domenica 4 ottobre 2009

BIOMASSE? IL NOSTRO INVIATO IN VAL VARAITA

A Rossana, dalle parti di Piasco, all’imbocco della val Varaita, Benarco vorrebbe insediare una centrale dalle caratteristiche simili alla nostra di None. Il comitato “Valle sostenibile” e l’associazione “Magna carta” hanno organizzato il 30 settembre un’assemblea per sbarrare il passo alle imprese e agli amministratori che vogliono accettare l’impianto. Con due amici sono andato a Piasco. Come potete immaginare, sentiamo il bisogno di un corso accelerato di alfabetizzazione sulla materia. Racconto qualche brandello della serata.

Un giovanotto della Provincia ha sgridato i cittadini perché non avrebbero saputo leggere l’Albo pretorio e peggio per loro se vogliono chiudere la stalla ora che i buoi sono usciti. Un tipo veramente ben educato. Altrettanto educatamente, una dipendente pubblica presente all’assemblea ha ricordato che ci sono molti modi per fare tutto formalmente in regola e in trasparenza, senza però far trapelare all’esterno notizie e informazioni che contano e possono disturbare gli addetti ai lavori.
Anche i cittadini Pastorino e Tebaldi, proprietario e amministratore delegato della Benarco, erano molto civili. Hanno raccontato ai cittadini di Piasco che la loro centrale è un decimo di quella di Airasca, è quasi come la caldaia di un condominio, è quasi come una stufa. Alzi la mano chi ha una stufa. Ecco e allora? I cittadini Pastorino e Tebaldi non sono ancora venuti a None, ma al loro posto il Sindaco di None ci ha già spiegato che la centrale progettata per None (un terzo di quella di Airasca a 4 km.) è poco più di una caldaia. Mi sono detto: o basta là. Certe parole galleggiano nel tempo, si incrociano nello spazio e rivelano illuminanti sintonie tra le imprese interessate e il Sindaco che se ne fa (involontario?) portavoce.
Questi imprenditori e amministratori, tuttavia, ci devono ancora spiegare dove reperirebbero l’approvvigionamento della legna se dovessero essere accolte le richieste di insediare centrali a biomasse presentate a raffica in molte località (Vinovo, Villafranca, Cuorgnè, None, una seconda ad Airasca, Poirino, Salza, Rivarolo, Rossana) rispettando tutti l’obbligo di gravitare entro il raggio di 70 km.
I nostri amministratori comunali non hanno certezze. Il Sindaco però è certo che l’impianto sia ecocompatibile, “dati tecnici alla mano”. Aspettiamo di vedere quali. Ma non sa che una direttiva europea dice che la qualità dell’aria va protetta se buona e migliorata se cattiva, ma non peggiorata? Sul resto, il Sindaco si dice “titubante” e “perplessa”. Specialmente, non vuole dire no a nessuno. Negli ambienti dell’amministrazione comunale qualcuno affaccia un’idea: se il raffronto tra i costi e i ricavi dovesse avere come esito un bilancio negativo, bisognerebbe creare una mobilitazione dal basso che dai Comuni riporti la questione a Roma. Subito dopo, però, in ogni caso si dovrà redigere una convenzione molto severa e puntuale con ampie tutele e strumenti di controllo. L’idea è suggestiva. In questo modo potresti dire di sì ai contestatori e li potresti accompagnare a Roma. Ma potresti anche dire di sì agli imprenditori e al ritorno potresti firmare la convenzione che apre la strada all’insediamento della centrale.
Se il bilancio non dovesse assicurare alcun beneficio alla collettività locale e anzi dovesse risultare pericoloso per la salute dell’aria, non è necessario chiamare in causa Roma. Basta che il Comune non conceda l’autorizzazione. Lo può fare, ma solo se lo vuole. Purtroppo, alla Conferenza dei Servizi dell’11 giugno, il Comune di None ha dichiarato la sua disponibilità ad accelerare le procedure, a costo di convocare la commissione urbanistica ad agosto.
Si può dire di sì o anche dire di no. Ma non si può dire di sì e contemporaneamente di no. Questo è troppo.
Siamo ancora in tempo per convincere democraticamente i nostri amministratori a tornare sui loro passi e a decidere di respirare con i loro polmoni, non con quelli degli imprenditori che li sommergono di richieste, lusinghe e rassicurazioni. Così potremo respirare tutti un po’ meglio e anche le generazioni future.

Mario Dellacqua

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