e prese di posizione faziose.

Salute e serenità. Mario Scaglia.