venerdì 10 luglio 2009

UNA PARTENZA FALSA PER LA NUOVA GIUNTA

L’insediamento di una Giunta composta da soli quattro assessori è un buon esempio che riduce i costi della politica e accoglie una richiesta avanzata da “Nonunomanoi”. L’annunciato ridimensionamento dell’indennità non è una novità e ristabilisce il costume di molti amministratori nonesi di Pci, Sinistra indipendente, Dp, Rifondazione, Pd o senza tessera che in passato non hanno utilizzato tutte le somme consentite dalla legge e/o hanno destinato parte del denaro percepito per sostenere le attività del loro partito.


Il resto non ci convince. Il Sindaco aveva scritto agli elettori che avrebbero fatto parte della sua Giunta “quelli che voi esprimerete con le vostre preferenze e che garantiranno il loro impegno quotidiano”. Ora salta fuori che chi ha avuto più preferenze non può garantire il suo impegno quotidiano e pertanto è escluso dalla Giunta.


Quando si trattava di dire di no al gruppo Nonunomanoi, si diceva che “bisogna far decidere la gente” e che “non c’è nessun problema tra di noi a decidere chi sarà assessore”. Ora, per trovare un posto in Giunta a chi è rimasto indietro e voleva andare avanti a tutti i costi, torna comodo tirare in ballo la competenza e la disponibilità. Cinque anni fa si entrava in Giunta senza aver mai messo piede in Consiglio comunale. Ora, altri devono fare un po’ di gavetta. Azzardiamo qualche motivazione: sei alle prime armi, proviamo così due anni e mezzo poi facciamo “una verifica”, puoi sempre fare il consigliere delegato, attenzione che non è uno scherzo, la burocrazia, sai quante grane.

Ma queste considerazioni non potevano valere prima? Non era meglio dire in anticipo chi avrebbe fatto parte della Giunta come aveva chiesto Nonunomanoi, che proprio su questo punto si è visto sbattere la porta in faccia?

Perché si fa un patto e nemmeno dieci giorni dopo si cambiano le carte in tavola? Che valore ha la parola data?

Quando si aggirano così scopertamente gli impegni assunti con gli elettori, la leadership dà prova non solo di disinvoltura, ma di debolezza, perché si mostra incapace di resistere agli appetiti meno nobili. Molto entusiasmo, ma soprattutto rapporti di forza.

Quando le parole si fanno e si disfano a piacimento, è più difficile per una Giunta lavorare con efficacia e come è possibile parlare di dialogo?


Secondo Armand, Giuseppe Astore, Giovanna Baffa, Domenico Bastino, Giancarlo Bergia, Massimo Bonifazio, Loredana Brussino, Mario Dellacqua, Laura Ferrari, Aurora Flesia, Massimiliano Franco, Giovanni Garabello, Franco Ghinamo, Diego Goitre, Raffaele Latiana, Anna Massa, Fernanda Mazzoni, Cesare Micanti, GianLuigi Saccione, Simona Sola, Andrea Testa.

None, 6 luglio 2009






33 commenti:

  1. TODOS CABALLEROS?
    L’assegnazione di un incarico a tutti i consiglieri non assessori e persino ai candidati non eletti sembra dettata dall’ansia di fornire una risposta positiva al diffuso bisogno in tutti di dare e di avere un incarico dall’alto. Ma per impegnarsi in un’attività politico-sociale di miglioramento concreto della vita quotidiana nello sport, nell’assistenza, nell’istruzione o nell’ecologia, non è obbligatorio aspettare la gratificazione di un incarico pubblico.
    Il desiderio di investire tutti di un’autorità porterà due persone ad occuparsi di innovazione tecnologica (Rizzo e Tortone) e due persone di comunicazione (Cammuso e Bori Marucchi). Cinque persone graviteranno attorno ad associazioni, tempo libero, sport, terza età, cultura, giovani, pace, spazi aggregativi (Cammuso, Fiori, Garrone, Giordanengo, Pasetto, Tortone): tanti modi diversi per definire competenze e aree di intervento molto simili.
    Se Cammuso si occuperà di “politiche per la solidarietà”, Bori Marucchi e Conca lo affiancheranno con l’impegno per le “disabilità” e con le loro “politiche sociali” da non confondere con le “politiche territoriali” non meglio definite di Graziano. Di frazioni si occuperanno Barreca e Ferrua. Di viabilità Giarrusso e Tortone. Di istruzione Rizzo e D’Agostino. Di mense Ferrua e D’Agostino. Di Bilancio il Sindaco e Garrone. Di trasporti Giarrusso e Barreca. Di ambiente e ecologia D’Agostino e Giarrusso. Corica andrà in Commissione edilizia (che almeno assicura un modesto gettone di presenza): non si sa ancora chi designerà la minoranza. La delega al Personale, ripristinata nel quinquennio scorso, è secondo me impropria. Primo, perché la tutela dei dipendenti pubblici è compito delle rappresentanze sindacali, non degli amministratori che dovrebbero puntare, caso mai, all’efficienza della macchina comunale. Secondo, perché in ogni negoziato la controparte naturale dei dipendenti è il Direttore Generale. In mezzo, un assessore può al massimo guardare il traffico.
    La possibilità di molte collaborazioni nasconde anche il pericolo di molte sovrapposizioni, confusioni di responsabilità, conflitti di visibilità. Sarà il tempo a dire se questa fioritura di nomine favorirà il lavoro collegiale di tutta la squadra o se, invece, tutto si rivelerà un effimero e deludente “todos caballeros”. Speriamo bene.
    Sarebbe anche utile sapere quali poteri di intervento aiuteranno l’assessore al lavoro a realizzare le sue politiche per la solidarietà. E sarebbe utile sapere in quale attività sarà impegnato il distinto assessorato all’industria. E’ forte il rischio che i due titolari passino buona parte del loro tempo a spiegare di avere pochi poteri e pochi soldi. D’altra parte, rassegniamoci: la corsa a designazioni più solenni che concrete è un virus che infetta ormai molti Comuni. Sarebbe già tanto misurare gli andamenti dell’occupazione. Per fare questo ci vogliono imprenditori disposti a parlare con gli amministratori e lavoratori abituati a parlare tra di loro e con i loro sindacati. Ma in molte imprese le rappresentanze sindacali sono una rarità e, se ci sono, sono ancora viste come cani in chiesa non solo dagli imprenditori, ma anche dai lavoratori. Essi di norma fanno a meno dei sindacati, ma quando arrivano le randellate sull’occupazione protestano e li vorrebbero potentissimi.
    mario dellacqua

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  2. questa mattina due dei firmatari del comunicato mi hanno versato 10 euro a titolo di contributo per un fondo cassa utile a sostenere le spese necessarie alla stampa di manifesti come quelli affissi in cinque punti del paese. lo hanno fatto a loro rischio e pericolo, sapendo che la decisione di stampare era stata presa da un'illegale oligarchia di burattinai. evviva i ribelli e allegria a tutti.

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  3. Falsa partenza? La definirei una farsa in persistenza, giacchè la Maria la conosciamo da tempo, anche se negli ultimi mesi sta dando del suo meglio.
    La conosco da tempo, e, nonostante non mi piaccia il suo stile "baci e abbracci" (ma questo è un modo di essere, non una colpa) ne ho sempre apprezzato lo spirito di abnegazione che ci metteva nelle cose che portava avanti. Ma ho l'impressione che adesso abbia perso la bussola.
    Io l'ho votata, la Maria, convinto che desse seguito agli ideali e le direttive di solidarietà e progresso in cui spesso mi sono riconosciuto. Ma ora con orrore scopro leggendo "la pancalera" che la Maria confidava nell'appoggio della Lega, i cui ideali in materia di solidarietà e progresso si collocano agli antipodi rispetto ai miei.
    E, ancora peggio, voci di piazza mi dicono che avesse cercato e ottenuto anche l'appoggio degli epigoni del socialismo nonese, confluiti in passato con Carità e ora defenestrati dalla Biscola. Secondo queste voci di piazza (di molte piazze), che tuttavia mi auguro rimangano tali, gli scagnozzi del Grande Burattinaio Calabro si sarebbero messi al soldo della Maria. In cambio pretenderebbero qualcosa, che ne so, forse un caffè, forse l'invito a qualche party. Forse pretenderanno anche di partecipare alle commissioni urbanistica ed edilizia, magari di presiederle. Ma non chiamiamolo clientelismo, chè sa tanto di mafia. I Romani lo definivano "do ut des". In fondo tra amici che male c'è a farsi dei regali.
    E no cara Maria, i regali tra amici hanno la prerogativa dell'essere disinteressati. Tra te e il Grande Burattinaio Calabro di interessi forse ce ne sono già troppi.
    E' vero, sono voci di paese (almeno per ora).
    Posso anche capire che avendo perso l'appoggio di parte della sinistra, tu, presa dal panico, abbia cercato alleati a 360 gradi.
    Posso anche capire che, Machiavelli (et Berlusconi) docet, chi vince ha sempre ragione.
    Ma ricordati che si può vincere anche senza ricorrere a sotterfugi, in modo limpido, cristallino ed intellettualmente onesto, così come fece chi venne prima di te.
    E stai certa, cara Maria, che se in campagna elettorale tu avessi anche solo accennato ad un accordo con la Lega o col Burattinaio Calbro, il mio voto non l'avresti avuto. E forse non solo il mio.
    Chiedo scusa per l'anonimato, se ritenete di cestinare non mi offendo.

    Un elettore preso per i fondelli.

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  4. All'anonimo rispondo che MAI NESSUNO ha chiesto il sostegno della Lega Nord. Puoi aver ascoltato un'interpretazione personale di Giovanni Garabello. Il gruppo a cui tu probabilmente appartieni, non ha mai chiesto di ascoltare l'altra metà della verità, evidentemente si fida ciecamente di quello che viene riportato. Dopo aver letto attentamente l'articolo sulla Pancalera, mi devi per cortesia sottolineare in quale passaggio si parla della Lega...?
    Anonimo, non solo sei anonimo ma ti consiglio di metterti anche gli occhiali.
    Non commento il resto che trovo disgustoso, ti anticipo solo che il presidente della commissione edilizia si chiama Ing. Roberto Bertasio.
    E se poi trovi il coraggio di firmarti forse possiamo parlarci in modo più civile.

    Maria Luisa Simeone

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  5. Inoltre mi preme aggiungere, che "chi venne prima di me", è stato proprio colui che ha permesso tutte le costruzioni di quello che tu chiami "Burattinaio Calabro".
    Io non ho bisogno di chiedere l'appoggio degli "epigoni del socialismo nonese" giacchè ho l'appoggio dell'ampia maggioranza del paese che non mi ha mai chiesto nulla, se non di dare il massimo impegno.

    P.S. dal momento che penso di aver capito chi sei, puoi anche tranquillamente firmarti. Non è mia consuetudine abbassare gli occhi ma ho sempre il coraggio di rispondere a fronte alta alle persone che mi pongono delle critiche.

    Maria Luisa Simeone

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  6. Capisco che, d’ora in poi, ogni movimento e ogni azione del sindaco e della sua maggioranza saranno legittimamente esaminati da parte vostra sotto la lente delle più raffinate elucubrazioni politiche, come sono soliti fare gli investigatori del CSI, quando ostinatamente si mettono alla ricerca di ogni minimo indizio di colpevolezza. Sinceramente, però, mi sembra un po’ esagerata la diffusione cubitale della vostra prima analisi post elettorale. Si potevano tranquillamente leggere anche le vostre precedenti sortite, benché redatte in forma più sobria.
    Capisco anche che, d’ora in poi, starete sempre con i fucili puntati, pronti a fare fuoco ad ogni mossa sbagliata.
    Sia ben chiaro, nessuno vuole che, d’ora in poi, sopravvengano tra le due parti improvvidi baci e abbracci a gogò, come se “nulla fudesse”. Già vedo la difficoltà che qualcuno di voi rivela nel salutare gli antichi compagni di strada, perché noi di sinistra siamo fatti così: finché si fa la strada insieme, nessun problema, ma se alla prima svolta c’è l’inguacchio, ognuno imbocca le proprie traiettorie idealideologicheutopistiche (?) ed è subito “non ti faccio più amico!”, per poi magari ritrovarsi di nuovo insieme alla tornata successiva.
    Ho qualche difficoltà a sintonizzarmi con qualcuno di voi, perché mi sembra di capire che, al di là delle ragioni della Politica Alta (di cui, pare, solo voi siete portatori), vedo qua e là un po’ di umori biliosi.

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  7. (seconda parte)

    Ai compagni del PD, che ormai preferiscono altri angoli di discussione politica, dopo aver respinto la sede legittima, all’interno della quale noi, poveri iscritti - cultori di una politica bassa - ad un partito in cerca di autore, abbiamo cominciato ad intonare le nostre litanie precongressuali.
    Una cosa apprezzo di tutto questo baillame: finalmente tante persone, tanti bravi e intelligenti ragazzi, che negli anni precedenti qualcuno aveva inutilmente cercato di coinvolgere nell’impegno politico-sociale, sono in prima linea, almeno attorno all’idea “antisimeoniana”.
    Maria ha fatto il miracolo: quante menti intelligenti ha snidato contro se stessa e contro l’idea di politica da lei rappresentata!
    Può darsi che la squadra messa su dal sindaco sia una sorta di “armata Brancaleone”. Per quanto mi riguarda, seguirò ognuno di loro con attenzione. Con alcuni di voi il dialogo è sempre aperto, con altri mi si sono ristretti i neuroni.

    Saludos compañeros

    Hasta la vista

    Non noi ma uno: io, Gregorio

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  8. Può darsi che la politica urbanistica della Giunta Bastino meriti qualche critica. Ma io non ho notizia di voci di dissenso espresse dai suoi collaboratori, dai suoi assessori o da chi è stato vicesindaco per dieci anni in quella Giunta di cui pure io ho fatto parte. Se si è tollerata una politica ubanistica che non si condivideva, è doppia la responsabilità di chi allora ha preferito tacere. Oggi suona tardiva e un po' propagandistica la sua disapprovazione retroattiva. Il sindaco ha ragione invece nel criticare l'anonimato. Non si possono avanzare critiche così gravi, tirare la pietra, nascondere la mano e chiedere scusa per essere ricorsi all'anonimato. Detesto le lettere anonime. Lancia un segno di grave debolezza chi si comporta come se fossimo in dittatura e invece grazie alla Resistenza siamo in democrazia. Ma noi dobbiamo(R)esistere 365 giorni all'anno e non dobbiamo delegare ad altri questa piccola doverosa resistenza del senso di responsabilità.

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  9. Ci vorrà tempo e buona volontà per smaltire quelli che Gregorio chiama "umori biliosi". Ma quel comunicato parla di fatti che saltano agli occhi di tutti. Vorrei fare notare che cinque anni fa Solidarietà e progresso rischiò di perdere con uno scarto di 40 voti a causa della determinazione alla rottura di un gruppo maggioritario dei ds. Essi non si limitarono a qualche comunicato dal formato esagerato per motivare il loro dissenso e la loro rinuncia, ma presentarono una lista di disturbo. Ora, alcuni di essi hanno appoggiato la candidatura Simeone. Considero un bene il superamento delle fratture e sono interessato ai travagli del centrosinistra che oggi in Italia discute in una pluralità agitata di centri, ambienti, circoli, fondazioni e correnti interne e esterne ai partiti consolidati (consolidati?). In tutta Italia iscritti discutono con non iscritti o iscritti ad altri partiti, rompendo la gabbia delle vecchie discipline. Figuriamoci None, che non è l'ombelico del mondo. Condivido però la speranza e il sano scetticismo di Gregorio: se l'effervescenza attuale dovesse rivelarsi nutrita esclusivamente di avversioni personali, sarebbe ben misera cosa. Come ben misera cosa sarebbe l'attivismo finalizzato all'occupazione di un assessorato che si esaurisce a schede crocettate o continua nell'impegno quotidiano per coltivare le prossime crocette. Secondo me è su questo crinale che ciascuno di noi deve combattere la sua battaglia. Vado via ma non sono sicuro di essermi spiegato bene. Buona domenica a tutti.
    mario dellacqua

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  10. Ciao Mario,

    ti faccio notare come l'affermazione

    " Se si è tollerata una politica ubanistica che non si condivideva, è doppia la responsabilità di chi allora ha preferito tacere. Oggi suona tardiva e un po' propagandistica la sua disapprovazione retroattiva"

    non sia molto dissimile dalla mia contestazione rivolta a chi dopo aver condiviso 5 anni di amministrazione Simeone, ha scelto di mettere in discussione la stessa politica (o peggio la persona) negli ultimi mesi con le primarie, a seguito dell'annunciata candidatura.

    Viene da chiedersi come mai queste persone abbiano taciuto per 5 anni.
    Qualcuno risponde: per senso di responsabilità!

    Però...è bello coltivare rapporti pacifici con tutti, ma non tacere il dissenso per amore del quieto vivere (o per altre ragioni, dico io).
    Le buone amicizie si rinsaldano nella lealtà della parola che subito fa soffrire, ma alla lunga libera perchè parla chiaro.

    Buona domenica a tutti.

    Stefano

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  11. in questo modo hai dimostrato che il comportamento del sindaco è del tutto simile a quello dei suoi interlocutori dissidenti che tu non perdi occasione per stigmatizzare. la differenza sta nel fatto che la rottura è avvenuta non per motivi politico-programmatici, ma per una diversità nell'interpretazione del ruolo del sindaco. e poi che cosa è successo? ingoiata la rinuncia alle primarie - colpa incancellabile - di loro iniziativa i guastafeste si sono tolti di mezzo e hanno lascito campo libero. ora la vincitrice con merito, chissà perchè, ci spiega che i dieci anni precedenti sono stati negativi nella politica urbanistica, che non è poi cosa secondaria e getta il discredito sui guastafeste ritirati, dopo dieci anni di coresponsabilità politica su questioni cruciali. non mi sembra leale.

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  12. La politica urbanistica delle mie amministrazioni è talmente criticabile che adesso ci si rivolge all'assessore all'urbanistica del mio tempo (l'ing. Bertasio) per presiedere la commissione edilizia! E' proprio tale modo contraddittorio di dire e di agire, in questa come in altre situazioni, che mina la credibilità ed l'autorevolezza verso chi ha dell'amministrazione un concetto più serio. Certo chi vince (anche se con avversari abbastanza improvvisati) sembra che abbia sempre ragione, specie in questa generale e deteriorata atmosfera berlusconiana, ma fare sovente affidamento sulla doppiezza non sono sicuro che porti bene.
    Quanto a Rizzo, che ironicamente parla del senso di responsabilità, lo aspetterò per riprendere la discussione quando anche lui avrà dimostrato una qualche capacità di rinuncia ad un modo di far politica in cui crede particolarmente senza per questo tacitamente accusarlo di contrasti solo personali.
    Domenico Bastino

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  13. rispondo qui a gregorio perchè il mio analfabetismo informatico non mi permette di inviare il commento.
    mi sentirei obbligato a pensare che nel mio partito purtroppo non c'è un clima favorevole alla fraternità del dibattito. ad esempio io non partecipo alle discussioni provinciali del mio partito perchè non c'è un clima favorevole alla fraternità del dibattito. In effetti un po' mi sgridano, ma nessuno si straccia le vesti.
    se la designazione era scontata bastava dirlo prima,oppure non dire proprio nulla, invece di mescolare criteri oggettivi con altri aleatori pur di motivare qualsiasi scelta. se prima della competizione si preferisce non parlare di attribuzione di responsabilità per evitare devastanti conflitti, vuol dire che tira una brutta aria, altro che solidarietà. ciò che tiene insieme i componenti di quella lista è per ora la prospettiva di un incarico pubblico. se arriverà qualche altra ispirazione lo vedremo e io lo spero. come spero in una ripresa del dialogo, ma quanto agli umori biliosi hai ragione, sono proprio qua e là, a giudicare dalle ultime sortite del sindaco che risponde agli anonimi. ciao a tutti
    ciao mario

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  14. Ci vorrà tempo e buona volontà per smaltire quelli che Gregorio chiama "umori biliosi". Ma quel comunicato parla di fatti che saltano agli occhi di tutti. Vorrei fare notare che cinque anni fa Solidarietà e progresso rischiò di perdere con uno scarto di 40 voti a causa della determinazione alla rottura di un gruppo maggioritario dei ds. Essi non si limitarono a qualche comunicato dal formato esagerato per motivare il loro dissenso e la loro rinuncia, ma presentarono una lista di disturbo. Ora, alcuni di essi hanno appoggiato la candidatura Simeone. Considero un bene il superamento delle fratture e sono interessato ai travagli del centrosinistra che oggi in Italia discute in una pluralità agitata di centri, ambienti, circoli, fondazioni e correnti interne e esterne ai partiti consolidati (consolidati?). In tutta Italia iscritti discutono con non iscritti o iscritti ad altri partiti, rompendo la gabbia delle vecchie discipline. Figuriamoci None, che non è l'ombelico del mondo. Condivido però la speranza e il sano scetticismo di Gregorio: se l'effervescenza attuale dovesse rivelarsi nutrita esclusivamente di avversioni personali, sarebbe ben misera cosa. Come ben misera cosa sarebbe l'attivismo finalizzato all'occupazione di un assessorato che si esaurisce a schede crocettate o continua nell'impegno quotidiano per coltivare le prossime crocette. Secondo me è su questo crinale che ciascuno di noi deve combattere la sua battaglia. Vado via ma non sono sicuro di essermi spiegato bene. Buona domenica a tutti.

    Mario, mi chiedo, però, cosa penseresti, a qualunque livello di riflessione (psicologico, umano, sociale e politico) se qualcuno degli iscritti del tuo partito snobbasse la discussione interna e andasse a ricercare altri contesti più favorevoli, dove maggiori possano essere l’autocompiacimento e la gratificazione. Quando ho detto “i panni sporchi si lavano in famiglia”, non volevo negare la trasparenza, semplicemente intendevo sostenere che, nel rispetto dell’appartenenza, la partita politica la si giocasse dentro il PD. Poi ognuno è senz’altro libero di andare dove meglio crede per portare avanti le sue battaglie. So che, ormai con qualche neurone o sinapsi compromessi, mi ripeto spesso, e questo ho già detto e ossessivamente torno a ripetere. Sarà che io, da un certo punto di vista, mi ritengo un trasgressivo alla ricerca di disciplina, ma non sopporto gli atteggiamenti così supponenti, rancorosi e spocchiosi dei miei compagni di partito, che talvolta mi danno la sensazione di averlo utilizzato, quando il partito faceva comodo, e di averlo rigettato, una volta accomodati da qualche parte. Non che adesso io non abbia la medesima sensazione per qualcuno degli attuali assessori, consiglieri o quant’altro, ma il mio giudizio non vale per tutti.
    Amo troppo la politica, che io ritengo essere la categoria, la scienza umana che meglio ci consente di stare bene su questa terra. Ci dà l’imprinting di una visione del mondo e ci permette di prendere le misure migliori tra noi e gli altri. La politica, un certo tipo di politica, dovrebbe avvicinarci, invece rischia continuamente di allontanarci su sponde opposte di un fiume senza ponti, ove ciascuno si siederà nell’attesa del cadavere del nemico. Per quanto tempo durerà ancora questo rinfacciarsi colpe, responsabilità di una mediazione non riuscita?

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  15. Provo a schematizzare e semplificare il mio ragionamento, dopo aver fatto un riassunto delle puntate rpecedenti:
    • Maria Simeone pareva dovesse candidarsi alla Provincia e fino a Natale 2008 non ha dato una risposta definitiva, per poi sciogliere la riserva agli inizi del 2009.
    • Il mio partito (una delle tre componenti di S & P) non ha accettato le primarie, perché le considerava inopportune.
    • Simeone, con l’avallo del mio partito, non ha accettato che venissero anticipati i nomi degli assessori, per non creare devastanti conflitti tra i componenti della lista. Anzi formula tre criteri per la scelta degli assessori: consenso, disponibilità e competenza.
    • Il candidato alternativo a Simeone, Garabello, per molti mesi ha mantenuto un atteggiamento un po’ ondivago e tentennante: forse eterodotto, ha fatto e disfatto possibili mediazioni.
    • Simeone e Garabello sembravano prossimi ad una sintesi: Simeone sindaco, Garabello vicesindaco (con deleghe ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica); il giorno dopo ribalta il tavolo.
    • Simeone vince, anzi stravince, probabilmente per tutte le ragioni elencate nel tuo verbale.
    • Gli assessori sono: Rizzo, Cammuso, Giarrusso e Ferrua.

    Nel riassunto, molto schematico, c’è tutta la nostra partecipazione con il corollario delle nostre responsabilità, di una parte e dell’altra.
    I fatti, però, se proviamo a fare un’analisi di tipo “storico”, improntata sul criterio causa-effetto,
    hanno una loro inevitabile consequenzialità e l’ultimo, il più vicino a noi dal punto di vista cronologico, non è altro che la conseguenza di tutto il pregresso.
    A me non è sembrata così scandalosa la scelta degli assessori (anzi avrei potuto tranquillamente anticipare i nomi.
    Tralasciando il nome di Rizzo (che meglio di ogni altro mette insieme i tre criteri), Cammuso ha conseguito un buon consenso e può vantare esperienza decennale (ai posteri l’ardua sentenza sul suo operato!), Ferrua, se nella graduatoria dei più votati è arrivato settimo, può tuttavia mettere in campo gli altri due criteri (ha già fatto un’esperienza amministrativa e starà a lui dare la piena disponibilità). Giarrusso ha avuto il necessario consenso e può vantare competenza rispetto alla carica, essendo architetto. Poi, a metà mandato, ci sarà l’alternanza (per me discutibile). A me la scelta dei nomi, ripeto, non è parsa così scandalosa, come da voi sostenuto. Solo un po’ scontata. La collegialità del lavoro, se ben coordinata, mi sembra un valore aggiunto.
    Poi, gli anonimi, sinceramente vadano a farsi fottere e, se proprio hanno qualcosa di sgradevole da dire, almeno provino a documentarlo.

    Nel rispetto del confronto e del diritto di critica, cerchiamo in qualche modo di svelenire la discussione. Ci sono battaglie molto più importanti da portare avanti (voi qualcuna la state conducendo: istruzione agli immigrati e altre nobili cose), perché se questo è l’avvio, tra un po’ di tempo ci troveremo senza fiato.

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  16. Caro Domenico, approfitto del vostro virtuale spazio democratico, ove improvvisamente, come tanti fuochi d’artificio, sono scoppiati i botti del capodanno della nuova amministrazione, per rivolgermi personalmente a te. Dall’ultimo nostro confronto, avvenuto un sabato pomeriggio di non so quanto tempo fa, non siamo più riusciti a parlarci. Te ne sei andato da quel consesso piuttosto stizzito, dicendo che tanto avevi altri spazi più autorevoli di discussione. E questo mi dispiace. Capisco che il respingimento delle “primarie” è considerato “colpa incancellabile”, però mi sembra che mantenere (chissà per quanto tempo) questi toni così effervescenti sia poco produttivo. Più che altro da parte vostra c’è un notevole foraggiamento di spunti polemici ad un’opposizione alquanto asfittica.
    Una domanda mi sorge spontanea (e nel proportela mi straccio le vesti), sei ancora iscritto al liquido, semiliquido, gassoso, solido partito democratico? Te lo chiedo, perché di fatto sei svaporato, come altri iscritti! E se ancora ti consideri iscritto e credi nel progetto, che tipo di contributo pensi di poter consegnare per un maggior e migliore assetto di esso? Stiamo preparando il congresso: hai qualche contributo da dare alla discussione?

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  17. Certo che ne è passata acqua sotto i ponti! Mi ricordo (per me è un’ossessione) quando, dieci anni fa, all’interno dei DS fummo costretti ad affrontare la spinosa questione “Giarrusso”, personaggio scomodo per chicchessia. Io (in quanto segretario) ed altri buoni compagni (Annibale, Contu in prima linea), ci sbattemmo a destra e a manca per fare in modo che il succitato non vi desse nessun fastidio, perché tu eri restio a fare qualunque tipo di mediazione. Naturalmente c’era un prezzo da pagare e in quel caso pagò dazio la sezione di None, che noi, finite le elezioni, fummo costretti a consegnare come un pacco dono nelle mani di Giarrusso.
    Allora, mi chiedo, che differenza c’è tra quanto accaduto allora e gli avvenimenti attuali? Perché continuate ad esibire la vostra rinuncia come un titolo di merito, come un grande sacrificio, vista l’acrimonia con la quale sostenete le vostre ragioni? Quale prezzo avete dovuto pagare, in particolare tu? Probabilmente hai dovuto rinunciare a governare il paese dall’alto della tua credibilità, autorevolezza, essendo tu circonfuso da un concetto molto più serio dell’amministrazione rispetto a chi governerà il paese per i prossimi cinque anni?
    Due lustri fa consegnammo il partito, nel quale tutti confidavamo, in mani nemiche. Non ci furono grandi pianti o ringraziamenti per il sacrificio di allora.
    Ti ricordo altresì che proprio tu, in una riunione presso la federazione di corso Vinzaglio, segretario provinciale Rocco Larizza, facesti il nome di Ignazio Drago, come segretario di sezione capace di tenere insieme la componente storica del partito e l’anima dei nuovi avventurieri. E adesso, in questa nuova fase critica, perché non l’hai nemmeno tenuto in considerazione, questo buon funzionario di antico pelo, che si è impegnato con ogni energia per cercare di raggiungere una possibile mediazione? Vedi, io sono uno di quelli che ancora crede nel partito, per ciò che rappresenta e per il contributo che può dare alla società (l’ho imparato bene da Mario, che sempre ha difeso l’esistenza dei partiti). Mi accorgo, invece, che questa antica e tradizionale istituzione con le sue pur obsolete discipline non è più nel gradimento, né dei giovani, né purtroppo dei vecchi adepti.
    Vieni a discutere un po’ con noi, se hai del tempo da ritagliare rispetto a tutte le cose importanti che fai (apprezzo molto, e lo dico con tutto il cuore, il tuo ruolo di maestro degli stranieri). Non avere tutta questa diffidenza nei confronti di chi ti ha seguito in battaglie altrettanto complicate.

    Voglio che tu sappia che non faccio fatica a sviluppare questi pensieri. Più di una volta ho cercato di affidarteli ma tu, purtroppo, hai ogni volta fatto orecchie da mercante.
    Mi rendo conto che ai giovani virgulti che pullulano qua e là non stiamo dando un bell’esempio di sobrietà, con i nostri probabili sproloqui, ma ogni parola scritta è una corda tesa, sui cui è possibile muoversi in equilibrio con una penna adeguata, finché naturalmente la corda non si spezza (non so chi abbia detto questa ‘cazzata’, ve la consegno sic).

    P.S. Se è vero che Maria risponde agli anonimi, perché accettate anche i commenti non firmati? Sul giornale una volta l’ho fatto, e giustamente sono stato rimproverato!

    Saluti carissimi

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  18. Mi spiace è colpa mia. Quando ieri sera mi sono accorto dell'attacco anonimo ormai il pasticcio era fatto: aveva già 9 risposte. E per rispetto di chi è intervenuto ho mantenuto i commenti. Il fatto di accettare interventi anonimi era un modo per agevolare gli analfabeti informatici, che non avrebbero più dovuto essere registrati in qualche account tipo google o Aim. Speravo che nessuno ne avrebbe abusato.
    Ho invitato i membri di nonunomanoi a pronunciarsi sull'opportunità di pubblicare in futuro commenti non firmati, soprattutto quando lanciano accuse per sentito dire. Io sono del parere di eliminarli. Chi lancia accuse gratuite abbia almeno il coraggio di metterci la faccia.
    Diego

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  19. se il partito (il tuo come il mio) diventa un luogo in cui si decidono le candidature quinquennali e si votano i leader ad ogni scadenza congressuale, il suo ruolo è diventato quello di un centro di potere e svanisce la sua funzione di organizzatore del pensiero e dell'azione collettiva per il miglioramento della vita quotidiana. non aver presentato una lista è un titolo di merito perchè segna il rifiuto di seguire il percorso obbligato delle rotture spinte oltre l'estremo limite, per cui è meglio che vinca il nostro comune avversario piuttosto che il gruppo maggioritario del nostro schieramento da cui dissentiamo.
    colpa incancellabile non è aver respinto le primarie, chi lo ha fatto aveva i suoi buoni argomenti. colpa incancellabile è averle chieste perchè ciò stesso rappresentava un gesto di rottura. di lì a dire che esprimere il dissenso pubblicamente equivale ad offrire vantaggi all'opposizione, il passo è breve.
    Non so se ci perde la sobrietà, non me ne preoccuperei. secondo me gregorio fa benissimo a ricostruire la vicenda se è il caso risalendo a dieci anni fa. ma anche a cinque anni fa. tutta tua vision fa manifesta e lascia pur grattar dov'è la rogna.
    e che ne so di come questo blog accetta anche gli anonimi? non ti curar di lor ma guarda e passa, invece di usarli per esprimere acrimonia.
    ricambio la cordialità unus inter pares

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  20. Ciao Mario,
    in realtà rileggendo la risposta del Sindaco non ho letto una sconfessione della politica urbanistica delle giunte precedenti, ma semplicemente una constatazione in risposta al navigatore anonimo.
    In caso contrario è ovvio che tale affermazione sarebbe una nuova e "trasversale" dimostrazione del fatto che parlare chiaro, nei luoghi deputati e al tempo giusto è una capacità rara.
    Condivido anch'io l'analisi sulla codardia di chi condivide in rete affermazioni pesanti nascondendosi nell'anominato.
    E' tutto fuorchè politica. Al massimo è diffamazione politica...

    Un'ultima riflessione...anche rivolta ad un compagno di partito (?) come Domenico.
    Io credo molto agli strumenti informatici e alle potenzialità della rete.
    Se però consideriamo che abitiamo distanti al massimo 500 metri uno dall'altro se ci trovassimo di persona non sarebbe una cattiva idea...

    Ciao a tutti.

    Stefano

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  21. se continuiamo con questi ritmi, non avrò più il tempo di lavare i piatti e sarò costretto a comprare una lavastoviglie e non mi va. stefano, adesso sei anche l'interprete abilitato del pensiero del sindaco ad usum delphini? non cominciamo a fare i furbi con le interpretazioni autentiche e le modificazioni successive. porta per viole qualcun altro, se ci riesci. ma a rimini fa caldo come qui?
    ciao

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  22. avevo già inoltrato un commento che ora non compare. per favore, non giochiamo con le parole un'altra volta. qualsiasi tentativo di leggere constatazione al posto di sconfessione è un tentativo di portarmi per viole che potrebbe essere con successo rivolto a qualcun altro. ciao mario

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  23. roberto bori marrucchi14 luglio 2009 alle ore 09:26

    E poi ci si lamenta, ci si strugge per la crisi della politica nazionale .... Una Comunità di ottomila anime (per chi non crede, ci metta quello che vuole) non è certo paragonabile ad una Nazione di 60 milioni di persone, ma può essere un esempio significativo di come si può riuscire a farsi del male, senza tirare fuori le armi di distruzione di massa. Non si riesce a capire che dire di si ad una persona che ti chiede di candidarti in una lista che rispecchia le proprie idee politiche, impegnarsi per un'eventuale vittoria, discutere animatamente sul programma sino a notte fonda ed essere pronti a fare squadra in ogni caso, ebbene tutto ciò non è fare politica di Palazzo, ma vuol dire impegnarsi per il paese in cui viviamo. Errori ne abbiamo fatti tanti: io per primo. L'unica cosa che non accetto è l'essere giudicato da un tribunale speciale: l'unico giudizio che accetto è (per me credente) quello che avrò alla fine della mia strada. Sono quasi certo che non mi chiederà se nel 2009 ho fatto parte di una lista, invece che starmene a casa. Ci saranno cose più importanti da relazionare. Questo è per dirvi che se la prendiamo un po' più bassa, farà del bene a tutti: oltretutto sta arrivando un'ondata di caldo africano. Accendiamo i condizionatori o andiamo sotto le fresche frasche a meditare.
    P.S. Scusate questo post scriptum un po' arrabbiato, ma non sopporto i vigliacchi, quelli che non hanno il coraggio fisico e mentale di firmarsi. Sono come i killer delle BR che sparavano nel buio, in mezzo alla folla, non avendo il coraggio di affrontare il "nemico del popolo". Sono come i killer della mafia, che in moto o in auto uccidono e spariscono. Gli anonimi sono il cancro della nostra società.
    Roberto Bori Marrucchi.

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  24. Ciao Mario,
    la risposta è no.

    Buonanotte

    P.S. la lavastoviglie non è poi così male...

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  25. L'invito alla meditazione va sempre accolto, e anche la richiesta di non uscire con i fucili spianati al minimo indizio di colpevolezza, purchè ciò non equivalga, naturalmente, alla richiesta di rinunciare al diritto di parola e di critica. Proporrei anche di lasciar stare Dio e di non sovraccaricarlo di competenze che spettano alla reponsabilità delle persone: esse non devono giudicare, ma semplicemente decidere se stare di qua o di là di fronte ad un problema, possibilmente argomentando la loro scelta. E a proposito di tribunali speciali, chi ricorda queste espressioni risalenti all'ottobre del 2007?
    "...quanti cattivi maestri si aggirano ancora per le strade del nostro vivere quotidiano! Maestri che siedono su cattedre mediatiche o che, più semplicemente, sono nostri vicini di vita. Questi ultimi sono i più pericolosi perchè sono quelli che possono fare più danno. Annidati nelle pieghe del lavoro, della cultura, della stampa locale creano nemici e li additano al pubblico ludibrio. Maestri nel travisare la realtà e nel manipolarla ad uso e consumo della propria idea. Dispiace dirlo, caro amico, che la maggior parte di questi personaggi si annidano proprio in quella sinistra radicale che non riesce a fare pulizia e continua a fornire credibilità a chi difficilmente ne troverebbe nella stessa Cuba castrista. Abbiamo sbagliato a dimenticarci delle lapidi e dei mazzi di fiori: i cattivi maestri lo sanno bene che abbiamo la memoria corta ed è perciò che raccontano tutta un'altra storia. Nostro dovere è quello di non dimenticare e di cacciare i cattivi maestri, dovunque essi siano".

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  26. Roberto Bori Marrucchi16 luglio 2009 alle ore 13:30

    Ricordo benissimo quelle righe e sono convinto che i "cattivi maestri" siano sempre qui in mezzo a noi, a pontificare e a guardare gli "altri" dal loro pulpito. Sono proprio quei "cattivi maestri" che giudicano, ma non vogliono essere giudicati. Che non vogliono essere presi a fucilate, ma hanno la mitraglietta sotto la giacca (metaforicamente, s'intende ...) pronta all'uso. E sono sempre nascosti in quella "Sinistra radical-chic-intellettuale-ecologista-multirazziale-operaista-movimentista". Peccato che il complemento oggetto di tale attenzione sia cambiato, mentre il soggetto è sempre lo stesso e non riesce a cambiare: il fatto che sia fuori dal Parlamento (e di questo sono sinceramente dispiaciuto, perchè manca una voce della democrazia) non ha insegnato niente a nessuno. E se il PD non lo capisce in fretta è destinato anch'esso ad una lunga agonia poliica.
    I tribunali speciali sono frutto della chiusura mentale e, ringraziando Dio, porto sempre dentro di me l'insegnamento di mio nonno: "Non giudicare l'altro se vuoi il dialogo, la discussione, lo scambio delle idee. Nel momento in cui esprimi un giudizio hai già tagliato tutti i ponti della dialettica". Mio nonno, anarchico e socialista e partigiano, non era laureato ed è vissuto decorosamente e mi ha fatto da "buon maestro".
    A lui devo tutto: nel bene e nel male. Soprattutto una cosa: la tolleranza.
    Roberto Bori Marrucchi

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  27. dovresti essere contento e non dispiaciuto se i cattivi maestri sono stati cacciati dal parlamento. Non era questo l'obiettivo che indicavi? dovunque essi siano, scrivevi.ora parli di tolleranza. ciao lo stesso.
    mario

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  28. Roberto Bori Marrucchi16 luglio 2009 alle ore 20:08

    Mi dispiace per tutti quelli che li hanno votati in questi anni e che voterebbero ancora a sinistra, se ci fossero delle persone serie e non dei "quaquaraquà". Negli anni '70, quando mi iscrissi al PCI (1975- sezione di via San Rocchetto- Torino) non c'erano questi "arruffapopoli", ma forse erano altri tempi e i reality erano ancora di la da venire.
    Con amicizia,
    Roberto Bori Marrucchi

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  29. quaquaraqua e arruffapopoli, meno male che non vuoi giudicare nessuno. visto che li hai definiti nascosti dietro agli intellettualiradicalchicoperaistimovimentistimultietnici ecc. non potresti essere più preciso nella indicazione di nomi, cognomi, pensieri e comportamenti? potrei cogliere l'occasione per correggere i miei molteplici difetti pur senza confessione auricolare.
    ringrazio per il filo da torcere e denuncio pubblicamente il complotto: vi siete messi d'accordo con l'indesit per spingermi verso l'acquisto della lavastoviglie. anche tu gregorio amice mi
    ciao mario

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  30. Cari amici,
    sono sicuro che molta gente troverà succosa la discussione su questo post e vi invito a continuare a battibeccare su articoli di qualche anno fa, sui quaquaraqua e su tutto il resto.

    Personalmente io preferirei se la sindaco, avendo risposto piccata ad un anonimo che le imputava di aver inserito, magari proprio come presidente della commissione edilizia, una persona vicina a Parisi, che il presidente era Bertasio, trovasse il tempo per rispondere anche al post di Beppe Astore (lui si è firmato e forse ha più diritto di ricevere soddisfazione) e spieghi le motivazioni della nomina dell' arch. Giampietro in commissione e, come direbbe Di Pietro, che ci azzecca con S&P.
    Grazie dell'attenzione.
    Diego

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  31. Rispondo a Gregorio perchè, nonostante la sua presa in giro sul mio atteggiamento di serietà nell'attività amministrativa, (che poteva risparmiarsi) mi pone delle domande dirette alle quali, per i rapporti personali intercorsi, non posso sottrarmi.
    Faccio anch'io una ricostruzione ed alcune considerazioni :
    Fa parte della mia concezione di una politica “seria” mantenere legato il parlare all'agire; lo considero prima di tutto un dovere verso i cittadini quando si ricopre una carica istituzionale; se viene meno la serietà e prende piede la “recitazione” anche a sinistra allora vuole proprio dire che ci adeguiamo alla colonizzazione berlusconiana.

    Ora che cosa ne pensi tu di un sindaco che per 4 anni e mezzo dice a tutti di non volersi più candidare ed allerta più volte, anche pubblicamente, il suo vicesindaco e poi all'inizio dell'anno delle votazioni “fa cucù” allegramente a tutti?
    Quando poi scoppia il caso Indesit, alcune settimane dopo, trova anche una giustificazione da sbandierare ed un'occasione da cavalcare.

    Comunque mi è sembrata un'ulteriore e più palese prova di doppiezza: personalmente l'avevo già toccata con mano in precedenti occasioni e per questo ero uscito dalla maggioranza, stando però attento a non creare problemi all'attività amministrativa.
    (Parlarne in quei momenti, caro Stefano, avrebbe veramente minato e compromesso tutto il lavoro impostato! A questo aggiungi il senso di responsabilità verso la comunità, per gli obbiettivi sottoscritti, al quale, almeno io, ritengo non ci si possa sottrarre.)

    Davanti a tale doppiezza il coordinatore del partito ha dato l'impressione di comportarsi proprio come un solerte funzionario ligio alle consegne ricevute: anziché continuare a rimanere sopra le parti aiutando a far sintesi tramite una dialettica collegiale più ampia e paritaria tra soggetti politici diversi, tenendo conto anche degli aspetti umani dei protagonisti irritati dalla disinvoltura del sindaco, ha convocato, a quattro mesi ancora dalle elezioni, due riunioni di partito ed ha portato tutti rapidamente alla votazione. Quello è stato un macigno non più rimovibile perché si è dimostrato che a quel punto era solo più una questione di numeri e di rapporti di forza preorganizzati: da allora non mi sono più sentito a casa mia nel circolo nonese.

    Nonostante tutto ho tenuto presente il debito che avevo con il partito per le vicende di 10 anni prima, tant'è vero che l'ho pagato accettando l'idea di non creare una spaccatura, così mi sono affondato io (insieme a Giovanni e Teresa che hanno pagato anche loro un alto prezzo per la loro coerenza, dimostrando una tempra morale d'altri tempi): non ho spinto in modo deciso e determinante per fare una seconda lista che avrebbe creato scenari ben diversi ed azzerato rendite di posizione di parecchie persone, realizzate anche grazie alla tenacia ed al rigore (che adesso non usa più) dei cosiddetti”fondatori” di Solidarietà e Progresso.

    Ora però voglio continuare a far politica a None e credo che il gruppo “nonunomanoi” sia un buon posto. Comunque d'ora in avanti non guarderò solo più alle “tessere politiche” delle persone con le quali mi confronterò, ma alla loro sincerità, correttezza e... serietà.
    D'altronde alle ultime elezioni locali mi è stato insegnato che si può trattare con tutti pur di vincere!
    C'è infatti chi teorizza che adesso è moderno essere trasversali..., saper lavorare con tutti... anche con chi non la pensa come te...ecc...ecc... però bisogna avere un'inclinazione consociativa che a me proprio manca e quindi continuerò ad essere me stesso.

    Saluti a tutti ed auguri di buone ferie
    Domenico
    P.S.
    La nomina dell'arch. Giampietro nella commissione edilizia da parte della maggioranza evidenzia un'ennesima doppiezza, proprio sfacciata: perché non è stato fatto trapelare prima delle elezioni tale proposito? L'analisi dell'anonimo non è quindi così campata in aria...

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  32. Ritenendomi più che soddisfatto della risposta datami da Domenico e considerando questo luogo virtuale di confronto estenuante, avendo altresì capito di non essere degno rispetto alla “tempra morale d’altri tempi” di qualcuno di voi, io continuerò a parlare e a mettermi a disposizione per un confronto con chiunque abbia voglia di farlo in ogni dove. Mai, dichiaro, ho chiesto la tessera prima di parlare con qualcuno. Per quanto mi riguarda, nei limiti del possibile, intendo adoprarmi per la costruzione di un partito riformista consono ai tempi attuali,
    Non mi ritengo né trasformista, né trasversale, né berlusconiano. Ritengo di aver dato già abbastanza alla politica locale. E certi giochi non mi interessano. Non credo, poi, che “sincerità, correttezza e … serietà” stiano solo da una parte. Preferisco continuare quello che sto facendo, in quanto mi gratifica molto di più. Mi permetto di dire quest’ultima cosa: ci vorrebbe da parte di qualcuno, me compreso, un maggior senso della misura. Più umiltà, se non si vuole rischiare il fondamentalismo ideologico, che già – historia magistra vitae - troppi danni ha fatto.
    D’ora in poi non risponderò più al blog. Se necessario, meglio incontrarci e guardarci negli occhi.
    Per me contano molto più gli affetti e i sentimenti. Così era nella mia stagione delle rivoluzioni (’68-‘77), figuriamoci adesso che sono avviato verso il mare calmo, delle tempeste sopite, della vecchiaia!
    Un caro saluto a tutti. Buona fortuna! Gregorio

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  33. Che sincerità, correttezza e serietà non stiano da una sola parte è assodato: quanti danni ha fatto e ancora fa la teoria berlingueriana della diversità comunista! Sulla faccenda della "tempra morale" ieri e oggi avrei qualcosa da dire e non da ironizzare. Nel 1995 ci si poteva vantare di voler rispettare il patto stabilito con gli elettori (nomi predefiniti della Giunta) senza badare all'esito della competizione sulle preferenze. Mi pareva un segno di coesione. Oggi tali patti non si fanno "per non creare devastanti conflitti tra i componenti della lista". Se ne fanno altri per poterli applicare o disfare a seconda dell'esito dei sopra richiamati conflitti. Ognuno può misurare se c'è qualche differenza. ciao mario

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