domenica 2 agosto 2009

GLI SPOSI CON FACCETTA NERA

Qualche giorno fa a None Francesca e Giovanni si sono sposati e io faccio tanti auguri. Non conosco la gioia che ha spinto loro e/o i loro amici ad un corteo in pompa magna su una splendida auto decapottata. Non sta alla legge e ancor meno a me la disciplina dei gusti estetici e artistici che li hanno indotti alla diffusione di musiche di tutti i tipi – persino durante la messa - con gran sfoggio di impianti stereofonici ad alto volume.

Contesto l’inserimento nel repertorio di “Faccetta nera” e siccome libero fischio in libera piazza, sono sceso dalle parti del sagrato per chiedere al proprietario dell’auto che cosa sapesse del fascismo e dell’iprite che il maresciallo Badoglio ha versato in testa a quelle faccette nere. Il ragazzone mi ha chiesto perché ero così arrabbiato e lui crede nel Duce perché suo nonno glielo ha insegnato. Inoltre il fascismo non è peggio del comunismo.

Ora scrivo le presenti note per chiedere scusa della mia irruenza. E’ che certe manifestazioni non possono ottenere il mio silenzio complice. Ho maturato le mie convinzioni. Però, non vorrei il mio interlocutore pensasse che ho qualcosa da spiegargli. Non si fidi di me. Vada su internet a cercare l’iprite. In realtà la mia irruenza è mossa da una aspirazione che qui confesso: quella di voler capire che cosa spinge oggi un ragazzone di quell’età sistemato con una così bella vettura a credere, obbedire e combattere. Mi piacerebbe incontrarlo di nuovo. Davvero, non per spiegare, ma per capire.

Grazie per l’ospitalità.

Mario Dellacqua

2 commenti:

  1. NON SO SE C'ENTRA

    Nel 1974, Pasolini scriveva:
    “L’ansia del consumo è un’ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l’ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell’essere felice, nell’essere libero: perchè questo è l’ordine che egli ha inconsciamente ricevuto, e a cui “deve” obbedire, a patto di sentirsi diverso. Mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo di tolleranza.”
    Parole profetiche, che definiscono con una precisione sorprendente ciò che è avvenuto e che ci spiegano, più di tante nostre elucubrazioni, il mondo in cui viviamo e che ci ostiniamo a non vedere, a non capire.
    (..) Berlusconi ha vinto tutto (..) non perchè Forza Italia sia presente sul territorio, o faccia lavoro politico nei luoghi di lavoro, o presenti candidati onesti e puliti: ha vinto le elezioni perchè la maggioranza del popolo italiano si riconosce negli ideali di cui è portatore e negli atteggiamenti, spesso imbarazzanti, che assume. Berlusconi è l’Italia, ci piaccia o no. Noi perdiamo per il motivo opposto: gli italiani non si riconoscono negli ideali di cui siamo portatori, forse perchè nemmeno noi sappiamo più tanto bene quali siano.

    Da un gruppo di rifondaroli cuneesi dopo le elezioni di aprile 2008
    Melchiorre Cavallo, Dario Colombano, Giannino Marzola, Matteo Morello, Davide Valderrana .

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  2. ANCHE QUESTO FORSE NON C'ENTRA
    “…la cultura dei diritti ha prodotto anche il seguente paradosso: ha liberato gli individui dai lacci sociali autoritari ma non ha dato loro nuovi vincoli, quella sorta di colla etica capace di tenere insieme una società di individui liberi e autonomi.
    Per riprendere Alexis de Tocqueville, mentre ha umanizzato la società e la politica, la cultura dei diritti ha prodotto individui dissociati e isolati, con il risultato di renderli anche più esposti alle disuguaglianze economiche e al potere delle maggioranze, politiche e di opinione.
    Il populismo che stiamo esperimentando in Italia è anche l’esito del paradosso di una società individualista liberale nella quale la dimensione privata (intesa per giunta come la sfera dove “tutto è lecito”) ha preso il posto più alto nella gerarchia dei valori, facendosi passaporto per acquistare favore e potere, non importa con quali mezzi. Come riscattare l’individuo dal degrado di questo individualismo che il declino della politica ha esacerbato?”
    Nadia Urbinati, Repubblica, 6 agosto 2009

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