domenica 8 novembre 2009

Centrale a biomasse a None: MA CHI CI GUADAGNA?

  • Un impianto che utilizza come combustibile grosse quantità di materiale legnoso (cippato) può aver senso in zone altamente boscose mentre è sicuro che nel raggio dei prescritti 70 km. non c’è legname sufficiente per alimentare una centrale che brucerebbe 70mila tonnellate di cippato ogni anno (e si propone di essiccarne più o meno altrettante): perciò sarebbe probabile l’approvvigionamento di legname proveniente dall'estero, con il rischio di imbattersi in forniture contaminate anche da sostanze tossiche.
  • Oltre allo spreco energetico legato al trasporto della legna su gomma per centinaia/migliaia di chilometri (e alle ripercussioni sul traffico di mezzi pesanti a None) vi sarebbe quello ben maggiore legato al bassissimo rendimento elettrico della centrale (del 20% circa): le decine di migliaia di tonnellate di legno (anche se di scarto) necessarie all'alimentazione di tale impianto potrebbero essere sfruttate in modo ben più redditizio ed ecocompatibile.
  • Vista l'enorme quantità di legname da impiegare, non ci può essere alcuna garanzia di controlli efficaci in merito alla qualità dello stesso, con rischi di possibili ripercussioni sulla qualità dell’aria che respiriamo e faremo respirare alle nuove generazioni.
  • Dietro alle numerose richieste di insediamento degli impianti a biomasse, tutte estranee ad ogni programmazione, è evidente l’interesse dei gruppi imprenditoriali di puntare all’accaparramento selvaggio a scopo speculativo dei “certificati verdi” che finanziano la produzione di energie cosiddette alternative con ingenti contributi pubblici.
  • Visti gli altissimi costi (700-800mila euro al km) vi sono notevoli dubbi sulla effettiva disponibilità dell'imprenditore alla realizzazione di una rete di teleriscaldamento per None.

E se anche fosse, quale sarebbe il vantaggio per le famiglie, già allacciate ad un’efficiente rete di gas e che crediamo poco inclini a sobbarcarsi le spese di riconversione degli impianti attuali? Anche senza tener conto della necessità di sventrare il paese per le opere di allacciamento, quale sarebbe la convenienza economica di tale operazione?

  • L’iter di questo progetto presentato da Benarco è già stato avviato in Provincia e nessuno lo sta contrastando con la necessaria determinazione.
  • Il progetto in questione non fa parte di alcun programma elettorale. Al di là della nostra opposizione o di quella dei gruppi ambientalisti, l'intera minoranza, i sindaci dei paesi limitrofi, il PD nonese, non sono favorevoli all’opera: chi e purché sostiene la centrale a biomasse a None?

Chiediamo al Sindaco e all’Amministrazione comunale di opporsi ufficialmente a questo progetto e di difendere il territorio da impianti che implicano spreco di risorse naturali, non recano beneficio alla collettività, assicurano alle imprese profitti di tipo puramente speculativo e potrebbero minacciare la salute nostra e delle future generazioni.

Non è vero che il Comune è obbligato a subire queste operazioni speculative: può e deve usare tutti gli strumenti che la legge gli attribuisce per negare ogni richiesta di autorizzazione.

1 commento:

  1. Questo testo è stato sottoscritto da Giuseppe Astore, Giovanna Baffa, Domenico Bastino, Giancarlo Bergia, Massimo Bonifazio, Loredana Brussino, Roberto Cerchio, Mario Dellacqua, Laura Ferrari, Massimiliano Franco, Giovanni Garabello, Diego Goitre, Raffaele Latiana, Gabriella Marotta, Cesare Micanti, Gianluigi Saccione, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino, Andrea Testa, Mario Vruna.

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