venerdì 23 ottobre 2009

sulle Primarie del PD

"La sorte del PD riguarda tutti. Compresi coloro che non vi aderiscono o non l'hanno votato", parola di Giorgio Benvenuto, Pierre Carniti, Bruno Manghi, Silvano Miniati, Riccardo Terzi, Raffaele Morese ed altri...
Non ho un'idea precisa su che cosa ne pensino gli altri, probabilmente più assidui partecipanti agli incontri dell'angolo non ottuso, ma penso che le parole sopra riportate qui sopra non siano affatto retoriche.
Proprio in quest'ottica io ho intenzione, pur con molte perplessità, di partecipare domenica prossima (25 ottobre) alle primarie del partito democratico e probabilmente di votare Bersani (nonostante D'alema, Penati, Bassolino e tutto quello che si portano dietro, nel bene e nel male). Franceschini mi sembra manchi di sostanza, Marino è un po' monotematico...Magari se ne potrebbe parlare.
Roberto

Credo che sia molto difficile non nutrire delle perplessità visti i fatti...Comunque anche io la penso come Roberto. Con le stesse considerazioni domenica andrò a votare e per Bersani.
Anna

Io al contrario di tutti non andrò a votare e non intendo credere in alcun accordo o cosa simile con un partito poco democratico. Sinceramente non mi sento rappresentato da una "sinistra" del genere. Scusate per lo sfogo e per la polemica.
Cesare

Mentre ci sono vi faccio sapere la mia non opinione. Se da un lato anche io non mi sentirei rappresentato da un partito poco democratico, riconosco nello strumento delle primarie una forma di democrazia da sostenere e da allargare anche ad altri ambiti. Ci sono partiti, movimenti, sindacati molto di sinistra che vedono un ricambio dei vertici praticamente nullo. Insomma, sono molto indeciso, ma probabilmente andrò solo per sostenere questa modalità che a mio avviso andrebbe allargata. Colgo l'occasione per porgervi un saluto e aspetto considerazioni in merito.
Giuseppe

Chi lo dice dovrebbe spiegare perchè il pd è un partito poco democratico, proprio nel momento in cui permette con le primarie a molti cittadini, compresi i suoi non elettori come me, di concorrere alla scelta. Tutto sommato la penso come Giuseppe. Il voto può concorrere a ridurre il peso degli apparati e ad affermare una maggiore garanzia di indipendenza dalla chiesa, specie se avrà un buon risultato una candidatura come quella di Ignazio Marino. Sto riflettendo in proposito.
Mario

Io in questo momento non mi sento rappresentato dal PD, soprattutto per i molti passi falsi nella veste di opposizione e per la poca chiarezza sulle scelte da portare avanti (vedi il caso Binetti e lo scudo fiscale). Ma riconosco che questo partito sia l'unica effettiva alternativa potenziale al regime in carica. Credo che le primarie siano uno strumento raro e prezioso che permette ai cittadini, che come me non sono all'interno, di poter intervenire e provare a cambiare le cose senza che ci cadano sempre dall'alto. Io sono ancora molto indeciso ma credo che andrò a votare Marino, confidando nella sua non assuefazione alle correnti e ai giochi interni. Inoltre piccola e forse stupida considerazione: a me sembra il più telegenico tra i tre, e in questo mondo fatto di immagine è una qualità da non sottovalutare.
Diego

4 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  2. Ci sono cose che capiamo benissimo e che vorremmo non capire, che ci sembrano inverosimili a tal punto da derubricarle come gioco o scherzo.
    La sinistra era il partito del NOI, ora per correre dietro a Berlusconi è diventato il partito dell’IO.
    L’IO di Dalema, l’uomo più esperto ed acuto, ma per sua natura più vicino a Richelieu che a Berlinguer, più attento alla sua fondazione che al partito.
    L’IO di Bersani da tempo in attesa di una deriva ancora più marcata per prendere il comando con meno fatica. Tatticismo Massimo.
    Il non IO di Franceschini, che ha un DNA da vice e trovandosi catapultato alla ribalta, come tutti i buoni democristiani, andando contro sua natura prova a fare la voce grossa, ma nessuno lo sente.
    L’IO di Marino che nella sua semplicità appare il più chiaro, ma tale semplicità è anche connotato di inesperienza e limitata competenza in tanti campi della vita sociale.
    Il nuovo chi sarebbe la Serracchiani ? Mi richiama alla mente un frutto acerbo che vuol essere venduto come primizia ma salta la fase di maturazione e marcisce subito.
    E’ la vittoria dell’IO sul NOI.
    Il nostro eroe era colui che salvava l’umanità dai cattivi e poi ritornava ad essere un anonimo cittadino del mondo. (era questo il suo vero superpotere).
    Oggi si celebra chi al Grande Fratello elimina uno ad uno chi vive sotto il suo stesso tetto.
    Non dobbiamo stupirci se tanta gente ha messo il proprio IO, anziché al servizio del NOI, al servizio di un IO MAGGIORE annichilendo il proprio pensiero al grido di “meno male che Silvio c’è”. Non disperiamo, a da passà a nuttata. Tale sistema implode dall’interno, come già avvenuto nel passato ed i segnali di tale processo sono già manifesti.
    Dopo i Bush vengono gli Obama, ciò purtroppo è possibile, come avvenuto negli Stati Uniti, quando un paese è sull’orlo del fallimento. Speriamo che il nostro Obama non sia ancora a scuola perché la nostra deriva si fa sempre più impetuosa.
    Nel mentre chi vuol partecipare alle primarie lo può fare, magari alla maniera degli ex pseudo democristiani, tappandosi il naso.

    Mario Ruggieri

    RispondiElimina
  3. Sono alla ricerca di un modo per tenere pulito il nostro campo e non vedo liberazione possibile in una migrazione nel campo altrui. Penso però che fino a quando parleremo di recenti elezioni e di prossime elezioni (amministrative o politiche)...fino a quando rovisteremo tra le pagine dei giornali o faremo zapping tra ballarò l'infedele e porcaporca alla ricerca del leader-mosè che ci guidi alla terra promessa attraverso il deserto, il nostro campo, fatalmente, resterà inquinato e sarà distorto da discussioni "altre" e andremo incontro ad altre frustrazioni. In questa luce, la partecipazione o meno alle primarie è davvero una scelta secondaria.

    ciao e grazie

    RispondiElimina
  4. Non va bene Franceschini, non va meglio Bersani e neppure Marino. La Serracchiani scherziamo. Comunque, il sistema imploderà dall'interno e a da passà 'a nuttata.Spero di aver capito male.
    Il risultato sarebbe una strana forma di ottimismo rinunciatario. Se non produciamo dal basso gli anticorpi dell'alternativa, vuol dire che - più o meno involontariamente - stiamo scommettendo sull'asse Fini-Casini-Rutelli e chi si vorrà aggiungere.
    Se è così, aspettiamo pure.
    Non penso più, come mi capitava negli anni Settanta, che la società potrà cambiare in meglio moltiplicando intensità, estensione e radicalità dei conflitti. Però penso ancora che l'alternativa c'è, ma non possiamo aspettarla da un leader. Non possiamo conquistarla senza attraversare una nuova stagione di lotte sociali, politiche e civili. Le radici della malattia italiana non stanno nella protervia del tiranno, ma nella diffusa prostituzione del pensiero. O nella rinuncia al pensiero che è poi la stessa cosa. Dunque il rimedio sta nella diffusione quotidiana della libertà e dell'abitudine ad attraversare le fatiche della vita democratica. Con le sue battute d'arresto, i suoi dilemmi, le sue lente costruzioni, i suoi conflitti da vivere con serenità.
    Dobbiamo reggere la nuova stagione che si apre costruendo una rete di comunità politiche guidate dall'interesse a realizzare relazioni di uguaglianza e solidarietà per l'istruzione, per l'ecologia, per la spesa, per il lavoro, per la salute, per la memoria. Non ci potrà unire l'aspirazione di tizio contro caio ad occupare uno spazio di visibilità o una carica pubblica. Se non passiamo da qui, dopo l'implosione che nessuno udirà, l'alternativa verrà dalle parti dei soliti gattopardi.
    saluti a tutti

    RispondiElimina