giovedì 3 settembre 2009

UN INCONTRO SULL’IMPIANTO A BIOMASSE

Martedì 1 settembre alle ore 21 all’angolo non ottuso di via Roma 11 erano presenti Giuseppe Astore, Jacopo Baffa, Giovanna Baffa, Domenico Bastino, Massimo Bonifazio, Roberto Cerchio, Gregorio Codispoti, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Diego Goitre, Mario Somà, Nunzio Sorrentino, Andrea Testa, Mario Vruna. Era presente anche un amico di Mario Somà di cui non ricordo il nome e me ne scuso.

Faccio il verbale con il tridente, inforcando i miei appunti un po’ disordinatamente e nella speranza che questo esercizio aiuti tutti noi ad acquisire maggiore chiarezza in una materia che ci sorprende impreparati e che si può studiare per una vita.

Il fatto è che siamo troppo diffidenti. Abbiamo ragione ad essere diffidenti, a chiedere informazioni controllabili e documentate, ma sentiamo di non dover assumere posizioni verbose e preconcette. Perciò abbiamo invitato Mario Somà, del circolo tematico pinerolese “etica, energia e ambiente” dell’Italia dei Valori a fornirci i primi rudimenti.

In Italia, ci ha detto Somà, ci sono solo sette o otto centrali di così grandi dimensioni. Il rendimento elettrico dell'impianto proposto è (secondo le dichiarazioni dei richiedenti) del 21% (ventuno per cento).

Il recupero termico per ottenere detto rendimento elettrico è praticamente inesistente. Lo stato di avanzamento dell'arte consente di raggiungere rendimenti "elettrici" di oltre il 30 % (trenta per cento) più un recupero termico del 40/50%, con un utilizzo del potere calorifico della legna pari al 70/80 %. Di conseguenza, autorizzando un impianto come quello in questione si legittima lo spreco di una quantità enorme di combustibile nazionale che andrebbe invece tutelato da chi ci governa. In altri termini, occorre troppa legna per produrre la quantità di energia che ci serve: tutto il resto è disperso.

A questo punto ci siamo chiesti qual è la convenienza dell’impresa costruttrice. L’impresa ricava i suoi profitti dalle alte tariffe che una legge paga a chi produce energia bruciando legna (CIPS6). La legislazione italiana sguarnisce l’ambiente da ogni tutela e permette che anche i CDR (combustibili da rifiuti) siano assimilabili alle biomasse. In questo modo è sempre più alto il rischio che questi impianti brucino di tutto senza controlli e garanzie. Se le dimensioni dell’impianto sono più ridotte, i controlli sono più efficaci. E questo impianto non è grande come quello di Airasca (circa 45 milioni di chilocalorie), ma è progettato per 14 milioni di chilocalorie: un po’ difficile sostenere, come ha fatto il sindaco, che si tratta di poco più di una caldaia.

Così come non appare credibile sostenere che il cippato (cioè il legname sminuzzato in frammenti) sarà di 47 mila tonnellate l’anno: in realtà, compresa l’essicazione, si arriverà a circa 130mila. “Nel verbale della conferenza dei servizi – spiega Somà - sono indicati i dati dell’impianto di essicazione. Secondo quanto indicato, l’impianto di essicazione dovrebbe trattare (essiccare) complessivamente circa 8-9 tonnellate all’ora di cippato. Quindi, moltiplicando 8-9 tonn. di cippato per 8.000 ore di funzionamento dell’impianto noi avremo 72.000 tonnellate circa di legna che dovra’ arrivare all’impianto, oltre alle 47.000-50.000 necessarie al funzionamento della caldaia (ed è chiarito che alla caldaia verrà inviato cippato tal quale e quindi non essiccato). Quindi, se la caldaia per il suo funzionamento necessita di 47-50.000 tonn. annue e ne essicca 8-9 all’ora si deduce (ovvero si calcola) che per stare nei parametri del recupero termico (orario) indicato occorre approvvigionare le ulteriori 70.000 tonn. annue (circa) che vanno aggiunte a quelle necessarie al funzionamento della caldaia. Permane comunque l’interrogativo di come tecnicamente sia possibile il recupero termico con questa tecnologia indicata. Vorrei che ce lo chiarissero, perché in base alle informazioni di cui dispongo, la cosa non è così semplice. Secondo me il calore per utenze termiche (per rispettare il pur misero rendimento elettrico del 21%) se si vuole utilizzare calore per una efficace essicazione, deve essere prodotto praticamente a parte del ciclo di produzione dell’energia elettrica”.

Non si tratta di contestare la localizzazione dell’impianto: se se ne deve fare uno, quell’area industriale è la più indicata. Piuttosto, bisogna chiedersi quali sono i benefici per la collettività locale: se anche non inquinasse, tanta mobilitazione di risorse non porterebbe vantaggi alla collettività locale, perché i costi della rete, secondo una stima degli stessi manager Benarco, arrivano a 700-800mila euro al km. Se si vuole risparmiare energia, costerebbe meno il ricorso al fotovoltaico. Senza contare che “lo scavo - come ha detto l’arch. Primo alla Conferenza dei Servizi - distruggerà mezzo paese”. Inoltre non è ancora ragionevolmente stato conteggiato il traffico aggiuntivo di mezzi pesanti che investirà la viabilità del concentrico quando la centrale potrà lavorare a pieno regime.

E’ sembrata unanime tra i presenti la disapprovazione della facilità con la quale il Sindaco ha caldeggiato l’insediamento e a tutt’oggi ancora nessuna risposta è pervenuta ai quesiti che pubblicamente abbiamo formulato. Questa amministrazione si è dotata di due addetti alla comunicazione e di due addetti all’innovazione tecnologica. Scrive di voler promuovere “la democrazia delle scelte” con “l’uso delle tecnologie informatiche e di trasmissione streaming”. Parla di fibre ottiche per “garantire la connettività ai cittadini”. Però si è dimenticata di inserire nel programma il minimo cenno a questa iniziativa di cui non poteva non essere al corrente, visto che la Conferenza dei Servizi risale all’11 giugno, è durata poco più di un’ora e non ha visto la partecipazione dei Comuni di Airasca e Volvera, nonostante fossero invitati. La popolazione deve essere investita, non tranquillizzata con una frettolosa intervista al settimanale pinerolese.

Abbiamo perciò concordato di chiedere un’audizione alla competente commissione della Provincia e di chiedere all’amministrazione comunale tutta la produzione deliberativa sulla materia. Poi vedremo se per coinvolgere la popolazione sarà più utile un Consiglio comunale aperto o un’assemblea pubblica. Per noi qualsiasi occasione va bene, anche l’appello dell’associazione ecologista per la sostenibilità.

Cordialità a tutti.

Mario Dellacqua


P.S. Mi scuso per mancanze o approssimazioni: esse derivano da ignoranza e non da cattiva volontà. Invito anzi ad usarle per inviare le necessarie correzioni e per cercare un progresso collettivo della nostra preparazione.

3 commenti:

  1. Martedì sera Somà aveva anche espresso delle perplessità sull'approvvigionamento di così grandi quantità di legna, vista anche la quantità di centrali a biomasse che stanno nascendo (una anche a Salza, ho visto ieri sull'Eco) e la scarsità di alberi vicino a None. Per il resto il verbale mi sembra fedele!
    Ciao, Massimo Bonifazio

    RispondiElimina
  2. mi spiace non aver partecipato ma lavoravo. il verbale sembra esauriente: ho capito persino io. ok per l'audizione alla Provincia.
    ciao fernanda

    RispondiElimina
  3. Sono l'amico di Soma' di cui Mario non citava il nome nel verbale in quanto non si ricordava .

    Sono uno dei fondatori del circolo tematico''Etica energia ed ambiente '' dell'Italia dei Valori , come gia' detto nella serata di martedi' come circolo siamo assolutamente con voi e cercheremo di darvi tutto il nostro aiuto sia dal punto di vista tecnico che politico
    Saluti
    Danilo Ainardi

    RispondiElimina