venerdì 24 luglio 2009

"C’ERA BISOGNO DI UN ESPERTO IN TEMATICHE AMBIENTALI!"

Con questa motivazione, il gruppo di maggioranza di “Solidarietà e progresso” ha nominato l’arch. Carmelo Gianpietro nella nuova Commissione Edilizia, in quella stessa posizione nella quale la passata amministrazione aveva designato un professore del Politecnico di Torino. Il professionista locale è di certo competente nel suo lavoro, ma è notoriamente vicino ad ambienti imprenditoriali che in questi anni hanno trovato la loro rappresentanza politica nel centrodestra di “Alternativa per None” e che nella vicina Nichelino sono direttamente impegnati nelle file berlusconiane del cosiddetto “Popolo delle Libertà”.

Ciò che sembrava il pettegolezzo di qualche malpensante si è invece ufficialmente concretizzato con un atto formale nel Consiglio comunale del 15 luglio: la nuova amministrazione di Maria Simeone ha ingaggiato tra i suoi sostenitori anche quelli che stanno dall’altra parte. Il Pd nonese non ha proprio niente da dire in proposito?

Al Sindaco evidentemente “piace vincere facile”. E come in un “gratta e vinci”, si può vincere facendo leva su un simbolo e su un marchio di identità ereditato da altri e subito dopo tentare di governare sconfessandolo apertamente pur di andare dritto al sodo delle cose che convengono.

Intendiamoci: è negli obiettivi di ogni buon amministratore allargare il suo

consenso elettorale e politico guardando oltre il proprio orticello. Ma quando questo comporta la mutazione genetica della propria identità sociale e culturale, è l’essenza stessa della politica che viene sopraffatta in un guazzabuglio incolore e senza legami ideali, dove alla fine prevarranno i rapporti di forza sorretti da quelli degli affari.


None, 24 luglio 2009

Secondo Armand, Giuseppe Astore, Giovanna Baffa, Domenico Bastino, Massimo Bonifazio, Loredana Brussino, Mario Dellacqua, Laura Ferrari, Aurora Flesia, Massimiliano Franco, Giovanni Garabello,Diego Goitre, Raffaele Latiana, Anna Massa, Cesare Micanti, Simona Sola, Andrea Testa.


1 commento:

  1. COMODO SGRIDARE GLI ANONIMI

    Che cosa pensare di chi, trovandosi in difficoltà all’interno di una sezione di partito, scappa via e cerca fuori altre sponde? Secondo un mio amico, “il partito è il luogo più opportuno dell’agire politico e merita maggiore rispetto. All’interno delle sezioni e dei circoli si conducono le battaglie. Non si deve fuggire, quando non tira una buona aria, perché, se si ritiene di essere dalla parte del giusto, si difendono le proprie posizioni ad oltranza.”
    Secondo me non capita solo a None di vedere iscritti al Pd che cercano sponde da altre parti. La fondazione di D'Alema e il brulicare di riviste attorno a personalità e aree culturali si configurano come gruppi di pressione o correnti, che sono sempre meglio del centralismo democratico. Nel 2004-2005 io feci la stessa cosa, non trovando chi in Rifondazione condivideva la mia presa d'atto della fine di un percorso politico. Partecipai ad alcune riunioni pubbliche con l'ulivo, misi il mio nome in calce ad appelli per l'ulivo e collaborai alla presentazione del libro di Cesare Damiano senza aspettare che diventasse ministro. Al gruppo dirigente diessino di allora (che non è cambiato) andava benissimo. Tuttavia non abbandonai la vita del mio partito. Altrettanto dovrebbero fare secondo me gli iscritti al Pd che sono in dissenso con la soluzione trovata per le elezioni comunali. Ma davvero il contributo del dissenso interno è così importante per il Pd, che ha voluto e saputo vincere alla grande senza seguire le sue pretese? Non so. Secondo me, il comportamento disapprovato di qualche dissidente non va usato come scudo per non rispondere ai rilievi che, dalla sponda sgradita, muove l'intero gruppo di cui lui fa parte e che a lui non è interamente riconducibile. Il dissenso c'è e il Pd farebbe bene a prendere atto che ha delle ragioni e dei torti che resistono indipendentemente dai conti in sospeso fra alcuni iscritti. Sulla faccenda della commissione edilizia e ora della centrale a biomasse, il pd risponderà o farà come il sindaco che si arrabbia con gli anonimi e non caga chi si firma con nome e cognome?

    Mario



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