domenica 18 ottobre 2009

DIETROLOGIE ALL’ANGOLO NON OTTUSO

Il 14 ottobre alle ore 21 all’angolo non ottuso di via Roma 11 si sono incontrati Domenico Bastino, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Diego Goitre, Fernanda Mazzoni e Mario Vruna.
Per fare il verbale non prendo niente perché mi distraevo di frequente.

A proposito della vicenda della centrale a biomasse, Diego Goitre è d’accordo con quanto scritto sul blog da Mario Ruggieri. La nostra opposizione è fondata su contenuti e motivi documentati, non su intenzioni polemiche verso l’attuale amministrazione comunale. Ciò non ci deve impedire di far notare che le procedure adottate presentano una grave anomalia: come si può partecipare alla Conferenza dei Servizi con la disponibilità ad accelerare l’iter urbanistico senza il supporto di alcun atto deliberativo e senza neppure un progetto depositato e visionabile? Un percorso democratico prevede informazioni e consultazioni prima e durante la fase preparatoria delle decisioni, non dopo…

Fernanda Mazzoni ha invitato a fare iniziative culturali, sociali e politiche, non dietrologie, perché la politica fatta con le dietrologie non le piace. Non mancano le possibilità di scelta e di impegno: i rifiuti, Don Primo Mazzolari, il socioassistenziale, il buddismo, il filmati di RaiStoria sulla vita di Berlinguer, il festival delle culture, i gruppi di acquisto.

4 commenti:

  1. Caro angolo non ottuso
    Ti scrivo perché non capisco il tuo definirti angolo.
    Il comune sentire associa all’idea dell’angolo un luogo dove si mettono i cattivi, dove si mandano gli impenitenti ad espiare, dove si emarginano gli emarginati, dove si rifugia il pugile che non ha forza di combattere e dove si manda la palla perché non si è in grado di sostenere l’azione.
    Se poi si vuol dimostrare di non essere ottusi occorre non solo far vedere di non essere piatti ma anche di essere retti e reattivi.
    Se non ritieni di essere cattivo, impenitente, emarginato, pugile suonato, se vuoi stare in mezzo al gioco, se non sei appiattito ma hai energia per giocare la partita perché ti autodefinisci come un gruppetto di gatti spelacchiati.
    Se vuoi parlare alla gente e per la gente occorre darsi un proprio biglietto da visita, dove sia chiaro per tutti, chi sei e cosa vuoi fare. Se ha un’ identità definita il gruppo si consolida e cresce, senza di essa si dissolve con la malinconia delle idee che potevano essere e non sono, belle ma impalpabili, quasi violente nei momenti sbagliati ed assenti in quelli decisivi.
    Se vuoi sopravvivere a te stesso devi uscire dall’angolo e parlare alla gente con il linguaggio della gente, di cose concrete che interessano il nostro paese. Occorre dismettere il vestito della cultura di sinistra (patrimonio indiscutibile e prova di sensibilità sociale) ma al momento vero ostacolo al dialogo con la gente disabituata a pensare perché sollecitata da mille vicissitudini concrete.
    Come fa un cittadino ad appassionarsi alle dispute tra rispettabilissimi amministratori o ex amministratori se la disputa è sulla paternità di un progetto e sui centimetri in altezza di un fabbricato.
    Perché un cittadino deve essere contrario alla costruzione di un complesso di pubblica utilità se anche la proprietà ecclesiastica ne trae vantaggio. ( Quale migliore occasione per dimostrare che la sinistra non solo non mangia i bambini ma neanche i preti).
    E che dire della centrale a biomasse . Se non la si vuole una volta evidenziati i tentennamenti dell’amministrazione perché non farsi promotori di un comitato lanciando una pubblica sottoscrizione.
    Ed ancora, qual è lo stato di avanzamento lavori del progetto rifiuti differenziati . Perché non fare o sostenere una campagna in tal senso. Sarebbe un’ottima occasione per dimostrare che non si è capaci solo di criticare ma di lavorare anche a favore di un progetto utile per la collettività.
    Ed ancora, perché non chiedersi adesso qual è lo stato di messa in sicurezza del nostro territorio visto le passate esperienze e considerata l’anomala meteorologia che ormai distingue il nostro tempo.
    Ed ancora, esiste un piano industriale per la Streglio ? ………….
    Avere una propria identità vuol dire non seguire necessariamente l’agenda degli altri ma dettarla con la consapevolezza di poter essere un “acuto pungoloso sostegno” a chi è deputato a governare.
    Come fa la gente a capirti se ti chiudi a seguire retrospettive filmate di personaggi, eroici per il nostro sentire, ma rimpianti proprio perché, in via temporale lontani, dall’attualità.
    I più critici riesumano immagini di fantozziana memoria richiamandosi a cineforum con proiezioni della corazzata Potemkin. Perche non dare un segno di discontinuità a chi lo legge come un esercizio di sterile cultura di pochi intellettuali, come una fuga al passato in antitesi al futuro inverosimile di stampo berlusconiano. Ma al presente chi ci pensa ? Non possiamo lamentarci se lo deleghiamo in toto ad altri.
    Ciò non toglie che serate come quella in memoria di Annibale non siano preziose ed emozionanti ( a tal proposito complimenti per il video di Paganin grande testimonianza di grossa sensibilità), ma lo stesso Annibale, forte delle sue idee, se fosse ancora tra noi, uscirebbe dall’angolo e andrebbe in piazza.

    Mario Ruggieri
    Filciop@libero.it

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  2. In effetti dobbiamo lavorare molto per correggere e migliorare le nostre performance, anche se forse Ruggieri estende a tutto il gruppo critiche che, a buon diritto, vuole rivolgere a qualche soggetto in particolare. Promuovere la lettura (addirittura la scrittura) di giornali e la discussione su libri, la visione di film o l'interesse per la storia effettivamente è un'attività intellettuale che espone al rischio elitario. E' tuttavia un rischio che occorre saper correre, perchè non saprei diversamente come promuovere la nostra formazione permanente di cittadini decisi a partecipare e non a stare a guardare. Quando dice che nessuno pensa al presente, Ruggieri però mette il dito nella piaga e adesso ci deve aiutare a promuovere questo comitato sulla centrale. Ma è così difficile vederci? Ciao

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  3. non sarei troppo manicheo...
    sono buoni e giusti entrambi i tipi di attività.
    per soffiare con forza è necessario inspirare la necessaria quantità di aria, per lavorare bene in settimana bisogna riposare la domenica...
    l'attivismo non sempre porta lontano ma certo l'attività è buona cosa.
    nessuno credo possa vantare particolari diritti di veto e mi risulta che tutte le proposte siano in linea di massima prese in considerazione e sottoposte al giudizio dei presenti ai vari incontri.
    porte aperte quindi a nuove iniziative e possibilmente all'impegno di quanti le caldeggiano.
    roberto

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  4. Caro Mario Rggeri
    sicuramente stimolante le tue riflessioni e meritevoli di approfondimento, ma tu vivi a None?... Alcune considerazioni ( vedi Rifiuti e messa in sicurezza del territorio) mi fanno pensare che tu sia poco informato su quanto è stato fatto in proposito..... ma forse non sarebbe meglio vederci " in verticale" come normali cittadini consapevoli che il delegare non è cittadinanza,fare il bene del proprio paese parte dal mettersi in gioco personalmente?

    Molto semplicemente...Giovanni Garabello

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