mercoledì 15 luglio 2009

Novelle per bambini e sognatori

Discorso di Paola Lenarduzzi in occasione dell'incontro "Novelle per bambini e sognatori" di sabato 4 luglio.

L'idea di scrivere un libro è nata per caso. Durante un corso di inglese mi era stato dato come esercizio lo scrivere una storiella che iniziasse con “C'era una volta un re molto triste perché...” e da lì nacque la fiaba del Re senza amici. Stupita dal riscontro positivo avuto dalla lettura di quella storia decisi di scrivere altre novelle, inizialmente per me, per il solo gusto di sognare e di fare della poesia. Poi, spinta dalla mia famiglia, iniziai a pensare che quelle favole non dovessero restare chiuse in un cassetto e mi decisi a cercare un editore per la pubblicazione di questo piccolo libro colmo di emozioni. Le storie che lo compongono sono “agrodolci” come la vita reale, tenere ma talvolta dai risvolti amari, condizione superabile solo con l'amore e la poesia, capaci di addolcire ogni cosa secondo l'intramontabile principio per cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. I rassicuranti personaggi di “Novelle per bambini e sognatori” sono animali, oggetti, pianeti, umanamente imperfetti. Si tratta di figure talvolta insicure, insoddisfatte, timorose e schiacciate da questa società che ricerca ed esige la perfezione stereotipata, sia essa intesa come bellezza o come realizzazione di sé stessi. Ma che cos'è questa Perfezione? È qualcosa che vale la pena di inseguire o è qualcosa in costante mutamento che ci impone di dover avere sempre di più perché ciò che abbiamo non è mai sufficiente? Forse allora siamo solo delle creature che si lasciano vivere guardando distrattamente la propria esistenza passare di mano mentre stiamo costantemente col naso all'insu per cercare di raggiungere un nuovo pseudo-traguardo impostoci dai media nel disperato tentativo di essere “qualcuno”, di essere “felici”. Quello che voglio dire è che sognare fa parte dell'indole umana e ci aiuta nei momenti più duri. L'ambizione è altresì importante perché ci spinge a migliorarci, non facendoci ristagnare nell'accidia. Ma come ogni buona medicina anche l'ambizione va usata con cautela, con coscienza. Ci serve un po' più di senso critico, di oggettività, di umiltà. Se ci fermassimo per un istante e ci guardassimo attorno con gli occhi di un estraneo come se non fossimo noi i protagonisti della nostra vita, riusciremmo a scoprire ed assaporare con stupore il gusto di ciò che già possediamo. Ci sorprenderemmo di percepire il profumo dell'amore dei nostri cari, una fragranza così intensa da sovrastare la puzza del marciume di questa società che sta diventando giorno dopo giorno sempre più moralmente scarna ed eticamente riduttiva.

In questo libro ho cercato di trasmettere dei valori affinché chi lo legge non ricada nell'errore di farsi affascinare dagli idoli luccicanti che attraversano gli schermi delle nostre TV: belli, ricchi e potenti...ma comunque insoddisfatti. Non puntiamo ad essere come loro cercando di imitarli come scimmie ammaestrate. Tiriamo fuori quanto di buono abbiamo in noi e facciamo in modo che gli altri lo apprezzino. Non voglio che il mio libro si limiti ad essere letto: deve essere respirato, gustato, vissuto.

Pensare di cambiare la Società con un libro è una presuntuosa utopia, ma regalare a qualche famiglia attimi di riflessione, magia, carezze e storie sussurrate sarebbe per me una soddisfazione ineguagliabile.

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