sabato 21 febbraio 2009

Verbale 1° riunione

cari amici,
mi prendo la libertà di proporvi una sintesi dell'incontro di ieri sera 19 febbraio. naturalmente non pretendo di rassumerne fedelmente il contenuto, ma a rischio di qualche involontaria approssimazione, penso sia utile tener conto di ciò che si è detto e mantenere una circolarità la più larga e la più democratica possibile, data la delicatezza e il carattere impegnativo delle decisioni che abbiamo preso e che potremo prendere in un futuro ravvicinato. Hanno partecipato Secondo Armand, Beppe Astore, Gennaro Baffa, Giovanna Baffa, Jacopo Baffa, Domenico Bastino, Consolata Berra, Cortese di Bruno, Massimo Bonifazio, Mariella D'Agostino, Mario Dellacqua, Massimiliano Franco, Govanni Garabello, Diego Goitre, Fernanda Mazzoni, Gianluigi Saccione, Bruno Stella, Andrea Testa, Teresa Vigliotta. Ho dimenticato qualcuno? chiedo scusa.
1) Siamo tutti d'accordo che le primarie sono il solo metodo democratico per evitare la competizione elettorale nel centrosinistra.
La decisione di svolgerle non può essere demandata al pd: è il partito più importante della coalizione, ma non esaurisce la varietà di altre esperienze politiche, individuali e collettive che hanno concorso allo spirito originario della formazione civica e che ne hanno sostenuto negli anni lo sviluppo con il voto, con la candidatura, con la partecipazione all'attività politica.
2) Siamo tutti d'accordo che negare le primarie, come ha scritto il Pd locale nel suo documento, è un fatto gravissimo che noi dovremo denunciare se confermato: esso significherebbe l'affossamento ("la morte", ha detto beppe astore) di solidarietà e progresso perché dichiarerebbe l'azzeramento di due culture politiche fondative di solidarietà e progresso: quella cristiano sociale o cattolico democratica e quella della sinistra "radicale" che preferirei definire eretica ma lasciamo perdere che ci siamo capiti.
3) Siamo tutti d'accordo nel promuovere una raccolta di firme indirizzata al capogruppo consiliare per chiedere le primarie e per sollecitare una riunione del gruppo durante la quale potrà emergere in tutta chiarezza e serenità la richiesta di pronunciarsi sulla questione.
4) Siamo tutti d'accordo che le primarie devono essere accompagnate da un clima serrato di confronto, ma sorvegliato da civiltà di comportamenti e di parole, escludendo di "bombardare l'avversario", come ha detto Diego Goitre.
5) Siamo tutti d'accordo che le primarie comportano l'obbligo per chi perde di appoggiare chi prevale. Quest'ultimo avrà facoltà di scegliere una composizione della squadra funzionale alle alleanze per vincere nella competizione con il centrodestra e per garantire un'efficiente collaborazione e affidabilità reciproca nella futura conduzione della vita amministrativa e della macchina comunale.
Si è poi discusso nel corso della serata degli scenari possibili: Che cosa facciamo se non otterremo le primarie? Che cosa facciamo se le perdiamo? Che cosa facciamo se le vinciamo? Chi imbarchiamo e chi no? Le possibilità dei comportamenti adottabili sono le più varie, anche quella di un negoziato preventivo. C'è chi lo auspica, c'è chi lo avversa. Se chiediamo le primarie vi dobbiamo partecipare per vincerle, non per usare un mezzuccio che assicura un miglior margine di trattativa, ha detto Massimiliano franco. Preferisco perderle, dimostrando però che si è aperta la via alla partecipazione dei cittadini e non a un nuovo inciucio, ha detto Diego Goitre.
Non darei troppo peso a queste preoccupazioni, facciamo un passo alla volta. le primarie sono ancora da conquistare e l'unico mezzo che abbiamo ORA è una buona e vasta raccolta di firme.
Nel corso della serata è anche emersa l'analisi degli errori commessi. Il primo è quello di non aver esplicitato in linguaggio pacifico e chiaro il contrasto con un modo di interpretare il ruolo di Sindaco più interessato a coltivare buoni rapporti per la propria autopromozione e a considerare i cittadini come portatori di consenso e non come soggetti capaci di concorrere alle scelte: la differenza tra fumo e arrosto. Una malintesa preoccupazione unitaria ha compromesso la chiarezza dei rapporti e oggi ci indebolisce. Il secondo errore è quello di aver lasciato spazio nel pd a soggetti interessati solo ad occupare quello spazio in attesa di occasioni favorevoli e non a sviluppare una iniziativa politica e una dialettica democratica. Questo secondo errore è figlio della scelta, più o meno consapevole, dell'abbandono della politica, di una rassegnata accettazione della sua degenerazione affastico-carrieristico-clientelare e della sua spettacolarizzazione attorno alla figura del leader cercato, perduto e ritrovato. la nostra forza sta nel rilancio dell'impegno politico per formare urbanisti democratici, ambientalisti efficienti, cooperatori sociali, attivisti dell'integrazione con gli extracomunitari, animatori dell'istruzione e della formazione politica, diffusori del commercio equo e solidale, giornalisti che svolgono inchiesta sulla presenza sindacale, sulla libertà nelle fabbriche, sulla vita e sul pensiero degli operai, oggi così soli. Se potenzieremo l'utilità sociale della politica saremo forti nel sostenere un sindaco amico o saremo forti nell'opposizione. Gli accordi si fanno rispettare non sventolando le firme e gridando ai tradimenti, ma con la pressione democratica, con il consenso popolare, con i buoni argomenti, con donne e uomini liberi e capaci di camminare eretti.
spero di non avervi disturbato e se ho dimenticato qualcosa o involontariamente errato, fate circolare le correzioni.
come volevasi dimostrare ho perduto l'email di Massimiliano franco e non conosco quella di secondo Armand. qualcuno può inoltrargli questo testo?
ciao a tutti. Mario

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